XI NOVE COLLI LUCANI
La Nove Colli Lucani è ormai un "super classico" e credo lo testimonia il fatto (ma qui parlo da ignorantone) di non rientrare (almeno quest'anno) in nessun tipo di circuito, e di radunare nonostante la durezza del percorso un gran numero di partecipanti.
Un po' come quelle uscite amatoriali che si organizzano in chat il venerdì sera tra amici e poi la mattina alle 07:00 ti ritrovi il casino!
Dietro questo giro però non c'è una semplice chat ma il duro lavoro organizzativo del Team Bike Matera e posso scriverlo in maiuscolo perché se è vero che da qualche anno sono "orgogliosamente" tesserato tra le sue fila è anche vero che come ogni anno, a parte qualche dissacrante fotomontaggio, non ho mosso un dito, al contrario di altri (che ringrazio in un unica botta) e del Presidente Operaio Pino Squicciarini che per l'appunto ha fissato la data della XI edizione proprio il Primo Maggio!
A Febbraio alla consegna della divisa del team in una bellissima giornata "squadra & famiglia" il presidente aveva espresso il desiderio di vedermi alla Nove Colli con i colori ufficiali, naturalmente questa cosa l'ho presa molto sul serio (anche se con il sorriso stretto tra le labbra come al solito) ma oltre al più semplice gesto di indossare il completo nuovo avevo l'impegno di rientrare a Matera sulla bicicletta e non, come altre volte sull'auto di qualche anima compassionevole.
Questa è la mia sesta partecipazione, nel 2015 e nel 2016 i primi due stop lungo il percorso, nel 2019 il primo "traguardo" nel 2022 il terzo stop e nel 2024 la chiusura del percorso corto. Quest'anno non potevo scegliere la via più facile, percorso unico, 184 km e 2972 mt+ (come da targa).
Carico di responsabilità morale (e di riconoscenza) ho concentrato le mie uscite sulle modeste alture della Murgia vicino casa, non riuscendo però mai a concretizzare (come negli altri anni) un vero test sulle salite della Basilicata e non avvicinandomi neanche lontanamente alle cifre di distanza e dislivello necessarie.
Ed è proprio durante una degli ultimi allenamenti cazzeggiando al telefono tra una foto e un en danseuse che riesco a coinvolgere Luca e Vera in quest'avventura e che organizzeranno il loro Primo Maggio cicloturistico a Matera in autonomia e che allo stesso tempo saranno pronti a lanciarmi la scialuppa di salvataggio in caso di emergenza!!
A loro due va un profondo ringraziamento perché la loro presenza fisica in qualche chilometro ma rassicurante a distanza mi ha fatto superare quella paura di lanciarmi ad occhi aperti nell'ignoto senza avere un piano B.
Sveglia presto e solito trasferimento pieno di dubbi in auto, eccomi alla partenza, saluto Pino, Zio Franco e qualche altro amico, ritiro della carta di viaggio in una comodissima pochette porta documenti. Alle 07:15 bip sul garmin ed inizio a pedalare verso il primo check point affacciato sui sassi.
Nel corso degli anni ho sempre cercato di documentare al meglio questa avventura con video e foto (che però mai sono riusciti a rendere al massimo la realtà) e che soprattutto depistavano la mia concentrazione ed il mio tempo da un impegno sempre al di sopra delle mie possibilità.
Così ancora alle prese dalle incognite del caso mi lascio sfilare l'affaccio sulla gravina come una cosa banalmente normale!
Neanche otto chilometri e Matera è ormai lontana alle spalle e io vado alla deriva in un oceano verde dolcemente agitato da un vento, non indifferente, che soffia da N/O.
Tutte le congetture fatte fino a pochi minuti fa si dissolvono. Paradossalmente è una delle cosa che mi fa più paura, trovarmi da solo in qualcosa di molto più grande ma che allo stesso tempo mi ri-allinea alla bellezza infondendomi una tranquillità estrema... Basta un semplice clack in avanti... come il rumore della bicicletta che malgrado gli interventi in extremis, non siamo riusciti ad eliminare e che mi accompagnerà nel silenzio sconfinato di tutto il giro!
