UN TEMPORALE IN CAMPAGNA
"Dimmi che è un sogno ... Giovane voce non avere paura del buio ..."
La città affogata dal temporale di ieri sera, ma mi sveglio con la voglia di pedalare e le stelle che brillano nel cielo striato dalle nuvole.
E' molto presto, "Ci vorrebbero luci, 1000 luci ci vorrebbero luci, solo luci".
Avrei voluto andare a Ceglie ma le gigantesche pozzanghere che incrocio dopo i primi chilometri mi fanno cambiare idea e percorso, meglio restare sulla litoranea.
Così inizio a pedalare lungo una trincea in fase di disarmo, le spiagge deserte, l'aria fresca e le case serrate già pronte per il loro umido letargo invernale.
Sembra tutto perfetto, le gambe girano e la testa si svuota lo sguardo si abbassa leggermente sotto la linea dell'orizzonte, varie tonalità di grigio granuloso scorrono veloci, poi il vortice della ruota, infine l'occhio che punta il display del Garmin e accade che la velocità corrisponde perfettamente ai km percorsi ed entro in trance, accelero poco alla volta riuscendo a mantenere questa simbiosi per un tempo che sembra molto più dilatato di quanto in realtà sia ... Vado avanti.
Mi fermo all'ingresso di Campomarino per far colazione, faccio due chiacchiere di routine con il barman, l'estate sta finendo, il tempo ... E le sue parole "Oggi non pioverà!" che dovrebbe tatuarsi sull'avambraccio al posto del nome della figlia!
Riparto senza nessuna fiducia nell'oracolo del chioschetto, ma ormai voglio arrivare a quota 100 e quindi devo arrivare a Torre Colimena.
La pedalata prosegue serena, e non mi volto mai indietro.
Giro lo sguardo quando alla torre vado a destra e punto verso la salina il cielo sul mare è nero, non servono algoritmi e previsioni, sulla strada del ritorno prenderò acqua.
Quindi non mi scompongo e con la stessa calma con cui sono arrivato inizio a tornare indietro.
La mia unica preoccupazione è trovare un riparò quando inizierà a piovere forte.
Per chiudere il cerchio sarei voluto arrivare a Campomarino e ripararmi nel chioschetto, ma la tempesta mi coglie dopo Torre Borraco, a 5 km da Campomarino per la precisione. Trovo riparo in una casetta diroccata sulla costa, mi godo da una finestra senza vetri e senza infisso la violenza del temporale che aumenta, i tuoni che rombano sulla testa e i fulmini che scaricano a mare ... Bellissimo.
Poco più di una mezz'ora di attesa, poi riparto con la pioggia che svanisce e il sole che torna a splendere subito dopo la pineta di Commenda.
Inizio ad incrociare gente che va a mare mentre io continuo sempre più velocemente il ritorno a casa:
"Ma al buio le facce sembran sempre migliori. Sono il nemico sputato delle vostre bugie
sono quello che è entrato senza avere l'invito ... Ci vorrebbe il mattino che scaccia fantasmi ..."
La città affogata dal temporale di ieri sera, ma mi sveglio con la voglia di pedalare e le stelle che brillano nel cielo striato dalle nuvole.
E' molto presto, "Ci vorrebbero luci, 1000 luci ci vorrebbero luci, solo luci".
Avrei voluto andare a Ceglie ma le gigantesche pozzanghere che incrocio dopo i primi chilometri mi fanno cambiare idea e percorso, meglio restare sulla litoranea.
Così inizio a pedalare lungo una trincea in fase di disarmo, le spiagge deserte, l'aria fresca e le case serrate già pronte per il loro umido letargo invernale.
Sembra tutto perfetto, le gambe girano e la testa si svuota lo sguardo si abbassa leggermente sotto la linea dell'orizzonte, varie tonalità di grigio granuloso scorrono veloci, poi il vortice della ruota, infine l'occhio che punta il display del Garmin e accade che la velocità corrisponde perfettamente ai km percorsi ed entro in trance, accelero poco alla volta riuscendo a mantenere questa simbiosi per un tempo che sembra molto più dilatato di quanto in realtà sia ... Vado avanti.
Mi fermo all'ingresso di Campomarino per far colazione, faccio due chiacchiere di routine con il barman, l'estate sta finendo, il tempo ... E le sue parole "Oggi non pioverà!" che dovrebbe tatuarsi sull'avambraccio al posto del nome della figlia!
Riparto senza nessuna fiducia nell'oracolo del chioschetto, ma ormai voglio arrivare a quota 100 e quindi devo arrivare a Torre Colimena.
La pedalata prosegue serena, e non mi volto mai indietro.
Giro lo sguardo quando alla torre vado a destra e punto verso la salina il cielo sul mare è nero, non servono algoritmi e previsioni, sulla strada del ritorno prenderò acqua.
Quindi non mi scompongo e con la stessa calma con cui sono arrivato inizio a tornare indietro.
La mia unica preoccupazione è trovare un riparò quando inizierà a piovere forte.
Per chiudere il cerchio sarei voluto arrivare a Campomarino e ripararmi nel chioschetto, ma la tempesta mi coglie dopo Torre Borraco, a 5 km da Campomarino per la precisione. Trovo riparo in una casetta diroccata sulla costa, mi godo da una finestra senza vetri e senza infisso la violenza del temporale che aumenta, i tuoni che rombano sulla testa e i fulmini che scaricano a mare ... Bellissimo.
Poco più di una mezz'ora di attesa, poi riparto con la pioggia che svanisce e il sole che torna a splendere subito dopo la pineta di Commenda.
Inizio ad incrociare gente che va a mare mentre io continuo sempre più velocemente il ritorno a casa:
"Ma al buio le facce sembran sempre migliori. Sono il nemico sputato delle vostre bugie
sono quello che è entrato senza avere l'invito ... Ci vorrebbe il mattino che scaccia fantasmi ..."
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