GRAVINE E BINARI

"Nino caduto dal cielo" in senso figurato ma non troppo!!

La settimana si chiude in maniera pessima, inutile nasconderlo. Uscire dal lavoro con i crampi allo stomaco come non accadeva da molto tempo.
Poi la pioggia, la restante parte del venerdì passato insieme ad un amico di vecchia data, il sabato mattina con le solite faccende da sbrigare e la pioggia battente a farmi scordare di tutto, un'intensa pratica di yoga e la serata in birreria con amici. Nel frattempo la proposta di Nino e Peppe per un'uscita in gravel la domenica mattina è ancora in ballo, ma poi riesco a far coincidere tutto il resto e a dire ad un ormai rassegnato Peppe che ci sarò anch'io. Appuntamento alle 08:30 allo spaccio di San Basilio, insieme a Nino ci sono anche Vito e Tiziana, che varie volte avevo visto nelle foto di precedenti uscite ma che non avevo mai visto di persona.
Presentazioni, si preparano le bici e in tranquillità si parte.
L'ho già scritto altre volte, quando organizza Nino è una garanzia, al punto che non carico neanche la traccia sul Garmin... Questa volta poi le mie aspettative erano altissime perché se pur conoscendo molto bene il territorio intorno a Mottola per vari lavori di cartografia di qualche (molti) anni fa, con la bicicletta ho sempre avuto poche occasioni per girarci, infine la prima vera fredda giornata invernale ci regala un'aria tersa cristallizza ed esalta i colori della natura, che qui più che altrove sono dilatati a perdita d'occhio sulla superficie.
Già nei primi 100 mt. di pedalata gli spunti iniziano ad affollarsi in testa. Lasciato alle spalle il frastuono della Statale il terreno si apre sulla sinistra con grandi campi mentre sulla destra l'imponente e misteriosa sagoma del Casino del Duca mi fa ricordare di vecchie storie che mi ha raccontato un contadino qualche anno fa (mentre cartografavo la zona) e articoli ritrovati sul web. Bisognerebbe esplorarla per bene.
Tagliamo vasti campi lungo una provinciale che ondeggia sul terreno dove il verde si alterna al marrone scuro incorniciato da un giallo acido.
Prendiamo il primo tratto sterrrato 3,5 km da subito impegnativo per via della terra bagnata solcata di recente da grossi mezzi da lavoro in un cantiere adiacente.
L'aria si satura del profumo intenso della distilleria poco distante, la traccia ci porta a costeggiare la vecchia linea ferroviaria Castellaneta-Gioia del Colle che intercettiamo in corrispondenza del Ponte della Renella, da qui la linea ferroviaria è stata trasformata in una bellissima ciclopedonale (gia pedalata altre volte) che arriva fino a Castellaneta e poi a Palagianello. Cinque chilometri di battuto e poi il passaggio all'interno di una galleria ci proietta direttamente nell'abitato che attraversiamo per un altro breve tratto di ciclopedonale, poi scendiamo verso la gravina di Santo Stefano e attraversando i campi in single track ci ritroviamo sull'Appia dove lo sguardo cade subito sul bagliore accecante del Mar Jonio illuminato dal sole. Una lunga e velocissima discesa prima asfaltata poi sterrata costeggia dall'altro lato la gravina fino al bivio di Pagliarone.
Un breve tratto di provinciale per poi svoltare ancora su una comunale in direzione Masseria Varola e Ponte dello Spineto. Prima di iniziare una lenta ed inesorabile ascesa Nino decide di ottimizzare il percorso testando una variante, un po' troppo selvatica, poi come detto si risale la gravina di Pentimella lungo una stretta strada nel bosco, poi si ottimizza ancora risalendo sul Monte Santa Trinità da dove la vista sul golfo luccicante è fenomenale! Ancora in salita verso le antenne con il timore di ritrovarci su una discesa troppo ardita ed impraticabile per le nostre gravel, anche il passaggio, mentre eravamo indaffarati a fotografare il panorama, di un ciclista con la downhill e il casco integrale non promette niente di buono, ma alla fine la discesa è sicurissima e pedalabilissima.
