GRANFONDO 10 "UN GIRO ILLUMINANTE" REPORT
"Per questa sfida, abbandona i tuoi soliti percorsi e vai alla ricerca di qualcosa di più audace. Rendi massimi dolore ed esplorazione."
Questa volta credo di aver colto a pieno lo spirito "filosofico" della Granfondo di Strava!
Ho scelto un percorso completamente sconosciuto alle ruote della mia bicicletta, ma non ai miei occhi. Un percorso bellissimo, vario ed impegnativo. Un percorso, un viaggio, una transizione nello spirito di #ridefloz ...
non solo chilometri, non solo dislivelli, non solo tempi, ma un sottile significato esistenziale.
Un giro, partire da un punto e tornarci, illuminante, perché i fari hanno segnato la strada, un coasttocoast dallo Jonio all'Adriatico, da Gallipoli ad Otranto, da Ovest ad Est, il punto più ad Est d'Italia! Giù fino a Santa Maria di Leuca, non girare i tacchi, non alzare i tacchi ... ma andare avanti fino al punto di partenza.
PROLOGO GALLIPOLI LA PECCA DEL SALENTO
Ho un rapporto negativo con Gallipoli, 3 4 episodi legati al dito, ma malgrado tutto per fare questa cosa un'altra possibilità non la si poteva negare.
Per non fare la levataccia, e partire freschi, dormire la notte a Gallipoli risulta essere un'idea vincente.
Prenotiamo (perché anche in questa Granfondo non sarò solo) un bed&breakfast nel centro storico, chiediamo se si possono portare le biciclette in casa ed altre accortezze ... tutto OK.
A due ore dalla partenza (le 1800 di sabato) chiamiamo il tipo che oltre le 2000 non ci aspetta, che lui è abituato a turisti provenienti da tutto il mondo e che della nostra prenotazione non sa che farsene!
Un altro nodo al dito, quello medio! Cinque dita ... ciao Gallipoli ...
Ci sistemiamo in un albergo che sembra una discoteca degli anni '70.
Ceniamo in un pizzapub con tutti gli stereotipi salentini come contorno lu vientu, lu mieru e il rasta che fa le cover di Bob Marley.
IN BICICLETTA
Domenica mattina, Io Lalla e Vera, partiamo in tranquillità, ci muoviamo in direzione faro per foto ricordo. Il vento è calato, facciamo il giro dell'isolotto e ci allontaniamo dalla "Pecca del Salento" in direzione Alezio. Senza troppi sbattimenti ed anche senza controllare la mappa ci ritroviamo sulla strada prestabilita, stretta, tranquilla e piena di podisti. Dopo 10km usciamo sulla Provinciale. Tutt'intorno a Parabita la strada sale fino all'ingresso di Collepasso. Le ragazze restano un pò più indietro, io non forzo niente, le salite saranno davvero tante.
Una bella e fluida discesa ed entriamo nell'abitato di Collepasso, Lalla si tira con un calesse, lo supera, però poi si fa da parte quando il vecchietto striglia il cavallo.
Prendiamo la strada per Maglie, un rettilineo immerso nella terra rossa salentina, olivi che adombrano il ciglio della strada, rotatorie, muri a secco e un paio di volpi che segnano con il sangue il percorso. Svoltiamo a destra per Scorrano ed al primo sterrato ci fermiamo per una sosta "igenica"
FoxyLady!!
Da Scorrano entriamo nel classico territorio "urbano" basso-salentino. Passiamo da un paese all'altro senza neanche rendercene conto. Case basse e campi coltivati, in pochissimi chilometri passiamo da Scorrano a Muro Leccese, Sanarica, Giuggianello, Minervino di Lecce, Uggiano la Chiesa ... incontriamo pochissima gente prendiamo la strada per Otranto. Dopo una curva inizia ad alzarsi sopra l'orizzonte il blu del mare.
Entriamo nel centro abitato, scendiamo dalla strada del castello facendoci largo tra il passeggio domenicale e le bancarelle di souvenirs. Un caffè in piazza, la stessa dove quasi dieci anni feci il deejay in playback con Luca. E' abbastanza tardi e non ci crogioliamo più di tanto al sole usciamo da Otranto salendo nuovamente lungo una Provinciale che ci porterà fino a Leuca. Il Salento lo vedo disteso tutto davanti ai miei occhi e alla mia ruota anteriore ... bellissimo e lontanissimo.
Siamo a Punta Palascia, lasciamo l'asfalto per inoltrarci lungo un sentiero sterrato per andare a vedere il faro, che è sotto il costone. Siamo intorno al 60° chilometro ed abbiamo chiuso il coast to coast sono già soddisfatto, tanto da buttare alle mie compagne di viaggio l'idea di tornare indietro!!
