JUSTRIDE MATTERA

Arrivare a Matera in bicicletta era una cosa che non avevo ancora fatto, e una volta raggiunto questo traguardo adesso bisogna iniziare a spostare lentamente il punto di partenza sempre più lontano.
Questa volta ho iniziato a pedalare da Castellaneta, trasferimento in auto prestissimo (sfidando i postumi della due giorni di Ferragosto), alle 07:10 sono già in sella malgrado qualche piccolo problema intestinale.

Il percorso Castellaneta-Matera l'ho preparato un paio di anni fa visto e studiato più volte e per i primi 10 km non ho bisogno di consultare le mappe, mi dirigo verso l'ospedale, prendo una stradina laterale al cimitero e costeggio, anche non potendola vedere, la gravina, all'incrocio prendo in direzione Appia e subito dopo la rotatoria a destra puntando in direzione Tafuri.
Pedalare su strade mai percorse mi immerge in scenari insoliti, dove niente è familiare e lo stupore e la curiosità si mescolano con uno strano senso di smarrimento.
La strada taglia una vasto piano con dolci colline in cui la presenza umana è disseminata qua e la in masserie e qualche abitazione dai connotati architettonici meno arcaici, un mondo agricolo a tutto tondo affiancato da tante torri eoliche. Il vento sembra onnipresente e oggi soffia moderato da N/E rendendo il clima meno torrido di quello che in realtà è.
Superati definitivamente anche i disturbi intestinali entro in simbiosi con tutto quello che mi circonda, mi rilasso, pedalo e non penso più alla strada, mi dimentico la mappa, pedalo con lo sguardo che punta i vortici creati dalle pale eoliche, alcune completamente visibili dalla base al punto più alto, altre invece, le più affascinanti, semi nascoste dietro le curve del terreno.
Ad un'incrocio ho preso la direzione sbagliata e seguendo una grossa condotta sospesa dell'acquedotto mi ritrovo sulla Statale 7 Appia... Non voglio tornare indietro e consultando la mappa la mia unica alternativa è quella di percorrere un tratto di Statale. Due strette corsie trafficate in direzione Matera. Dopo 4 km raggiungo lo svincolo per Laterza, salto il guardrail per passare su una mini complanare e rientrare su una provinciale interna che percorro per 5 chilometri fino a raggiungere il mio tragitto originale.
Proseguo controvento al centro della pianura, a sinistra c.da Mandrone ancora le torri eoliche e in fondo le alture che chiudono la discesa verso lo Jonio a destra invece c.da Guadanicchia e il terreno che si alza quasi subito verso Gioia del Colle, Santeramo in Colle, Altamura, lungo la strada incrocio i primi ciclisti di giornata, un gruppetto di tre con biciclette in acciaio e abbigliamento datato, dopo qualche chilometro un gruppo più nutrito tutto carbonio e lycra.
Arrivo ad un incrocio con altre cinque direttrici, faccio in tempo a pedalare un po' in direzione sbagliata per poi riprendere la direzione giusta, che scende tagliando il confine di Regione nuovamente sulla Statale ma alle porte di Matera.

non lo so ancora ma ho sbagliato strada

sconfinamento di Regione

non mi parlate di distanziamento sociale

Un'altra cosa che non ho mai fatto in bicicletta è arrivare sul belvedere di Murgia Timone e godermi la vista mozzafiato della Città dei Sassi dall'altro lato, ma prima devo arrampicarmi sull'altura affrontando la prima impegnativa salita della giornata (anche se è più il caldo a farsi sentire che le pendenze) Matera si scopre lentamente dopo ogni curva, grigia, monumentale, fragile e imponente oltre il vuoto della gravina.

Dopo aver scattato qualche foto sono pronto a scendere e poi risalire definitivamente verso Matera, ma proprio all'altezza del centro visite la strada è occupata trasversalmente dal passaggio di una mandria di vacche podoliche... L'occasione è propizia per scattare qualche altra foto.
Con l'incidente di Evenepoel negli occhi, anche se a velocità molto inferiore, affronto la discesa con più prudenza del solito.

