BUDDHA EYES AND UJJAYI PRANAYAMA

L'avventura questa volta inizia dalla stazione di Castellaneta Marina. Ci sono arrivato in treno una sola volta, tantissimi anni fa, per passare un week end a casa di Daniela. Oggi è tutto abbandonato, serrato, lucchettato. Per uscire dal passato (ma non sarà facile) attraverso un lungo viale immerso nella pineta. Un sinistro campeggio sulla sinistra, anche questo triste monumento ad un tempo andato, depredato, violentato. Ancora alberi abbattuti dall'anno scorso, qualche improvvisa radura che si apre sull'oggi limpido e terso.
Provo ad entrare in un vecchio parco divertimenti per qualche foto ma d'improvviso mi trovo un gigantesco cane bianco davanti, scodinzola, ma non mi fido, gli lancio un pezzettino di barretta che schifa mentre mi allontano cauto.
Sono sulla complanare che percorro senza sosta fino alle Tavole Palatine che questa volta trovo aperte e non posso fare a meno di entrare. Ci sono solo io e dopo qualche stupida foto resto seduto sull'erba a guardare le colonne in prospettiva.
Sto bene, è una bella storia!
Riprendo fino a Metaponto lido. Un mare fantastico, pochissima gente sulla spiaggia, qualcuno in acqua, non troppo lontano stagliati nel celeste del cielo i profili più scuri della costa che si alza e inizia a chiudere il panorama.
Per la prima volta proseguo anche sul lungomare verso Taranto, la spiaggia si restringe.
Mi fermo nell'unico locale aperto. In un angolo il bar, al centro pasticceria, dall'altro lato fast food... Ma ci sono solo io.
Il barista è svogliato, quanto le mosche e le vespe che svolazzano davanti alla tendina di plastica dell'ingresso. Le paste sono invitanti, ma noto anche il cartello Vendesi attività! Per andare sul sicuro prendo il solito caffè lungo. Poi il tipo va nello stretto retro bottega e dietro un'altra tenda di plastica lo vedo spolverare copiosamente di zucchero a velo un altro vassoio di dolciumi... Mi resterà il goloso dubbio sulla loro effettiva bontà.
Prima di tornare indietro vado anche sul lungomare dall'altro lato, davanti agli occhi di buddha dipinti sulla facciata dello stabilimento Katy mi ricordo l'ultimo esercizio di respirazione fatto a yoga che ripeterò in sincrono con la pedalata nei lunghi tratti di complanare che mi aspettano.
Il respiro vittorioso, per arrivare al traguardo senza paura.
Paura e Delirio a Ginosa Marina - Sulla strada del rientro per la prima volta scendo in bicicletta verso Ginosa Marina e con la mente torno ancora più indietro nel tempo. Sempre in treno ci arrivo per passare una Pasquetta nella casa al mare di un'amica, andavo alle superiori e quello è stata davvero una giornata che ricorderò per tutta la mia vita, non scrivo con chi, non scrivo perché, non scrivo con cosa ma ad un certo punto perdo il controllo della vista, che sdoppia e moltiplica a suo piacere gli oggetti davanti ai miei occhi. La poltrona mi avvolge, mi tormenta, ho rotto qualcosa in bagno, scappo fuori collasso tra la pineta e la spiaggia in una ex zona militare ma non so neanche come ci sono arrivato e come sono tornato a casa, sempre in treno.
Costeggio la linea ferroviaria, giro intorno alla pineta, la zona militare è recintata, arrivo al mare il sole picchia come all'ora, anche se era un'altra stagione della mia esistenza.
Sopraffatto dai ricordi dimentico su un muretto la borraccia dell'acqua, e quando lo realizzo ormai sono andato avanti troppi chilometri. Non fa niente. Ma ho molta sete, il gusto amaro di quella Pasquetta mi impasta il palato.
Di nuovo complanare e poi di nuovo una sterzata verso il mare, e l'abitato più raffinato di Castellaneta Marina, forse è più tardi del solito, forse nell'aria qualcosa non spinge più a muoversi in sciami, ma trovo pochissima gente, un gruppo di motociclisti al chioschetto sotto la pineta. Dal lungomare Taranto è più vicina e definita. Cerco ancora una volta casa di Daniela ma ormai realizzo che al suo posto hanno costruito altre case e che prima o poi glielo devo chiedere, anche quelli erano per me tempi dilatati e confusi, ma non credo fino al punto di non ricordare dov'ero!
Pedalo e respiro, da solo e attraverso gli occhi di buddha intravedo la strada che si specchia dentro di me, e io che la percorro seguendola in ogni sua deviazione, liscia e silenziosa o ruvida e polverosa, piatta in riva al mare o ondulata verso un nuovo altopiano da superare senza affanno, lanciandomi vittorioso in discesa.

stazione di Castellaneta Marina primi ricordi

radure sull'oggi

complanare a go go

prospettive

la storia tutta per me

c'è vita sul mare

lungomare

buoni, ma non mi fido

torre idrica


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