Leuca ci aspetta.
Ma il tratto che da Punta Palascia va verso Porto Badisco lo ricordo bene. Quando ci passai la prima volta in macchina pensai immediatamente che percorrere quella strada in bicicletta sarebbe stato esaltante. Ed infatti lo è! Mi lascio scivolare lungo la strada sospeso nel vuoto dei ricordi e del silenzio che regna tutt'intorno ... il mio urlo echeggia emozionante.
Il mare è costantemente a vista sulla sinistra ... sulla destra l'alta costa rocciosa, noi perfettamente in mezzo come il sibilare del vento che ci accompagna. Quando la strada sale non vado in apnea e mi godo il paesaggio con più calma, quando scende bisogna fare più attenzione ed essere sempre pronti a sapere quando è il momento di tirare il freno ... sulle curve in discesa prima di Santa Cesaria Terme tocco i 70 km/h, la ruota è bollente!
Quando finisce l'abitato il paesaggio si ripete, ma senza mai annoiare fino a Castro. La fatica inizia a farsi sentire. Altra sosta all'insenatura dell'Acquaviva nei pressi di Marittima. Qui la densità di cemento è decisamente maggiore, ma ad Ottobre non c'è praticamente nessuno. Ci fermiamo in un bar al porto di Tricase poi si risale verso Marina Serra, lungo le salite ora mi soffermo anche sulle gambe.
Il racconto sembra infinito, come la strada che ancora dobbiamo fare. Guardiola, Novaglie ... pietra e mare, il ponte del Ciolo ed ancora una salita che toglie il fiato.
Il sole ormai è dall'altra parte e nell'ombra della costa sempre più alta sento freddo. Ma dura poco, fino a quando la costa si abbassa il sole m'inonda di nuovo e il faro di Leuca si staglia bianco accecante nel blu del cielo. Mi scende una lacrima di felicità. Andiamo al santuario, foto ... e si riparte per tornare indietro/avanti lungo la costa jonica.
Adesso il sole ci prende in pieno e le salite sono finite. La strada scorre via più rapidamente e c'è anche meno bellezza da guardare, il mare si allontana sulla destra e sulla sinistra sempre più abitazioni.
Tra Torre Vado e Torre Pali mi prende un crampo che riesco a far passare, continuando a pedalare, grazie ai consigli della studiosa Vera. Che però più avanti si fermerà per dei crampi ben più forti, non me ne accorgo e proseguo, le aspetto alla rotonda di Marina di Torre San Giovanni.
A questo punto fortunatamente sbagliamo strada e lasciamo definitivamente la litoranea puntando verso Alliste. Sento molto più freddo, e sono stanco ... Racale, Taviano. Dobbiamo evitare la Statale, passaggio a livello, un segno del destino, passiamo davanti ad una cucina tipica casereccia "Donna Lalla".
Lo scenario intorno è sempre più scuro, ho acceso le luci già da diversi chilometri, il cielo si tinge di rosso tramonto.
Sulla Provinciale che dovrebbe riportarci verso la baia di Gallipoli un nuovo crampo ferma le mie compagne. Io mi sono ripreso e punto in solitaria verso Gallipoli con le chiavi della macchina nel taschino.
Supero i resort, la Baia Verde, la luce rotante del faro a sinistra ... entro a Gallipoli che ormai è buio, il traffico tutt'intorno e un passeggio frenetico lungo il corso.
Chiamo Lalla ... sono nuovamente in bicicletta ed arriveranno alla macchina pedalando cogliendo anche loro l'illuminazione interiore.
EPILOGO
Questa volta ho rischiato di non farcela, ma ho superato la crisi di freddo e l'ansia di pedalare nel buio finendo per la prima volta tutto quello che di commestibile avevo nelle mie tasche.
Pensavo che Vera questa volta non avrebbe retto alle tante salite ... invece mi ha stupito positivamente, facendo i conti con la stanchezza in maniera più personale e tirando fuori la solita grinta e determinazione.
Lalla, dopo aver affrontato i Balcani con la bicicletta carica era una piuma spinta dal vento su queste strade. E' stata al fianco di Vera per quasi tutto il percorso e sicuramente avrà avuto modo di aiutarla per me, invece, vederla pedalare, postare, riprendere, guardare Strava è stata una spinta a finire questa avventura.
Quando mi dicono ma perché pedali con le donne? Una delle risposte che posso dare è perché sono più cazzute di molti ciclisti uomini che conosco.
Questa volta credo di aver colto a pieno lo spirito "filosofico" della Granfondo di Strava!
