REVERSE ANGLE AND KARMA

REVERSE ANGLE (liberamente tratto dal post di Ezio Avarello)
È stata una settimana difficile la mia. In una vita normale, la precedente, sarei stato due giorni a letto, nel silenzio della mia camera, a guardare il soffitto e a farmi schiacciare. E invece... tra delusioni e ossessioni nella testa, sguardo perennemente da decifrare, gola infuocata per le parole che non voglio gridare, ogni colpo di palpebra come una tempesta nell'anima ... il maledetto senso del dovere mi ha imposto di fottermene e di continuare come se nulla fosse. Mercoledì poi, a peggiorar le cose, la sorpresa, come l'appuntamento al buio o un fendente lucente nelle spalle e le relative bestialità, dette e scritte da chi evidentemente non vuole capire.Non venero DEI che puniscono, vivo e lascio vivere male. Questo è il mio mantra!
Il canto della sirena, anche stamattina è stato irresistibile, la mia vita normale, preparo la colazione per tutta la famiglia, un pò di pulizie in casa, do un passaggio alla mia compagna a lavoro, porto nostra figlia alla messa ... ma il corpo non ne vuole sapere di fermarsi e alla fine vince sempre lei. Ho due ore libere, senza impegni e senza che me ne accorgo, mi ritrovo già in strada insieme a lei, la mia bicicletta.
Ho pedalato anche ieri, poca roba, ed anche oggi sarà uno scherzo, decido per un percorso che non prevede incognite, matematico, 2 ore 50 km a 25 di media minimi.
Il respiro è controllato, rettangolare! Le gambe girano senza sosta, e la bicicletta scorre sull'asfalto.
Ormai è tardi per le mie abitudini, la maggior parte dei ciclisti gli incrocio che stanno tornando verso Taranto, li saluto perché si deve fare! Poi, all'improvviso, incrocio una sagoma amica, lo vedo procedere contro vento e subito dietro di lui uno stuolo di professionisti della domenica pronti ad inghiottirlo e a dirgli sicuramente ... "mettiti a ruota" per poi abbandonarlo senza nessun tipo di rimorso. Lui mi manda un cenno di saluto, a stento ha la forza di alzare un braccio dal manubrio. Gli sorrido, e gli lancio un: "Ehilà! Ciao Ezio". Io proseguo nell'inseguimento perpetuo della pace che mi manca, quella che ricerco attraverso la fatica, la riflessione, la solitudine, tutte cose che la bicicletta amplifica al massimo, lui, invece ... sicuramente verso Taranto, e senza ancora aver letto la sua storia, gli riconosco la forza e la determinazione di pedalare, oltre la velocità, oltre il gruppo che ti spinge, oltre la settimana che ti opprime. Buona strada, EZIO, gli Dei faranno incrociare nuovamente le nostre strade e le nostre vite.

KARMA
Sono al giro di boa, 25 km in poco meno di 50 minuti ... qualche fotografia e poi riparto verso casa.
Sono davanti a lido Beirut e sul dosso del canale Ostone scorgo la sagoma di due ciclisti, il mio solito obbiettivo è quello di raggiungerli, succederà poco prima di Jamaica, mi metto in coda e parlando parlando gli offro il caffè al Gabbiano.
Poi più avanti mi tocca spingere, e salutarli perché il tempo stringe e la routine degli impegni si rimette in movimento quando i pedali finiscono di girare.
Mi salutano a colpi di clacson ... quando io invece per salutare tornavo indietro! Ma tutti vanno di fretta, si tengono mano nella mano, si abbracciano, si salutano, ma non tornano indietro, non torno più indietro.
Una pedalata solitaria in cui vedi tanti sconosciuti, saluti qualche amico, dai un arrivederci ... dai un addio ... torni indietro per dire Ciao e magari riuscire a strapparmi un pensiero positivo.

sulla sottile linea dell'orizzonte

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