SANT'AMEN CUORE E UN TRENO SUPER

Ogni volta che inizio un giro da San Simone è quasi come uscire da casa anche dopo 30 km di auto, tutto mi è familiare e passando attraverso il caldo intenso il freddo gelido la pioggia o il vento, questo posto mi trasmette un forte senso di protezione, questo piccolo nucleo abitato mi assomiglia molto, silenzioso, spesso solitario... Quieto e rilassato anche nella sua versione più trendy.
Parto poco dopo il suono delle campane delle 08:00 e inizio a salire su per Pilano, da una stradina laterale escono due ragazzi in mtb, gli sorpasso e gli tengo il ritmo, l'aria è fresca e prima di entrare completamente nel bosco si pedala contro vento. Dopo il quinto chilometro raggiungiamo e superiamo due in bici da strada, salto per pochissimo un incontro ravvicinato con un rapace, poi più avanti un volatile accovacciato su un ramo mi fa fermare, cerco di prendere il telefono ma si sposta rapidamente nelle fronde più interne nascondendosi all'obbiettivo.
Nel frattempo sopraggiungono altri due ciclisti più veloci, riprendo a pedalare risalgo le poche posizioni perse i primi tornano indietro, io svolto a sinistra verso il ripetitore.
Lungo la strada mi fermo ancora per delle foto e delle riprese, i due in mtb mi sorpassano e non li rivedrò più, il ripetitore Rai è sempre scenografico, un alieno metallico in una macchia verde.
Lascio il bivio delle Voccole alle spalle e prendo per la strada Martina / Massafra che percorro solo per un breve tratto, giro verso Croce Grande puntando il "pallone" e usandolo come punto di riferimento e fulcro di un percorso ad arco, percorrerò una ventina di chilometri selvaggi puntandolo prima a N/W e infine a S/W, fino a quando all'altezza di Carpari giro verso Alberobello lasciandolo sprofondare nel susseguirsi dei profili del terreno.
Il tratto che inizia a Croce Grande è il più intenso, l'odore di letame, stallatico e animali si sparge ovunque diventando sempre più penetrante quando si costeggiano le masserie (alcune anche finemente ristrutturate) autentiche con una piena vocazione rurale.
Ovunque campi sterminati, boschi impenetrabili e km di muretti a secco. La strada è un continuo saliscendi sulla schiena gobba della Murgia, poche macchine e molti più ciclisti di quello che avrei immaginato dopo aver percorso la stessa strada giorni addietro ma di pomeriggio.
Incrocio la via Ellenica del Percorso Materano, lo noto dai segni sulle pietre e verifico dopo sulla mappa online, a questo punto, da qualche parte perdo la strada e proseguo comunque in direzione Alberobello ma in maniera meno lineare.
Entro nella zona monumentale da dietro la chiesa a trullo.
Il solito sciamare di turisti, malgrado il gran caldo, mi colpiscono prima una ragazzina dai capelli biondi e dalla pelle più bianca della calce intenta a fotografare dettagli con la sua reflex nikon e poi una coppia di ultra sessantenni, entrambi con gli shorts di jeans e la canotta gialla, stessa tinta ai capelli, lei ricci di permanente, lui con baffoni, riporto e borsello!
Faccio una pausa e mangio qualcosa, riparto prendendo questa volta la strada che conosco meglio quella di Monte Tre Carlini, pensando di poter rifiatare, invece, dopo aver incrociato un paio di ciclisti vengo raggiunto da un piccolo treno, poche parole, gesti minimali e capisco che è un'occasione da non perdere.
Resto sempre in coda e voliamo lungo la strada a 31 km/h di media all'incrocio tra Locorotondo e Martina Franca loro prendono per Locorotondo, io non riesco neanche a ringraziare del passaggio e dopo esser passato sotto il ponte delle Ferrovie del Sud Est mi ritrovo su uno strappo progressivo per entrare in paese con pendenze che salgono fino al 18%!! Che botta.
Rifiato all'interno del centro storico, anche qui turisti, ma in maniera meno caotica.
Lascio Martina lentamente scendendo lungo la via per Crispiano e girando per San Paolo prima di imboccare in senso inverso la strada di Pilano.
Non ho fretta e gli ultimi tratti di strada li prendo in tranquillità, approfitto del mood per delle riprese anche lungo la discesa dell'Orimini. Sull'ultimo tratto però mollo i freni e raggiungo i 60 km/h.
Sotto un sole cocente e l'asfalto torrido della super strada mi dirigo nuovamente verso San Simone, un anticipo di casa.
Arrivo intorno alle 12:45 l'orario in cui il bar è pieno di persone con l'aperitivo in mano, birra o campari. Alcuni di loro sono volti familiari, gli trovo qui seduti ogni volta che mi fermo, all'ora di pranzo o la sera al tramonto, anche questo è un'aspetto che mi fa sentire a mio agio, lo scambio di battuta con i due proprietari del locale, il fatto che quando entro nella piazzetta con la bicicletta nessuno mi guarda sospettoso e quasi ci si saluta, anche se solo con lo sguardo.
Con una birra in mano mi sento soddisfatto dopo un gran bel giro, ma sono provato e prendo anche un gelato artigianale prima che chiuda la gelateria. Mi sposto verso la macchina dove mi permetto una doccia da una damigiana di 5lt.
E' ora di tornare indietro, ancora verso casa.

zona Chiancone
la solita foto rubata dietro le quinte del prossimo video
zona Paglieroni
Alberobello e zucche
trullo
di passaggio
porta
treno super



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