Ho scelto un percorso completamente sconosciuto alle ruote della mia bicicletta, ma non ai miei occhi. Un percorso bellissimo, vario ed impegnativo. Un percorso, un viaggio, una transizione nello spirito di #ridefloz ...
non solo chilometri, non solo dislivelli, non solo tempi, ma un sottile significato esistenziale.
Un giro, partire da un punto e tornarci, illuminante, perché i fari hanno segnato la strada, un coasttocoast dallo Jonio all'Adriatico, da Gallipoli ad Otranto, da Ovest ad Est, il punto più ad Est d'Italia! Giù fino a Santa Maria di Leuca, non girare i tacchi, non alzare i tacchi ... ma andare avanti fino al punto di partenza.
PROLOGO GALLIPOLI LA PECCA DEL SALENTO
Ho un rapporto negativo con Gallipoli, 3 4 episodi legati al dito, ma malgrado tutto per fare questa cosa un'altra possibilità non la si poteva negare.
Per non fare la levataccia, e partire freschi, dormire la notte a Gallipoli risulta essere un'idea vincente.
Prenotiamo (perché anche in questa Granfondo non sarò solo) un bed&breakfast nel centro storico, chiediamo se si possono portare le biciclette in casa ed altre accortezze ... tutto OK.
A due ore dalla partenza (le 1800 di sabato) chiamiamo il tipo che oltre le 2000 non ci aspetta, che lui è abituato a turisti provenienti da tutto il mondo e che della nostra prenotazione non sa che farsene!
Un altro nodo al dito, quello medio! Cinque dita ... ciao Gallipoli ...
Ci sistemiamo in un albergo che sembra una discoteca degli anni '70.
Ceniamo in un pizzapub con tutti gli stereotipi salentini come contorno lu vientu, lu mieru e il rasta che fa le cover di Bob Marley.
IN BICICLETTA
Domenica mattina, Io Lalla e Vera, partiamo in tranquillità, ci muoviamo in direzione faro per foto ricordo. Il vento è calato, facciamo il giro dell'isolotto e ci allontaniamo dalla "Pecca del Salento" in direzione Alezio. Senza troppi sbattimenti ed anche senza controllare la mappa ci ritroviamo sulla strada prestabilita, stretta, tranquilla e piena di podisti. Dopo 10km usciamo sulla Provinciale. Tutt'intorno a Parabita la strada sale fino all'ingresso di Collepasso. Le ragazze restano un pò più indietro, io non forzo niente, le salite saranno davvero tante.
Una bella e fluida discesa ed entriamo nell'abitato di Collepasso, Lalla si tira con un calesse, lo supera, però poi si fa da parte quando il vecchietto striglia il cavallo.
Prendiamo la strada per Maglie, un rettilineo immerso nella terra rossa salentina, olivi che adombrano il ciglio della strada, rotatorie, muri a secco e un paio di volpi che segnano con il sangue il percorso. Svoltiamo a destra per Scorrano ed al primo sterrato ci fermiamo per una sosta "igenica"
FoxyLady!!
Da Scorrano entriamo nel classico territorio "urbano" basso-salentino. Passiamo da un paese all'altro senza neanche rendercene conto. Case basse e campi coltivati, in pochissimi chilometri passiamo da Scorrano a Muro Leccese, Sanarica, Giuggianello, Minervino di Lecce, Uggiano la Chiesa ... incontriamo pochissima gente prendiamo la strada per Otranto. Dopo una curva inizia ad alzarsi sopra l'orizzonte il blu del mare.
Entriamo nel centro abitato, scendiamo dalla strada del castello facendoci largo tra il passeggio domenicale e le bancarelle di souvenirs. Un caffè in piazza, la stessa dove quasi dieci anni feci il deejay in playback con Luca. E' abbastanza tardi e non ci crogioliamo più di tanto al sole usciamo da Otranto salendo nuovamente lungo una Provinciale che ci porterà fino a Leuca. Il Salento lo vedo disteso tutto davanti ai miei occhi e alla mia ruota anteriore ... bellissimo e lontanissimo.
Siamo a Punta Palascia, lasciamo l'asfalto per inoltrarci lungo un sentiero sterrato per andare a vedere il faro, che è sotto il costone. Siamo intorno al 60° chilometro ed abbiamo chiuso il coast to coast sono già soddisfatto, tanto da buttare alle mie compagne di viaggio l'idea di tornare indietro!!
Leuca ci aspetta.
Ma il tratto che da Punta Palascia va verso Porto Badisco lo ricordo bene. Quando ci passai la prima volta in macchina pensai immediatamente che percorrere quella strada in bicicletta sarebbe stato esaltante. Ed infatti lo è! Mi lascio scivolare lungo la strada sospeso nel vuoto dei ricordi e del silenzio che regna tutt'intorno ... il mio urlo echeggia emozionante.