Matera

cercando la posa perfetta

traffico

via libera

Sulla Statale mi sfilano sullo slancio tre ciclisti, l'ascesa verso il centro abitato è la seconda e ultima fatica. Chiedo informazioni ad un ragazzo in MTB e punto subito alla fontanella della Villa Unità d'Italia (troppo calda troppo lenta) mi preparo una borraccia di sali minerali e proseguo fino a Piazza Vittorio Veneto, brulicante di turisti, butto un rapido sguardo alle bancarelle di un mercatino dell'antiquariato, una foto all'Elefante Spaziale e un affaccio sul belvedere Luigi Guerricchio (per la prima volta in assoluto) dove scopro l'installazione "U Paràt" e tra le tante mattonelle e scritte, magicamente, come al solito, la mia ruota anteriore si poggia sulla scritta Lupo!
Prima di iniziare il rientro nuova sosta alla fontanella e poi si ricomincia a pedalare.
Sulla Statale scorgo in lontananza un cicloturista solitario, gira anche lui sulla Matera - Gioia del Colle e dopo poco lo raggiungo.
L'andata è stata fin troppo silenziosa, così quando lo affianco gli attacco chiacchiera.
Gabriele è partito da Venezia e sta andando giù a Santa Maria di Leuca. Bastano queste poche cose per portargli simpatia e rispetto, sul perché lo fa non ho voluto indagare, andare in bicicletta, in questo modo ha sempre un retroscena personale così intimo che forse neanche noi altri ciclisti possiamo capire fino in fondo!
Lo saluto dopo qualche chilometro e mi allungo fino alla Masseria Torre Spagnola dove mi accorgo di aver forato la ruota posteriore...
Non foravo da oltre un anno e la cosa mi mette sempre la solita ansia. Cerco inutilmente dell'ombra, poi in uno spiazzo inizio le operazioni che riescono tutte alla perfezione, senza sbavature, degne di un tutorial di youtune!
In tanto Gabriele mi ha ripreso e si ferma, mi offre il suo aiuto, ma ormai sto già rigonfiando la ruota con la bomboletta dell'aria questa volta è lui che riparte, lo raggiungerò prima del bivio per un altro breve scambio di battute, poi lui proseguirà per Gioia io invece girerò per Castellaneta.
La strada è per lo più rettilinea, qualche leggero dosso e il vento a favore per quasi tutto il tragitto, passano davvero pochissime auto e la vita che all'andata si percepiva nelle voci lontane, nel frastuono di una macchina agricola sembra essere evaporata al caldo, contrariamente al solito non sento neanche le cicale, l'unica presenza costante è quella delle lucertole che attraversano la strada di continuo e i colpi sordi delle pale eoliche più vicine con la loro rotazione perpetua.
Ormai la strada è fissata in testa e vado tranquillo, soprattutto riconoscendo i punti in cui non dovevo sbagliare all'andata.

belvedere Luigi Guerricchio

U Paràt

Gabriele from Venezia

la strada

la campagna

Dietro un dosso compare Mottola che non sembra tanto lontana, forse un giro più lungo potrebbe essere meno proibitivo di quello che può sembrare.
Lentamente mi avvicino a Castellaneta, una delle cose che mi ero ripromesso di fare era di telefonare a mia cugina Alessandra e ci ritroviamo, anche con suo marito, malgrado l'ora e il caldo e gli impegni di lavoro, in un bar del centro storico per una breve digressione famigliare, la birra nel bicchiere ghiacciato è un premio graditissimo.
Prima di rientrare alla macchina giro per il centro storico, mi affaccio sulla gravina di Castellaneta, il monumento di Rodolfo Valentino, gli ombrelli bianchi appesi sul corso e le nuvole che si gonfiano sulla testa.

Per come era iniziata la giornata alle sette di questa mattina poteva andare tutto in vacca ed invece è stata una giornata fantastica piena di emozioni strade e cose nuove da osservare, strade su cui tornare a pedalare e viaggiare, anche se per poco, perché anche quel poco aiuta a scoprirci più intimamente.

la gravina di Castellaneta


 

 

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