IL GIRO DELLE SETTE CHIESE + SELVA OSCURA +

Anche se dietro i miei percorsi c'è sempre un minimo di studio, in questi anni di pedalate nell'ignoto che sprofonda nel vortice del movimento circolare, ho imparato ad avere prudenza, lasciandomi guidare dall'istinto e dalle sensazioni che la strada mi restituisce chilometro dopo chilometro.
Sono stato un Virgilio silenzioso e allo stesso tempo un Caronte magnanimo, ambasciator non porta pena.
Ma chi ha paura di scendere nel proprio inferno, attraversare il dolore, trovare il proprio girone, per espiare le colpe, azzerando i peccati ... La bicicletta ti chiede in cambio l'anima - ma non tutti sono in grado di lasciarla lentamente dietro i propri colpi di pedale.
Così l'anima diventa sempre più pesante, come la pedalata, il fiato incerto, il piede che tocca l'asfalto e devi ricominciare, ogni volta, tutto nuovamente.

Il V Giro delle Sette Chiese comincia da Laureto e dalla Chiesa del Monte, meglio conosciuta come "Tempietto dell'Arte".
La strada sale subito tra alberi e facciate color pastello acceso. La seconda chiesa è vicinissima, quasi a voler rompere il fiato, l'edificio è caratterizzato da un grande oculo e da una formella con l'iscrizione A.D. 1894.
La strada riprende a cullarci con i suoi dolci saliscendi quando improvvisamente in una secca curva a sinistra finiscono gli edifici e tra la vegetazione si apre la vista sulla valle sottostante che degrada tra la foschia fino al mar Adriatico.
Iniziamo a scendere lungo il naturale andamento della collina e proprio sul tornante troviamo la terza chiesa, per la quale non ho trovato notizie, proprio adiacente ad un'abitazione.
La picchiata sulla provinciale e poi inizia la risalita verso la Selva. Un dolce inferno al contrario in cui si deve ascendere invece di sprofondare.
Ognuno sale del suo, non servono cordate o mutui soccorsi, dopo circa un chilometro e mezzo devo tornare indietro perché Cenzo non segue più nessuno e lo ritrovo con il pedale in mano che spinge la sua gravel ... Per un ciclista non poter pedalare è il contrappasso peggiore.
Non può proseguire e con grande rammarico di tutti deve lasciarsi trascinare indietro dalla corrente fino al punto di partenza.
Raggiungo nuovamente il gruppo che mi aspetta alla fontana in cima e dopo un piccolo controsenso (fuori programma) arriviamo alla quarta chiesa Maria S.S. Addolorata, in piena celebrazione eucaristica. Tra tutte la meno suggestiva, forse perché la più contemporanea.
Lentamente lasciamo la Selva e le sue ville immerse nel verde per entrare in un susseguirsi di contrade al confine tra Fasano e Monopoli restando sempre su vie secondarie strette tra muretti a secco e verde brillante.
La quinta chiesa si trova sulla sommità della collina di contrada Impalata, San Michele in Frangesto.
Il piccolo edificio, risalente al XII sec. di un bianco abbagliante domina la vallata e la vista spazia da Monopoli fino a Torre Canne.
Riprendiamo a pedalare in direzione opposta sulla strada principale più o meno a metà strada incontriamo la sesta chiesa ...
In realtà la chiesa Madre del Salvatore non la raggiungiamo, perché nel mio sopralluogo della settimana precedente mi ero reso conto dell'impraticabilità della strada, così l'ho sostituita con una più modesta cappella trovata, per puro caso, lungo la stessa strada!
Abbiamo fretta di raggiungere Cenzo così proseguiamo senza fermarci lungo la panoramica sullo zoo e scattando l'ultima foto alla chiesa di San Donato ... Arrivati a questo punto mi sarebbe piaciuto buttar giù dalle Giritoie (i tornanti dello zoo) i miei compagni di pedalata per vederli risalire lentamente curva dopo curva, attraverso le fiamme del dolore:

"La vista che m'apparve d'un leone.          
Questi parea che contra me venisse
con la test'alta e con rabbiosa fame,
sì che parea che l'aere ne tremesse."

Dalla settima Chiesa l'ultimo picco per rientrare sulla Selva per poi ridiscendere velocemente fino ad un semaforo pulsante, ancora un piccolo sforzo

"Lo duca e io per quel cammino ascoso 
intrammo a ritornar nel chiaro mondo; 
e sanza cura aver d’alcun riposo,                               
salimmo sù, el primo e io secondo, 
tanto ch’i’ vidi de le cose belle 
che porta ’l ciel, per un pertugio tondo. 
E quindi uscimmo a riveder le stelle"

I Chiesa

II Chiesa

III Chiesa

IV Chiesa

V Chiesa

VI Chiesa

VII Chiesa
Grazie a Ciccio, Cenzo, MDOM, Livio e Nicoletta per avermi accompagnato in questo pellegrinaggio.

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