GIOVEDI' SPECIALE


Cantava Bruno Lauzi
"l’ultima corsa che finì la storia di quel giovedì speciale la storia di quel giovedì speciale che storia fu
quel giovedì speciale eh!
Ed oggi è stato proprio un giovedì speciale. Non avevo pianificato niente a parte un giorno di ferie e poi la mattina dopo aver lasciato Emma a scuola eccomi pronto in sella da un'irriconoscibile San Simone, senza le siepi il parcheggio dietro la piazzetta e meno intimo!
Salgo da Pilano e dopo la masseria una telefonata, mi fermo. Quando riparto distrattamente interrompo il tracciamento GPS, riparto da +4 km e +100 mt!
Lungo la salita incrocio uno scuolabus vuoto, nel bosco l'umidità si percepisce in maniera più intensa, quando la strada spiana mi volto e scorgo in lontananza un altro ciclista che però non mi raggiunge e probabilmente all'incrocio prende una direzione diversa. Io proseguo verso Martina Franca sull'asfalto liscio della SP 49. Mi tengo lontano dal traffico di una mattinata infrasettimanale e dopo aver tagliato dalle case popolari, risalgo da via Chiancaro e poi una volta attraversata la Provinciale che porta verso Alberobello Noci mi immergo in una dimensione ancora più dilatata e morbida.
E' qui che mi risuonano in testa le note del Devil Quartet di Paolo Fresu, naturalmente la canzone è ancora Giovedì!!
La vita scorre piano, tra piccole aziende agricole, qualche casa abitata da dove si propaga nell'area il profumo del bucato steso, quasi sempre su grossi trespoli con le ruote sotto, il vociare di alcuni operai che stanno ristrutturando un gruppo di trulli che solo qualche mese fa, in un mio precedente passaggio su questa stradina, erano ancora pietre grigie avvolte nei rovi.
Il sole, anche se velato scalda maggiormente l'aria e si sta benissimo in bicicletta.
La mia idea è quella di fermarmi a Locorotondo e fare colazione, ma quando arrivo all'incrocio con la strada Volza e leggo il cartello Alberobello decido di bypassare anche Locorotondo e godermi in pieno l'atmosfera tranquilla di questo giovedì mattina in Valle d'Itria, talmente tranquilla che la strada la percepisco in maniera diversa e mi sembra di non averla mai fatta ed invece solo quando arrivo all'incrocio finale a poche centinaia di metri dall'innesto con la SS 172 realizzo dove mi trovo e che quella strada l'ho percorsa tantissime altre volte.
Qualche altro colpo di pedale e sono dentro Alberobello. Nella zona del palazzetto dello sport autobus scaricano ancora gruppi di turisti, stranieri per la stragrande maggioranza, li riconosci quando li senti parlare, ma prima ancora da come sono vestiti!
Nella zona dei trulli non c'è la confusione ed il caldo dell'estate e probabilmente questo è il periodo migliore per far visita a questo posto che rimane incredibile, sempre.
Il bar dove mi fermo di solito è pienissimo, così ne trovo un altro in piazza del Popolo, 2€ un caffè e un biscotto di halloween.
Il giovedì ad Alberobello c'è il mercato, e devo fare qualche zig zag passando anche qui da un quartiere di edilizia popolare che a pochi metri da un sito Unesco ti trasporta in posto "anonimo" uguale a cento altri, ritrovo la strada di Contrada Villa Curva che dopo il passaggio sotto il ponte ferroviario serpeggiando conduce fino ai piedi della chiesa del Barsento, la salitella passa in scioltezza.
La chiesetta è aperta e faccio una visita più attenta, mentre sono al centro davanti all'altare un signore che si era staccato da un gruppetto all'esterno mi guarda e forse per la mia area mistica, forse per i paramenti quaresimali fuori stagione, forse per prendermi un po' per il culo mi dice "sembri un reverendo!!".  





Quando esco ascolto un po' di spiegazioni che la guida sta dando al resto del gruppo e scopro un paio di cose che non conoscevo.
Esco sull'asfalto e barcollanti sulla salita un paio di ciclisti, inglesi dall'accento, si accodano per l'ultimo tratto. Più avanti un furgone con carrello porta bici di un tour operator (che non avevo mai visto prima) con due ragazze gli aspetta per un ristoro volante, le saluto ma non ho la faccia tosta di scroccargli qualcosa, de resto sto pedalando con una tale calma che non userò neanche le mie barrette e gel.
Svolto sulla parallela (strada che per me significa ormai la fine del percorso lungo de La Matta e arrivato alla periferia di Noci mi tengo anche questa volta lontano dall'abitato e seguendo la via più esterna prendo la direttrice per Massafra/Mottola.
Le abitazioni scompaiono lasciando il posto a spazi immensi. Pascoli e terreno arato e concimato che profuma di super stallatico. In un saliscendi continuo dal culmine dei dossi s'intravedono le geometrie bianche di masserie al centro della vegetazione o in fondo a viali sterrati come l'imponente masseria Palazzi. 
Il passaggio di Provincia è segnato da una salita che mette più paura a vederla che a salirla.
Svolto ancora su una strada laterale allungando ancora tra i campi per poi intercettare la provinciale che dal "pallone" porta verso Mottola attraversarla ed allungandomi verso masseria Colucci e Papa Filippo. L'asfalto non è dei migliori ma lo preferisco in cambio di un minore passaggio di auto che in realtà per tutta la giornata è stato davvero irrilevante, ancora si sente il profumo degli alberi, anche se meno intenso rispetto a settembre.
Ultimo strappetto verso le antenne della Trazzonara e poi giù per il Parco delle Querce, quasi senza mai pedalare fino a San Simone. 
Giusto il tempo per la classica birra di fine e tornare a Taranto in perfetto orario per l'uscita di Emma.
Che Giovedì davvero speciale. 




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