Ancora asfalto, poi incrociamo una strada sterrata che porta a due torri di sollevamento dell'acquedotto.
Nino e Vito consultano le mappe, io sono pronto a tutto e già da un pezzo, tolto il riferimento del mare, non so assolutamente in quale punto tra Castellaneta, Laterza o Ginosa cci troviamo!!
Valutati i pro e i possibili contro si decide di entrare nella strada dell'acquedotto iniziando a pedalare verso le torri. A km chiusi i contro sono solo due grossi cancelli chiusi dell'EAAP da scavalcare con bicicletta al seguito i pro un meraviglioso sterrato che taglia l'altopiano e poi scende come una lama verso la pianura in cui il mare ancora una volta abbaglia da lontano. 
Lasciamo la condotta sotto le nostre ruote svoltando su un passaggio laterale stretto da muretti per poi attraversare la piana di Selva San Vito ed imboccare la strada che costeggia la maestosa gravina di Laterza alla quale non possiamo negare un suggestivo affaccio.
Continuiamo verso Laterza dove la fame si fa sentire, lasciati i bar della piazza chiediamo informazioni su un forno aperto di domenica mattina e raccomandati da un certo Tuccino troviamo il nostro forno.
Per un prezzo davvero ridicolo compriamo prima della focaccia classica, poi quella con lo sponzale (dobbiamo purtroppo rinunciare momentaneamente alla birra) che però da qui in avanti resterà un pensiero fisso!! 
Lasciamo Laterza non prima di una pompata alla ruota posteriore di Vito e poi con una lunga e silenziosa alternanza di asfalto e sterrato rivediamo dal basso i punti percorsi prima sul lato destro.
Campi a perdita d'occhio e qualche masseria, poi si scende ancora per incrociare nuovamente Ponte dello Spineto.
Procediamo lungo la Provinciale per risalire in direzione Castellaneta dove faccio un fuori giri per tirarmi come i bambini con Peppe,  rientriamo nuovamente sulla ciclovia proseguendo verso Palagianello passando per il Ponte di Santa Lucia e poi risalendo la gravina fino a Serra Pizzuta, proprio prima che l'autostrada si tuffi definitivamente verso la barriera di Taranto, quel punto in cui quando rientravi in auto da una lunga trasferta di lavoro sentivi echeggiare nella testa la parola casa... anche se poi mancavano ancora una quarantina di chilometri.
L'autostrada suona amplificata negli spazi aperti e l'abbaiare dei cani.
Quell'autostrada è un muro Pieno di felicità, no, no Ed io rimango sveglio Cercando qualcuno che vuole fumare a metà E correndo te ne vai Chiudi gli occhi e non ci sei... E non so che giorno è.
Pedaliamo in contrasto per molto con l'autostrada, affiancandola, passandoci da sopra e da sotto, una guerra impari: Il bianco e il nero, il bene e il male, i palestinesi e la politica genocida di Netanyahu...Mentre il buio se ne va Ti ritrovi a testa in giù!!
Rientriamo alle auto, il sole ormai basso, il freddo più pungente, la stanchezza, lo sponzale che urla vendetta!!
Andiamo alla Sala Azzurra dall'altro lato della strada, un doppio giro di birra, qualche focaccia, delle crespelle con gamberi e pistacchio, il pollo, come quando si fumavano le canne a scuola, le patatine in busta, il dolce e il caffè!
La strada verso casa in auto, in discesa verso un mare che si colora di tungsteno sotto un sole arancio.
La conclusione perfetta di un perfetto fine settimana.
Un giro con il bollino verde. Non facevo tante foto in una pedalata da una vita, 170 per la precisione, ok molte non servono ma è un ottimo indice di gradimento, così come non restavo davanti al pc a ripercorrere mappe ed emozioni traducendole, solo in minima parte, in parole. Bella la compagnia di Vito e Tiziana, Peppe sempre un confort friend, Nino che ha fatto il lavoro sporco, Nino caduto dal cielo: Prendete e pedalatene tutti!













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