Come ogni anno dal 2013 affronto la traversata della Puglia dallo Jonio all'Adriatico e ritorno.
Non scendevo a Capitolo dal 2016 e questa volta ho deciso di allungarmi fino a Monopoli.
Partenza alle sei del mattino con un minimo di allestimento di borse per portarmi dietro più cose del solito.
Da San Vito a Taranto con il fresco e qualche foto tra il canale navigabile e la Porta Napoli, poi risalgo i Tamburi procedendo in direzione Statte, che è la via più breve e facile per arrivare ai piedi della Murgia passando da Crispiano.
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Coast o
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Rione Tamburi
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A Crispiano mi fermo per un caffè al solito baretto in piazza, mentre aspetto al bancone mi devo sorbire le lamentele di un tipo che scendendo da Pilano si è trovato davanti un gruppetto di ciclisti fermi in curva a discutere tranquillamente.
Li stavo buttando tutti all'aria! Ma perché lo dici a me? Gli do ragione e non ho intenzione di discutere sul rispetto e la prudenza reciproca, prendo il mio caffè e vado via.
Inizio dopo poco la risalita di Pilano l'aria è ancora fresca e ci sono meno insetti di quelli che mi aspettavo.
Quando non incontri nessuno lungo tutta la salita e non hai nessuna fretta è fantastico, il rumore del bosco è assordante.
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fuori dal bar a Crispiano
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la prima curva di Pilano
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Lungo la strada dalla cima di Pilano a Martina Franca mi passa un ciclista tirato a secco, provo un attimo d'invidia ma vado avanti. E' giovedì e sulla strada c'è davvero pochissima gente, ciclisti ancor meno, le uscite infrasettimanali sono sempre quelle che regalano le migliori sensazioni.
Da Martina a Capitolo seguo la stessa strada fatta qualche settimana fa con gli amici di Fabrizio, scorciatoie comprese! La stazione di Locorotondo, la contrada San Marco e poi, finalmente la strada che mi aveva incantato, quella che scende verso il Canale di Pirro. Perdo un po' di tempo per delle foto venute comunque non come volevo.
Lo stradone e poi la risalita della Selva. Quella fontana all'incrocio dovrebbe essere patrimonio dell'umanità, riempio le borracce, mi rinfresco la testa il dorso i polsi, preparo i primi sali minerali.
Il caldo aumenta in maniera vertiginosa. Il tratto di strada verso Capitolo però è facile con tanto di refrigerante discesa dove realizzo anche questo piccolo
video.
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ridefloz - discesa maremonti
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I Pastini
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contrada San Marco
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Canale di Pirro
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fieno
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Quest'anno l'Adriatico, complice il vento favorevole, si mostra in tutta la sua bellezza e malgrado il costume e l'asciugamano al seguito, resisto alla voglia di fare un tuffo e mi limito a guardare l'umanità varia che si muove lungo la costa fino a Monopoli, dove inizio a girare senza meta nel centro storico per finire in una gelateria per un meritato cono.
La ragazza dietro al bancone deve essere in prova. Non sa farmi il cono e chiama la titolare sul retro, non sa quanto costa e l'unica cosa che alla fine le riesce di fare è mettermi la cialda sul fiordilatte, direttamente con le mani!!
Fa troppo caldo e non ho voglia di aspettare altro tempo per farmelo rifare o mettermi a discutere (come con il tipo al bar di Crispiano) tolgo e butto la cialda ed esco sulla piazzetta, guardo due tipi che sistemano i tavoli di un ristorantino, il passare della gente e le loro voci. Accenti del nord Italia, qualche Campano, una famiglia francese, ma per lo più gente del posto.
Un altro breve giretto fino allo skate park sul lungomare e poi inizio il rientro.
Arrivo in cima sfinito e mi serve acqua! A questo punto al posto di prendere la solita strada costeggiando la vallata, proseguo sulla provinciale per girare alla rotatoria a sinistra e proseguire verso la Selva.
All'incrocio con Impalata appare una fontana, aspetto che una coppia si lavi alla buona i piedi sporchi di sabbia e poi riempio le mie borracce e bagno abbondantemente tutte le parti del mio corpo che protendevano verso una temperatura critica.
Con più calma e serenità arrivo al primo incrocio con la Selva che risalgo per ritrovarmi nel centro per poi fermarmi ad un bar per una coca con ghiaccio e limone rigenerante.
Scendo dalla Selva e dopo Laureto prendo la via laterale per Locorotondo. Il traffico è quasi nullo e contrariamente al fine settimana (soprattutto verso quest'ora) dalle case non si propagano odori di cibo vario sulla brace!
Ancora un'oasi con al centro una fontana all'ultima rotatoria della circonvallazione, ancora il mio rituale dell'acqua.
Prendo nuovamente per i Pastini, piccola sosta al passaggio a livello, per poi ricalcare la strada a ritroso fino a Taranto.
Poco prima di lasciare Martina Franca mi fermo al distributore dell'acqua dove con 5 centesimi puoi comprare la freschezza che le fontane in questa stagione non possono offrirti.
Cerco di stendere bene la muscolatura, inizio a sentire tutta la stanchezza oltre a qualche punta di crampo...
Incrocio un ciclista che sta per iniziare la salita di Pilano e dovrà faticare qualche chilometro prima di raggiungere il fresco del bosco.
Crispiano, Statte, dove prendo una lemonsoda in un distributore H24.
Scendo verso Taranto e mi trovo con il fine turno dell'acciaieria, percorro la strada in un discreto traffico di gente che ha fretta di tornare a casa. Presto prudenza e rallento malgrado la discesa.
Ultima sosta sul lungomare per poi tirare dritto fino a casa dopo 175 km e 8 ore e un quarto di pedalata.
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