Il mare è costantemente a vista sulla sinistra ... sulla destra l'alta costa rocciosa, noi perfettamente in mezzo come il sibilare del vento che ci accompagna. Quando la strada sale non vado in apnea e mi godo il paesaggio con più calma, quando scende bisogna fare più attenzione ed essere sempre pronti a sapere quando è il momento di tirare il freno ... sulle curve in discesa prima di Santa Cesaria Terme tocco i 70 km/h, la ruota è bollente!
Quando finisce l'abitato il paesaggio si ripete, ma senza mai annoiare fino a Castro. La fatica inizia a farsi sentire. Altra sosta all'insenatura dell'Acquaviva nei pressi di Marittima. Qui la densità di cemento è decisamente maggiore, ma ad Ottobre non c'è praticamente nessuno. Ci fermiamo in un bar al porto di Tricase poi si risale verso Marina Serra, lungo le salite ora mi soffermo anche sulle gambe.
Il racconto sembra infinito, come la strada che ancora dobbiamo fare. Guardiola, Novaglie ... pietra e mare, il ponte del Ciolo ed ancora una salita che toglie il fiato.
Il sole ormai è dall'altra parte e nell'ombra della costa sempre più alta sento freddo. Ma dura poco, fino a quando la costa si abbassa il sole m'inonda di nuovo e il faro di Leuca si staglia bianco accecante nel blu del cielo. Mi scende una lacrima di felicità. Andiamo al santuario, foto ... e si riparte per tornare indietro/avanti lungo la costa jonica.
Adesso il sole ci prende in pieno e le salite sono finite. La strada scorre via più rapidamente e c'è anche meno bellezza da guardare, il mare si allontana sulla destra e sulla sinistra sempre più abitazioni.
Tra Torre Vado e Torre Pali mi prende un crampo che riesco a far passare, continuando a pedalare, grazie ai consigli della studiosa Vera. Che però più avanti si fermerà per dei crampi ben più forti, non me ne accorgo e proseguo, le aspetto alla rotonda di Marina di Torre San Giovanni.
A questo punto fortunatamente sbagliamo strada e lasciamo definitivamente la litoranea puntando verso Alliste. Sento molto più freddo, e sono stanco ... Racale, Taviano. Dobbiamo evitare la Statale, passaggio a livello, un segno del destino, passiamo davanti ad una cucina tipica casereccia "Donna Lalla".
Lo scenario intorno è sempre più scuro, ho acceso le luci già da diversi chilometri, il cielo si tinge di rosso tramonto.
Sulla Provinciale che dovrebbe riportarci verso la baia di Gallipoli un nuovo crampo ferma le mie compagne. Io mi sono ripreso e punto in solitaria verso Gallipoli con le chiavi della macchina nel taschino.
Supero i resort, la Baia Verde, la luce rotante del faro a sinistra ... entro a Gallipoli che ormai è buio, il traffico tutt'intorno e un passeggio frenetico lungo il corso.
Chiamo Lalla ... sono nuovamente in bicicletta ed arriveranno alla macchina pedalando cogliendo anche loro l'illuminazione interiore.
EPILOGO
Questa volta ho rischiato di non farcela, ma ho superato la crisi di freddo e l'ansia di pedalare nel buio finendo per la prima volta tutto quello che di commestibile avevo nelle mie tasche.
Pensavo che Vera questa volta non avrebbe retto alle tante salite ... invece mi ha stupito positivamente, facendo i conti con la stanchezza in maniera più personale e tirando fuori la solita grinta e determinazione.
Lalla, dopo aver affrontato i Balcani con la bicicletta carica era una piuma spinta dal vento su queste strade. E' stata al fianco di Vera per quasi tutto il percorso e sicuramente avrà avuto modo di aiutarla per me, invece, vederla pedalare, postare, riprendere, guardare Strava è stata una spinta a finire questa avventura.
Quando mi dicono ma perché pedali con le donne? Una delle risposte che posso dare è perché sono più cazzute di molti ciclisti uomini che conosco.
il faro di Gallipoli |
Lalla e Vera |
l'Adriatico in lontananza |
il castello di Otranto |
Floz Vera Lalla ad Otranto |
EAST POWER |
il faro di Punta Palascia |
Lalla a Torre Nasparo |
Torre Nasparo |
la stanchezza |
la salita |
il ponte del Ciolo |
verso la punta del tacco |
stretching |
Santa Maria di Leuca |
il faro di Santa Maria di Leuca |
le Maldive del Salento |
recuperando le forze |
il ritorno a Gallipoli |
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