BLACKHAUS
Mi sono addormentato nella mia tenda, nella mia casa senza luce insieme ad una zanzara che non ha visto l'alba.
Nel pomeriggio ho tanto da fare, che anticipo qualcosa alla tarda mattinata e rimando ancora il mio giro di CAST/ERA !!
Vado sul facile e sicuro lungo una pre/estiva desolata litoranea alle sei del mattino. Senza troppe soste superflue, ma non senza ascoltare la risacca dell'acqua che smaltisce la mareggiata degli ultimi giorni o arrampicarmi su una duna per essere unto dalle fragranze della macchia, e con un leggero vento alle spalle arrivo a Campomarino dove finalmente ha riaperto il mio chioschetto bar preferito, caffè e dolcetto.
Inverto il senso di marcia prendendo la parallela interna più prossima alla linea di costa, il vento aumenta leggermente, ma sarà perché ora soffia frontale.
La campagna che muta talmente tanto in poche settimane e l'aria intrisa di quel profumo che sa di crema solare ed invece è solo il diserbante sparso tra i filari dai piccoli trattori.
Al bivio della Bagnara mi raggiunge un ciclista con il quale nasce una bella e silenziosa intesa, ci diamo cambi regolari e procediamo ai 30 di media fino all'ingresso di Pulsano, dove le nostre traiettorie divergono.
Ci salutiamo ed andiamo avanti da soli, prendo una pessima strada che non volevo neanche prendere dove l'asfalto rappezzato fa il resto.
Non manca troppo a casa, dopo aver tagliato attraverso una moltitudine di tapparelle semi chiuse al Sol dell'avvenire scendo per l'ultima calle, un modesto ed intenso strappetto per aprire gli occhi e il cuore e l'anima in progressione al grigio dell'asfalto, al verde della vegetazione, al blu del golfo di Taranto, al profilo lontano e definito della Calabria, all'azzurro del cielo che scala di tonalità fino a richiudersi su se stesso alle mie spalle.
Sono all'uscita anche se sono lanciato in volata in direzione opposta!
Nel pomeriggio ho tanto da fare, che anticipo qualcosa alla tarda mattinata e rimando ancora il mio giro di CAST/ERA !!
Vado sul facile e sicuro lungo una pre/estiva desolata litoranea alle sei del mattino. Senza troppe soste superflue, ma non senza ascoltare la risacca dell'acqua che smaltisce la mareggiata degli ultimi giorni o arrampicarmi su una duna per essere unto dalle fragranze della macchia, e con un leggero vento alle spalle arrivo a Campomarino dove finalmente ha riaperto il mio chioschetto bar preferito, caffè e dolcetto.
Inverto il senso di marcia prendendo la parallela interna più prossima alla linea di costa, il vento aumenta leggermente, ma sarà perché ora soffia frontale.
La campagna che muta talmente tanto in poche settimane e l'aria intrisa di quel profumo che sa di crema solare ed invece è solo il diserbante sparso tra i filari dai piccoli trattori.
Al bivio della Bagnara mi raggiunge un ciclista con il quale nasce una bella e silenziosa intesa, ci diamo cambi regolari e procediamo ai 30 di media fino all'ingresso di Pulsano, dove le nostre traiettorie divergono.
Ci salutiamo ed andiamo avanti da soli, prendo una pessima strada che non volevo neanche prendere dove l'asfalto rappezzato fa il resto.
Non manca troppo a casa, dopo aver tagliato attraverso una moltitudine di tapparelle semi chiuse al Sol dell'avvenire scendo per l'ultima calle, un modesto ed intenso strappetto per aprire gli occhi e il cuore e l'anima in progressione al grigio dell'asfalto, al verde della vegetazione, al blu del golfo di Taranto, al profilo lontano e definito della Calabria, all'azzurro del cielo che scala di tonalità fino a richiudersi su se stesso alle mie spalle.
Sono all'uscita anche se sono lanciato in volata in direzione opposta!
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| una facile litoranea |
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| la risacca |
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| in volata ma in direzione opposta |
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