Lungo la strada iniziano a passarmi avanti i primi ciclisti, mai come quest'anno ho deciso di prendermela comoda, continuando imperterrito con la mia cadenza e non sforzandomi neanche per sfruttare una controproducente, alla fine dei conti, vana scia. Quando riesco scatto una foto al panorama o al ciclista che è appena passato, chi salutando, chi sfrecciando in una sinfonia di mozzi ceramici.
Il mio clack clack riempie lo spazio e dentro di me è un fastidioso ma utilissimo metronomo.
Si sale verso Miglionico, 5,5 km al 4.9% di media. Procedo tranquillamente, in corrispondenza del tornante il profilo del castello del Malconsiglio prende la scena, qualche centinaio di metri più su, presa la direzione opposta del centro abitato la vista invece si apre sul Lago San Giuliano che per qualche chilometro sarà una costante e lontana presenza sulla destra dietro le fronde della vegetazione.
Si risale nuovamente verso Grottole, una salita più corta e meno impegnativa.
Arrivato in cima il percorso porta a sinistra (ma l'esperienza delle volte precedenti) mi portano qualche metro più avanti per un caffè al bar e alla fontana (chiusa).
Da Grottole si scende vorticosamente verso la Basentana in una strada che serpeggia, con non pochi avvallamenti improvvisi tra le pareti che degradano a valle di Pizzo Sciabolone.
A Salandra Scalo il secondo check point e rifornimento. Riempio la borraccia e prendo una sorta di panzerotto al forno con verdure.
Si riparte in salita verso la località Montagnola... 10 km ininterrotti in una vegetazione verdeggiante che ombreggia e troneggia ai lati della strada, quasi in cima la chiesa Madonna del Monte al centro di una boscaglia dove qualcuno sta allestendo un picnic.
Dalla cima si prende una fantastica strada che taglia un bosco in maniera rettilinea ed in leggera discesa verso Ferrandina. Stare dietro ai treni è impossibile per me, il sole che filtra tra gli alberi rende l'atmosfera magica, anche se consultando la cartografia in un secondo momento vedo che tra gli alberi sono celati diversi pozzi d'estrazione dell'ENI...
Quando la boscaglia termina si apre la vista sulla vallata a destra dove le rovine del castello di Uggiano si ergono timidamente a testimonianza di un passato molto più glorioso.
Ancora più in lontananza le cime bianche del Pollino.
Nei pressi del campo sportivo terzo check point e ristoro, prendo la macedonia e un bicchiere di coca cola. Il percorso s'infila in una gola che scende verso un territorio più grezzo dove i primi calanchi iniziano ad affiorare catturando l'attenzione.
Si punta in direzione San Mauro Forte, nelle mie più pessime previsioni reali punto di estrazione dal matrix lucano.
La strada è un alternarsi di discese e salite, più corte ma decisamente più impegnative delle precedenti.
In alcuni tratti la strada ha ancora i tratti brecciati di 10 anni fa affrontati però in discesa e con una corposa mandria di podoliche.
La torre normanna di San Mauro Forte troneggia sul colle, proprio come la locandina di Frankenstein Junior.
Seduti ad una panchina appaiono Luca e Vera, che mi chiedono che intenzioni ho, poco prima, vicino alla fontana ho iniziato a sentire le gambe indurirsi in qualche punto... Ma continuando a pedalare gli dico che mi sento bene, lucido e squadrato come la scritta in anticorodal della Galleria del Mobilio, a cui però manca qualche lettera.
Sotto la torre e sopra il Delirium il quarto check point, ristoro e musica folkloristica lucana da uno smartphone attaccato ad una cassa.
Mi prendo un po' di tempo per recuperare le forze.
Dopo il paese la strada sale ancora per qualche chilometro arrivando al bivio con la strada che porta verso Accettura in prossimità della casa cantoniera. Si scende nel bosco di Conco che riempie la gola del torrente Salandrella.
La salita verso Garaguso è pacata anche se si oltrepassa il Ponte del Diavolo!
Nel paese mi fermo in un bar dove trovo il team di Ciclisport2000 e dove mi raggiungono anche Luca e Vera. Prendo un'aranciata con limone, poi un gelato, qualche chiacchiera.
Riprendo a pedalare, poco fuori l'abitato una grigliata in famiglia in una casa con il giardino direttamente sulla strada. Il profumo è onirico, mi scappa un buon appetito al quale, fortunatamente segue un semplice grazie!
