LA VOGLIA FUORI MENU' DI MARTINA

Durante la settimana cerco di mettere a fuoco l'uscita del sabato o della domenica e questa volta ero un po' a corto di idee originali tanto è che mi ero settato per la terza uscita STONERIDE lungo le varie salite della Murgia Tarantina.
Poi giovedì sera durante il beerFLOw parlando con Martina viene fuori la storia del Monte Sant'Elia tra Massafra e Mottola.
Venerdì mattina ci ritroviamo in chat per decidere tra la Murgia partendo da San Simone, una più impegnativa scampagnata in Basilicata o la proposta di Monte Sant'Elia.
Un rapido scambio di idee e decido di accontentare "la voglia fuori menù" di Martina.
Circa vent'anni fa sono stato per lavoro in quella zona e ricordavo ancora bene la strada che dal bosco scendeva nella vallata  per poi aggirare il monte ed aprirsi al panorama su Mottola arrivando fino alla fine del percorso asfaltato davanti il centro visite dell'Oasi del WWF.

Preparo un tragitto di massima partendo da casa e scelgo di risalire verso Massafra dal fiume Tara e poi iniziare a scalare costeggiando una gravina.
Il tratto in uscita da Taranto è il solito, traffico, statale centosei e complanare.
Meno impegnativo e più rilassante invece l'avvicinamento a Massafra passando il consorzio di bonifica Stornara e Tara per poi tagliare le campagne.
Sosta caffè lungo la statale appia in un bar casinò, poi comincia l'avventura.
La strada inizia a salire, stretta tra gli ulivi e i muretti a secco, con una pendenza non esagerata e diversi falsi piani su gradoni di terreno, poi la strada curva a novanta gradi e inizia a risalire più bruscamente costeggiando la gravina Portico del Ladro.
La fitta vegetazione lascia solo intravedere la parete opposta della gravina, arriviamo in cima e ci spostiamo per qualche chilometro alla base del Monte Sant'Elia arrivando all'imbocco della salita che conosciamo bene, quella che porta al Piano della Cernera. La scalata si fa più impegnativa alla fine del primo rettilineo, dopo la seconda curva, decido di provare a salire in maniera più decisa, lasciando la compagnia di Martina e Luca, ma senza strafare.
Dalla sommità riesco a fotografare le loro sagome in un tratto lucente di asfalto in mezzo alla vegetazione, peccato non avere un obbiettivo diverso!

Quando anche loro scollinano, rifiatiamo per un po' e prendiamo una strettissima stradina che tra masserie e isolate abitazioni ci porta sulla provinciale che collega Martina Franca a Mottola.
Qualche chilometro in direzione Mottola e poi svoltiamo a sinistra sulla strada che porta all'oasi del WWF.
Esattamente come la ricordavo, come se ventanni non fossero mai passati, la strada scende dentro un fitto bosco spoglio e in prossimità dell'unica masseria si distende in una piccola ma suggestiva vallata in cui mucche, pecore e maremmani sembrano essere l'unica compagnia.
La strada inizia nuovamente a salire quando ricomincia il bosco, oltrepassiamo la sbarra chiusa del centro e proseguiamo per qualche altro chilometro.
Mottola appare dopo una curva sullo sfondo e per la prima volta la traguardiamo dall'alto!.
Entriamo nello spiazzo e per circa mezz'ora lasciamo le biciclette, mangiamo qualcosa e ci riscaldiamo al sole sedendo sulla calda pietra viva del terreno respiriamo la bellezza di un panorama inusuale.
La strada del ritorno sarà praticamente la stessa ma al contrario, e naturalmente li dove si è faticato in salita lasceremo che il vento della discesa distenda i visi e rilassi i nostri muscoli.

Un'uscita quasi improvvisata questa ma pienamente appagante, ricca di spunti e scoperte, una strada soprattutto quella che costeggia la salita davvero entusiasmante. Brava Martina per l'ottimo spunto:
Che facciamo sabato prossimo?

Massafra chiesa di Sant'Agostino
verso Mottola
gravina Portico del Ladro
Mottola sulla destra
Luca e Martina nel grigio
in cima al piano della Cernera
la strada verso l'oasi
vallata 
Hai visto quei maremmani??
si sale sempre
quercia
spine
ora di scendere
Mottola grande protagonista
hai mai visto Mottola dall'alto?
momento muuh

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