RIDEDUCA
Dopo la Randonnèe della Valle d'Itria ho pedalato solo in pianura per smaltire il dislivello e i continui sali e scendi, però si sa che la strada prima o poi torna sotto le ruote.
Così settimana scorsa partendo da casa sono tornato su parte del bel percorso della Randonnèe ed in particolare su alcuni tratti scoperti durante quella manifestazione.
Una tiepida e serena giornata autunnale ci accompagna io e Lucsol recuperiamo Martina al passaggio da Taranto e poi ci spostiamo verso San Giorgio Jonico, Carosino fino ad arrivare a Grottaglie.
Veniamo passati da diversi gruppi, uno in particolare, lo vedo pimpante ma indeciso su dove andare, al bivio con la Specchia Tarantina si separano, poi tornano indietro, poi risalgono??
Noi invece proseguiamo tranquilli sul tracciato pianificato e dopo qualche chilometro iniziamo a salire dai Monti del Duca.
Fatta con il passo giusto è tutta un'altra cosa, mi allungo per fotografare da un punto di vista privilegiato i mie compagni, in cima non ci soffermiamo troppo e proseguiamo verso Martina Franca, lungo la strada ci sono ancora le frecce.
Il calvario su e giù (da strava) è la prima scoperta da ripercorrere con più calma e guardandosi meglio intorno, tanti trulli, stradine strette circa sei chilometri e mezzo che ci portano fino al centro abitato.
Entriamo nel centro storico e ci prendiamo una lunga pausa caffè al bar Tripoli.
Riprendiamo a pedalare lasciandoci Martina (la città...) alle spalle ed entriamo nel tratto che percorro per la seconda volta, ancora più stretto, ancora più affogato nella vegetazione, protetto da muretti a secco e pinnacoli bianchi di trulli.
La giornata è sempre più calda e decidiamo di non scendere da Pilano ma proseguire verso le Voccole, tagliando da una strada che conosco benissimo, ma che Luca e Martina invece non avevano mai fatto.
Poco prima della discesa iniziamo ad incrociare in senso inverso, molto meno compatti, e ad occhio anche in numero minore, uno dei gruppetti che ci aveva passato dopo Grottaglie.
La discesa verso Taranto fila liscia lungo la complanare, solo il breve tratto sulla superstrada è più impegnativo del solito visto che troviamo gli operai che stanno rifacendo l'asfalto e dobbiamo procedere con cautela in bilico sull'unica corsia i birilli arancioni e il fresco asfalto incandescente!
Arriviamo a Taranto giusto in tempo per una birra, cerchiamo per un po' un bar dove fermarci, alla fine scegliamo il Royal, dobbiamo dare qualche spiegazione al tipo seduto con il giornale di fronte a noi e poi ad un suo giovane amico.
Lasciamo Martina e noi due continuiamo verso San Vito, ci azzardiamo lungo la ciclabile e per fortuna questa volta va tutto bene.
Così settimana scorsa partendo da casa sono tornato su parte del bel percorso della Randonnèe ed in particolare su alcuni tratti scoperti durante quella manifestazione.
Una tiepida e serena giornata autunnale ci accompagna io e Lucsol recuperiamo Martina al passaggio da Taranto e poi ci spostiamo verso San Giorgio Jonico, Carosino fino ad arrivare a Grottaglie.
Veniamo passati da diversi gruppi, uno in particolare, lo vedo pimpante ma indeciso su dove andare, al bivio con la Specchia Tarantina si separano, poi tornano indietro, poi risalgono??
Noi invece proseguiamo tranquilli sul tracciato pianificato e dopo qualche chilometro iniziamo a salire dai Monti del Duca.
Fatta con il passo giusto è tutta un'altra cosa, mi allungo per fotografare da un punto di vista privilegiato i mie compagni, in cima non ci soffermiamo troppo e proseguiamo verso Martina Franca, lungo la strada ci sono ancora le frecce.
Il calvario su e giù (da strava) è la prima scoperta da ripercorrere con più calma e guardandosi meglio intorno, tanti trulli, stradine strette circa sei chilometri e mezzo che ci portano fino al centro abitato.
Entriamo nel centro storico e ci prendiamo una lunga pausa caffè al bar Tripoli.
Riprendiamo a pedalare lasciandoci Martina (la città...) alle spalle ed entriamo nel tratto che percorro per la seconda volta, ancora più stretto, ancora più affogato nella vegetazione, protetto da muretti a secco e pinnacoli bianchi di trulli.
La giornata è sempre più calda e decidiamo di non scendere da Pilano ma proseguire verso le Voccole, tagliando da una strada che conosco benissimo, ma che Luca e Martina invece non avevano mai fatto.
Poco prima della discesa iniziamo ad incrociare in senso inverso, molto meno compatti, e ad occhio anche in numero minore, uno dei gruppetti che ci aveva passato dopo Grottaglie.
La discesa verso Taranto fila liscia lungo la complanare, solo il breve tratto sulla superstrada è più impegnativo del solito visto che troviamo gli operai che stanno rifacendo l'asfalto e dobbiamo procedere con cautela in bilico sull'unica corsia i birilli arancioni e il fresco asfalto incandescente!
Arriviamo a Taranto giusto in tempo per una birra, cerchiamo per un po' un bar dove fermarci, alla fine scegliamo il Royal, dobbiamo dare qualche spiegazione al tipo seduto con il giornale di fronte a noi e poi ad un suo giovane amico.
Lasciamo Martina e noi due continuiamo verso San Vito, ci azzardiamo lungo la ciclabile e per fortuna questa volta va tutto bene.
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