I O D I O
Sono giorni in cui la Pace deve avere il sopravvento su tutto ...
Per me non è così, non è mai così, specialmente quando la Pace sembra una cosa dovuta per partito preso.
Pedalo sotto vento, un tiepido sole laterale, il cielo che si dipana sopra la mia testa, il mare che invade la spiaggia o si alza con un boato sordo che viene amplificato dalle canne naturali di un maestoso organo roccioso, le ruote che non si fermano e quello che realmente conta è essere in Pace con me stesso, almeno fino a quando sono in bicicletta.
Chiudo il mio libro nero, lo lascio sull'asfalto sperando che il vento agiti le sue pagine e spinga via i nomi scritti con l'inchiostro sbavato.
Non ho il tempo per chiudere 100 km ma ho le gambe per raggiungere un paio di ciclisti che scorgo in lontananza prima che spariscano dietro la curva dopo Fata Morgana, ho la testa per stabilire il punto di ricongiungimento, con il primo ... Poi con il secondo ... Poi non mi fermo vado avanti, più cauto per oltrepassare le lingue di sabbia srotolate sull'asfalto, proseguo fino a Campomarino dove posso prendere il caffè che non ho ancora preso questa mattina.
La giornata merita e mi allungo oltre l'abitato per qualche foto, poi torno indietro e mi dirigo verso l'interno cercando di evitare lo scontro diretto con il vento.
Maruggio, Torricella, Lizzano, Faggiano lungo strade larghe, traffico davanti ai campisanti e le voci della Santa Messa in filo diffusione che si spargono nelle campagne circostanti, un prete che canta stonato.
Sono a casa, lascio la bicicletta, tolgo la giacca, in bagno mi tolgo il completo entro nella doccia ... Sul corpo scritti con inchiostro sbavato dal sudore dei nomi ... Non riesco a dimenticarli.
L'acqua bollente e il vapore che riempie il volume della stanza, sulla scrivania ho un altro libro nero su cui scrivere ancora e ancora.
Perché la pace non fa completamente parte del mio essere e quando soffia il vento lungo la litoranea faccio il pieno di I O D I O respirando a pieni polmoni.
“Togli il sangue dalle vene e versaci dell’acqua al suo posto: allora sì che non ci saranno più guerre.”
Pero' non so se al suo posto ci sarà la Pace.
Per me non è così, non è mai così, specialmente quando la Pace sembra una cosa dovuta per partito preso.
Pedalo sotto vento, un tiepido sole laterale, il cielo che si dipana sopra la mia testa, il mare che invade la spiaggia o si alza con un boato sordo che viene amplificato dalle canne naturali di un maestoso organo roccioso, le ruote che non si fermano e quello che realmente conta è essere in Pace con me stesso, almeno fino a quando sono in bicicletta.
Chiudo il mio libro nero, lo lascio sull'asfalto sperando che il vento agiti le sue pagine e spinga via i nomi scritti con l'inchiostro sbavato.
Non ho il tempo per chiudere 100 km ma ho le gambe per raggiungere un paio di ciclisti che scorgo in lontananza prima che spariscano dietro la curva dopo Fata Morgana, ho la testa per stabilire il punto di ricongiungimento, con il primo ... Poi con il secondo ... Poi non mi fermo vado avanti, più cauto per oltrepassare le lingue di sabbia srotolate sull'asfalto, proseguo fino a Campomarino dove posso prendere il caffè che non ho ancora preso questa mattina.
La giornata merita e mi allungo oltre l'abitato per qualche foto, poi torno indietro e mi dirigo verso l'interno cercando di evitare lo scontro diretto con il vento.
Maruggio, Torricella, Lizzano, Faggiano lungo strade larghe, traffico davanti ai campisanti e le voci della Santa Messa in filo diffusione che si spargono nelle campagne circostanti, un prete che canta stonato.
Sono a casa, lascio la bicicletta, tolgo la giacca, in bagno mi tolgo il completo entro nella doccia ... Sul corpo scritti con inchiostro sbavato dal sudore dei nomi ... Non riesco a dimenticarli.
L'acqua bollente e il vapore che riempie il volume della stanza, sulla scrivania ho un altro libro nero su cui scrivere ancora e ancora.
Perché la pace non fa completamente parte del mio essere e quando soffia il vento lungo la litoranea faccio il pieno di I O D I O respirando a pieni polmoni.
“Togli il sangue dalle vene e versaci dell’acqua al suo posto: allora sì che non ci saranno più guerre.”
Pero' non so se al suo posto ci sarà la Pace.
la sabbia ha sepolto il passaggio |
duna e macchia |
I O D I O |
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