LA NEBBIA

Prima o poi il cartello dei ciclisti da strada metterà una bomba sotto la mia bicicletta ... e boom!!
Ma io anche se sono peggio di loro (ndr), non sono come loro, o come alcuni di loro. Non quelli che incroci per strada che superi o che ti superano e saluti o magari anche no o magari invece inizi a parlare e nasce anche una bella conversazione, ma quelli di cui parlo male, come i professionisti in pensione, quelli che sparlano degli altri ciclisti, quelli dei trenini ciuff ciuff, quelli che si sbracciano e t'invitano ad unirti alla loro comitiva a due ruote pur vedendoti procedere nella direzione opposta: il penultimo sabato pomeriggio sulla Monacizzo-Lizzano mi esortava a tornare allegramente verso Campomarino urlandomi "Ueh ... gira", l'ultimo domenica mattina molto presto su Viale Magna Grecia prima mi fischia come ad un cane e poi "Ohe vieni con me!" manco fosse Gesù Cristo.

Ora il fatto di uscire da solo, oltre che dalla ricerca della pace e del silenzio è anche dettato dall'ottimizzazione di tutti gli impegni della mia vita, della mia compagna ed il suo lavoro, di mia figlia di sei anni la scuola e mille impegni, della nostra vita di coppia, della nostra vita di famiglia, del mio lavoro! Poi passo del tempo a studiare le strade che faccio, a cercare un significato nascosto dentro me su cui riflettere durante la pedalata, che per farmi cambiare strada ci deve essere davvero un buon motivo, più che un fischio o una semplice chiamata alle armi per una guerra che non mi appartiene.

Detto questo, domenica avevo deciso di andare verso Martina Franca e fare i 120 km della decima Granfondo di Strava, passare dal mio albero e fargli la fotografia di ottobre, prendere il caffè e il bocconotto al Tripoli, che ormai è normale come salutare tutte le lapidi che incontro lungo la strada.
E a Martina ci sono andato anche se non si vedeva, avvolta in una nebbia che da Montemesola fino a San Simone mi ha fatto pedalare ad intuito ricoprendomi di un sottile velo d'acqua.
All'inizio della salita di Pilano la nebbia si dirada, finalmente il sole filtra, me la prendo comoda facendo qualche foto lungo la salita.
Foto dell'albero, sosta al bar e prendo la strada per Villa Castelli (mai fatta prima), svolto per Grottaglie, Madonna della Fontana, prendo delle arachidi a Monteiasi, rientro verso San Giorgio e prima di entrare a San Donato svolto in direzione Leporano per concludere il giro passando dalla litoranea.
Cazzeggio intorno e sulla strada di casa per essere sicuro dell'approssimazione del gps, e poi basta così.

Forse la prossima pedalata la dovrò studiare ancora meglio, mandare una squadra che bonifichi il percorso ed uscire con qualche uomo di scorta o continuando proprio così, uscendo da solo nel silenzio, senza incontrare nessuno e sparendo nella nebbia del tempo.

Buffoluto
silhouette
Pilano con la calma di fare le foto
Tripoli
alla fine di nuovo il mare

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