Una larga strada in discesa nuovamente verso la Basentana, prima di attraversare la Statale si affianca per l'ultima volta la "mia ammiraglia" che si assicura sul mio stato di forma... Mi sento stanco ma penso di riuscire a rientrare a Matera. Luca e Vera non li rivedrò più, ho pensato più volte che erano li dietro a distanza, invece hanno imboccato la Basentana direzione Taranto... credere al fatto che erano pronti in mio soccorso però mi ha dato la forza di spingermi quel poco più avanti ai miei limiti e superare la tentazione di fermarmi.
La salita per Grassano è la più devastante, cinque chilometri e mezzo con tanti tratti tra il 9:12% uniti alla stanchezza di 140 km al dislivello già scalato e al caldo accumulato.
La cima sembra non arrivare mai i toponimi sono tutto un presagio: Piano di Croce, Tempa Serpente, Spineto. Il paese in alto sembra un gigante sdraiato.
Alla fine il quinto check point e ristoro... Prendo acqua dalla fontana ma ho lo stomaco chiuso, a fatica mangio un biscotto con la nutella, recupero un po' le forze pensando che ormai il più è fatto, tentenno davanti ad un bar ma riprendo a pedalare.
Da Grassano un'altra bella discesa verso l'Appia e poi con il vento alle spalle un lungo tratto di strada che taglia il fondo valle che è un autentico mare verde.
Vedo allontanarsi le sagome dei ciclisti davanti, consapevole che ormai è fatta conservo le ultime forze per le salite finali verso Matera. Al bivio di Casone ancora un gradito ristoro.
La divisa di "casa" è un passpartout per qualche chiacchiera in più con i ragazzi. Me la prendo comoda.
Passo il Bradano sul lungo ponte e lentamente la strada comincia a salire in quel mare verde che ora alza le sue onde intorno a me. Costa delle Giumente, Monte Timbro, Timmari ma non mi preoccupo, la corrente porta all'arrivo. Mentre attacco l'ultimo adesivo al bivio di Picciano mi ripassa nuovamente il Team di CicliSport2000, devo sottolineare che ero avanti perché loro le soste ufficiali e non se le godevano sul serio... e gli devo ringraziare anche per la bevuta pagata lungo la 106 quando ci siamo ribeccati sulla strada del rientro verso casa.
Prima del Borgo La Martella invece sono io a sorpassare tre cicloturisti belli carichi, ma non ho più la forza di parlare e chiedergli qualcosa, sfilo tra gli alberi verso le prime case per poi ricominciare finalmente l'ultima salita verso la zona PAIP.
Nello spiazzo la solita festa. Ultimo timbro e consegna della targa ricordo (direttamente dalla "presidentessa")!! Sotto il gazebo dove dieci ore prima si ritirava la carta di viaggio (per me sempre una reliquia) ora si possono prendere orecchiette salsiccia di Stigliano, birra. La stanchezza però mi ha chiuso lo stomaco e mangio il minimo per non svenire.
Tutti hanno i volti rilassati, stanchi ma sorridenti. Quando arriva qualcuno viene amichevolmente deriso dagli amici di team chi già si stanno godendo la fine ... Foto, abbracci. Il Presidente mi rifila una medaglia avanzata dal 2024 (perché quella guadagnata sull'asfalto l'anno scorso è andata in frantumi).
La salita verso Garaguso è pacata anche se si oltrepassa il Ponte del Diavolo!
Nel paese mi fermo in un bar dove trovo il team di Ciclisport2000 e dove mi raggiungono anche Luca e Vera. Prendo un'aranciata con limone, poi un gelato, qualche chiacchiera.
Riprendo a pedalare, poco fuori l'abitato una grigliata in famiglia in una casa con il giardino direttamente sulla strada. Il profumo è onirico, mi scappa un buon appetito al quale, fortunatamente segue un semplice grazie!
