MANGO A LAGONEGRO

E' da molto tempo che volevo percorrere la ciclovia Lagonegro - Rotonda che riprende il tracciato della Ex Linea Ferroviaria Calabro-Lucana inaugurata nel 1929 e dismessa negli anni ’70.
Messo da parte l'entusiasmo da ciclista, credo che riutilizzare e salvaguardare queste "impressionanti" opere di ingegneria sia fondamentale, per memoria, per rispetto alla fatica di chi ci ha lavorato e come esempio di chi troppo facilmente propone grandi opere di discutibile interesse. 
( su Facebook potete dare un'occhio dall’Archivio D’Alessandro dalla pagina “il rimorso”

Il solito giro di telefonate e messaggi ed ecco che si riesce a creare anche un bel gruppetto, Giorgio e Mister N, Peppe, Pio 7Years ed Io.
La mia idea iniziale era quella di pedalare esclusivamente sulla ciclovia A/R, ma Mister N propone una variante nel percorso che da Castelluccio Superiore, in salita costante, ci porta verso la Madonna del Soccorso a quota 1100 mt sul Monte Zaccana e ritorna indietro, chiudendosi ad anello, verso Piano Cataldo e rientrando sulla ciclovia dopo Pecorone, scegliamo questa opzione che chiuderò (le mie statistiche) con 60 km per 1300 mt + .
La giornata è bellissima partiamo dal Lago Sirino, dove lasciamo le macchine ed intercettiamo la ciclovia dalla stazione di Nemoli. Il fondo è cementato e pulito, perfetto direi, probabilmente percorribile anche con la bicicletta da corsa ... , il tracciato segue il fianco della montagna poco al di sotto della linea dell'Autostrada Salerno-Reggio Calabria, attraversando una vegetazione fitta che tiene al fresco la nostra prima parte di pedalata, dopo la prima breve galleria ed un paio di ponticelli su dei fragorosi corsi d'acqua che scendono dal costone arriva subito la Galleria della Rosa, un chilometro e mezzo non illuminato (fondamentale l'utilizzo delle luci) in cui si possono provare una vasta gamma di emozioni:
Quella termica per prima, con un calo istantaneo di circa 10°, la curiosità che a tratti diventa paura, il silenzio, la calma che diventa inquietudine, un primordiale e rassicurante fascino materno con un più lugubre senso di fine!
Superato tutto questo, insieme anche alla roccia che trasuda acqua lasciandola cadere in infinite venature liquide o come improvvisi stillicidi gravitazionali, inizi a vedere in lontananza un punto di luce che lento s'intensifica fino ad abbagliarti nel momento in cui si esce dalla galleria. La temperatura ritorna a salire, gli occhi si settano nuovamente sulla realtà circostante.
Quando la vegetazione si dirada la vista cade verso la valle sottostante ricca di verde, fino ad incrociare Lauria, oltre alle gallerie, Serra Rotonda, la Pastorella, del Galdo, suggestivi sono i passaggi sui ponti, quello metallico subito dopo il cimitero e quelli in muratura più avanti, oltre agli edifici delle vecchie stazioni in completo stato di abbandono e meritevoli anche loro di un restauro ed un nuovo utilizzo.
Il tracciato per alcuni tratti si fonde con la viabilità normale, comunque sempre a bassa densità di traffico, anche quando siamo sulla Statale delle Calabrie al cospetto di una statua raffigurante un ibrido tra Gesù e Barry White.
Una piccola sosta per prendere un panino per Peppe e poi continuare ancora lungo la sede delle ciclovia (in alcuni punti andrebbe sfoltita la vegetazione che si ramifica ed invade il percorso), ingenuamente saltiamo l'approvvigionamento ad una fontana.
Lasciamo definitivamente la ciclovia all'incrocio con Castelluccio Superiore, fermandoci ad un panificio e prendendo l'unica forma di focaccia bianca e una busta di taralli.
Iniziamo la salita verso l'abitato vero e proprio, ma prima di arrivarci (non fate questo errore, entrate in paese e fate rifornimento, soprattutto idrico) svoltiamo su una strada laterale che con una serie di tornanti devastanti (Tornanti Killer il nome del segmento su Strava) ci catapulta all'istante sopra l'abitato e continua a risalire, ininterrottamente, verso il Monte Zaccana. Il caldo e la faticaccia si fanno ora sentire, qualcuno ha finito l'acqua e chiede misericordia a chi l'ha centellinata.
Si continua a salire mentre le campane di una mandria riecheggiano tra la fitta vegetazione poco più in basso.
La strada ruota su se stessa lungo lo sterrato che ci conduce verso la chiesa, sulle nostre teste il drone di Giorgio... Una prima fontana rotta, un amara illusione, ma poi a pochi metri dalla scalinata che sale verso l'ingresso dell'edificio un'altra fontana, funzionante, fresca. La Madonna del Soccorso (letteralmente) ... Qualcuno, e non dirò chi, passa dalle bestemmie al segno della croce!
Aggirato l'edificio la vista sulla vallata è bellissima, ripagandoci per buona parte della fatica fin qui fatta. Il drone vola libero su uno spazio infinito. 
Mangiamo quello che abbiamo comprato lungo il percorso per poi ripartire tornando indietro per qualche chilometro ed imboccando uno sterrato, per alcuni tratti una pietraia, che taglia tra i boschi fino a Nanze Rotonda, poco prima passiamo in mezzo a delle mucche e dei vitellini, apparentemente liberi.
La strada nuovamente asfaltata ci porta in zona Castello di Seluci, dove il campanile a matita della chiesa ha un fascino non indifferente.
Da qui in avanti lo scenario sarà dominato dall'onnipresente sagoma del Monte Alpi, mentre la strada sempre asfaltata e ben tenuta scivolerà tra la vegetazione verdeggiante, alternando salite e discese, zone in pieno sole e tunnel ombreggiati rinfrescanti. Piccoli agglomerati di case e una pace rilassante.
In contrada Seluci ritroviamo la strada che con Peppe percorremmo nel  Coast to Coast Lucano nel 2020, ma lui non se la ricorda.
Saliamo al valico di Serra Cavallo per poi scendere finalmente verso Pecorone e riprendere la ciclovia.
Il giro riserva ancora delle sorprendenti emozioni. Tutto il tratto della ciclovia ora è in leggera salita, quando arriviamo in prossimità dell'ingresso della Galleria della Rosa, veniamo investiti da un'aria gelida che esce dal tunnel, un inferno condizionato... Il buio ci avvolge nuovamente e posso tranquillamente dire che fa freddo!
Proseguiamo ancora dopo la stazione di Nemoli per andare verso un punto panoramico in cui poter ammirare dall'alto il lago Sirino, infine scendiamo alle sorgenti del lago, dove l'acqua, gelida, dalla terra riempie la conca.
Giro finito.
Una piccola sistemata e scopriamo che Giorgio, oltre a ciclista e appassionato videomaker, è anche un produttore di birra artigianale.
Rinunciamo, momentaneamente, alle classiche bottiglie di fine giro per sorseggiare la sua GIO BEER tenuta al fresco in una borsa termica. 

 

Una bellissima giornata in bicicletta. Un giro non lunghissimo ma intenso ed impegnativo. La MTB mi trasporta sempre in una dimensione ciclistica differente, più rilassata e tranquilla.
Quello che poi mi sconvolge sempre di queste zone è il silenzio e il traffico quasi inesistente.
Una figata entrare nelle viscere della terra e poi puntare verso il cielo in così poco, passare dal buio al cielo limpido e assolato.
La ciclovia va oltre le mie aspettative anche se Mango a Lagonegro siamo arrivati!














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