COASTOCOASTOCOAST 2018 PILONE

ANDATA SENZA PAURA E SENZA DELIRIO
Spesso le uscite migliori sono quelle che non programmi, quando sabato mattina, qualche minuto alle sette, inizio a pedalare ancora non so dove andare. Soffia un po' di vento ma la giornata è bella ed ho tutte le strade aperte.
Scarto subito la litoranea e con un vento quasi sempre contrario inizio a puntare verso Grottaglie poi si decide, ho viveri e soldi a sufficienza.
Prima di lasciare Grottaglie mando a cagare un coglione che mi passa a pochi centimetri con la macchina distratto dall'ultimo post di queddà zoccl da mams sus a fasebuck. Il Coglione si ferma pure, e scende dalla macchina ancora con il telefono in mano, fattela in mano, lo rimando a cagare più da vicino e mi chiede scusa ma con un sorriso da cappella in orizzontale.
Salgo su per la Specchia, dove il vento soffia più forte, caffè, fontanella, le gambe stanno bene e allora decido di arrivare a Ceglie Messapica senza inoltrarmi nel centro storico, una volta tanto solo di passaggio, esternamente, scansando anche la confusione del mercato settimanale, ancora tutto bene e la voglia di andare avanti cresce, così come i chilometri sullo score, Ostuni la prossima tappa.
Non divago nel dedalo delle stradine comunali ma preferisco una più diretta strada maestra, prestando sempre le dovute precauzioni.
Nella città bianca si respira aria d'estate, immancabili turisti e domani è anche in programma una gara sul percorso dei mondiali del 1976, costeggio l'abitato e scendo verso la vallata proseguo verso il mare.
Non so di preciso dove ho sbagliato strada, su quale rotatoria non ho letto il cartello, solo che il mio avvicinamento all'Adriatico è più lungo del solito e man mano che avanzo il vento, contrario, è sempre più forte.
Ad un certo punto distinguo nettamente l'odore del mare che scavalca un grosso muro appena imbiancato con la calce, una curva, un sottopasso uno spiazzo e mi trovo davanti al camping Pilone, per la prima volta nella mia vita, ma un posto che conosco per i racconti di Luca che al tempo delle scuole aveva trascorso qui con la famiglia alcune estati. Procedo con calma e in fondo ad una stradina laterale il blu forte del mare, sono sulla spiaggia in località Torre San Leonardo.
Ora bisogna tornare indietro, l'unica cosa certa sarà il vento favorevole per gran parte del percorso.

Jonio e Calabria soffusa

La Fontanella

Madonna della Fontana

Un taglio netto tra la Puglia

cobblestone made in Italy

Ostuni

Adriatico

Torre San Leonardo

io mi calo

RIENTRO PSICHEDELICO
E' un cocktail non catalogato quello che sto prendendo, marmellate, creatina, sole, batteri allergenici portati dal vento ...
Inizio a pedalare in direzione opposta e non appena finiscono le case la campagna si apre distorta intorno a me, la strada una lucente lama grigia tra la terra rossa e il legno secolare degli ulivi che si contorce su se stesso, assumendo forme spettrali, invadenti, non mi fermo, sembra che qualche albero mi stia seguendo.
Ad un tratto una visione, una sagoma che conosco, in bicicletta ... Un colore familiare.
A tre metri sulla sinistra incrocio un ciclista con la maglia STOOF AUTOBANDEN, mi volto gli urlo, ma la mia voce s'infrange nel vento e si decompone in vocali che rotolano in direzione opposta verso la città bianca che mi sembra come fatta di alabastro vengo inghiottito da una strada in salita che mi butta nel centro pulsante., sono stanco, mi appoggio su delle mattonelle soffici, e una girandola colorata mi sveglia, riprendo a pedalare, il bianco si dissolve alle mie spalle come un'architettura di sale fino.
Il lungo rettilineo come una montagna russa, sono a Ceglie ma ancora la costeggio lasciandola scorrere come un sipario lungo il binario della Sud-Est.
Voglio restare nel mio paese delle Meraviglie, butto giù ancora qualcosa. Un anziano signore alle mie spalle mi fa delle domande ma non lo capisco, gli chiedo qualcosa ... Ma la sua voce è fuori sincro con il movimento delle labbra, intanto il gocciolare della fontana mi sembra una cascata monumentale.
La mia strada prosegue in una terra non terra. La campagna verde a perdita d'occhio e tra le fronde degli alberi, che sono onde, distinguo due, anzi tre pinnacoli bianchi come le pinne di squali affamati.
Inizio a scendere sempre più velocemente, la terra si ritira nella gravina, non vedo il fondo e la città un ammasso di cocci di ceramica cotta.
Base di controllo, non risponde, serve una codifica cirillica, sfioro tutti i centri abitati che incontro, con una traiettoria tangente, il ritmo incalzante, il caldo che aumenta la distanza che mi separa da casa come un elastico, il gambo in provetta di un'orchidea selvaggia attaccata ad una flebo di botulino Bike Rourke.
Il pavimento davanti su cui scendo a fatica dalla sella è arancione come le ultime pasticche che ho preso, centocinquanta la gallina canta il giro è finito le gambe sono fluide e l'acqua bollente, capovolto, come la doccia in un geyser .

strane presenze
il legno si contorce

qualche albero mi segue

mattonelle soffici
squali bianchi nel mare verde


Jonio Lido B


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