Una larga strada in discesa nuovamente verso la Basentana, prima di attraversare la Statale si affianca per l'ultima volta la "mia ammiraglia" che si assicura sul mio stato di forma... Mi sento stanco ma penso di riuscire a rientrare a Matera. Luca e Vera non li rivedrò più, ho pensato più volte che erano li dietro a distanza, invece hanno imboccato la Basentana direzione Taranto... credere al fatto che erano pronti in mio soccorso però mi ha dato la forza di spingermi quel poco più avanti ai miei limiti e superare la tentazione di fermarmi.
La salita per Grassano è la più devastante, cinque chilometri e mezzo con tanti tratti tra il 9:12% uniti alla stanchezza di 140 km al dislivello già scalato e al caldo accumulato.
La cima sembra non arrivare mai i toponimi sono tutto un presagio: Piano di Croce, Tempa Serpente, Spineto. Il paese in alto sembra un gigante sdraiato.
Alla fine il quinto check point e ristoro... Prendo acqua dalla fontana ma ho lo stomaco chiuso, a fatica mangio un biscotto con la nutella, recupero un po' le forze pensando che ormai il più è fatto, tentenno davanti ad un bar ma riprendo a pedalare.
Da Grassano un'altra bella discesa verso l'Appia e poi con il vento alle spalle un lungo tratto di strada che taglia il fondo valle che è un autentico mare verde.
Vedo allontanarsi le sagome dei ciclisti davanti, consapevole che ormai è fatta conservo le ultime forze per le salite finali verso Matera. Al bivio di Casone ancora un gradito ristoro.
La divisa di "casa" è un passpartout per qualche chiacchiera in più con i ragazzi. Me la prendo comoda.
Passo il Bradano sul lungo ponte e lentamente la strada comincia a salire in quel mare verde che ora alza le sue onde intorno a me. Costa delle Giumente, Monte Timbro, Timmari ma non mi preoccupo, la corrente porta all'arrivo. Mentre attacco l'ultimo adesivo al bivio di Picciano mi ripassa nuovamente il Team di CicliSport2000, devo sottolineare che ero avanti perché loro le soste ufficiali e non se le godevano sul serio... e gli devo ringraziare anche per la bevuta pagata lungo la 106 quando ci siamo ribeccati sulla strada del rientro verso casa.
Prima del Borgo La Martella invece sono io a sorpassare tre cicloturisti belli carichi, ma non ho più la forza di parlare e chiedergli qualcosa, sfilo tra gli alberi verso le prime case per poi ricominciare finalmente l'ultima salita verso la zona PAIP.
Nello spiazzo la solita festa. Ultimo timbro e consegna della targa ricordo (direttamente dalla "presidentessa")!! Sotto il gazebo dove dieci ore prima si ritirava la carta di viaggio (per me sempre una reliquia) ora si possono prendere orecchiette salsiccia di Stigliano, birra. La stanchezza però mi ha chiuso lo stomaco e mangio il minimo per non svenire.
Tutti hanno i volti rilassati, stanchi ma sorridenti. Quando arriva qualcuno viene amichevolmente deriso dagli amici di team chi già si stanno godendo la fine ... Foto, abbracci. Il Presidente mi rifila una medaglia avanzata dal 2024 (perché quella guadagnata sull'asfalto l'anno scorso è andata in frantumi).
Ma i chilometri della Nove Colli Lucani restano ben impressi nella memoria, non solo delle gambe. La targa, la medaglia, la pergamena incorniciata al muro non mi ricordano soltanto le volte che ho attraversato il gonfiabile dell'arrivo ma anche e soprattutto tutti i momenti difficili, quando la fatica e i dolori erano più forti della voglia di pedalare, quando fermarsi è stata la scelta più saggia. Momenti che sono incastonati in una terra meravigliosa, io steso per terra tra Ferrandina e Pomarico, io steso per terra lungo la salita del Monte Croccia... Ogni tanto ritorno ... ogni giorno era una corsa ... sognare ad occhi aperti, sei felice e non lo sai (Haure)
Il vento che si muove tra gli sconfinati campi verdi che ondeggiano come un mare, un rapace silenzioso in stallo tra il cielo e la terra, il profilo che cambia velocemente e la voce della Basilicata che sussurra ci rivediamo presto!
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Complimenti 👏 👏 👏. Il tuo scritto mi ha coinvolto immensamente.
RispondiEliminaBravissimo nella descrizione del paesaggio e soprattutto nell'esposizione molto sentita degli stati d'animo.