O N E S - L049 SEZIONE A

PROLOGO
Pedalo lungo una strada che taglia campi di ulivi e agrumeti, tutti uguali, dove i contadini parlano lo stesso dialetto e l'acqua scorre lungo il canale tutta nella stessa direzione, il confine è una linea invisibile che separa solo a livello amministrativo, terra e persone...
L'emergenza di questo periodo limita gli spostamenti all'interno del proprio comune (almeno per noi in zona arancione) e per dare un significato nuovo alle strade e ai posti che iniziano a ripetersi in maniera ossessiva ho bisogno di un "piano superiore" che sposti l'attenzione più avanti.
L'ispirazione mi è venuta da una coppia di atleti danesi, Christian-Emil Thorup e Gustav Thoesen che per PNS hanno percorso, in un unica pedalata, un totale di 919 km in 42 h 33' passando per le quattro estremità geografiche della Danimarca. 
Ed ecco che dopo aver attentamente controllato mappe e carte catastali preparo un percorso che toccherà i quattro estremi cardinali del territorio comunale di Taranto. Un giro complessivo di 103 km che percorrerò in solitaria con la mia MTB, una vecchia Bianchi Quake da 26".

Ovest 40.539816 / 17.116515
Parto da casa alle 07:15, in una umida e velata domenica mattina. Il segmento per arrivare nel punto più ad Ovest è completamente asfaltato, attraverso la città che è più deserta del solito, bar chiusi o semi aperti in giro poche auto e tanti podisti.
Attraverso la città vecchia e sul ponte di pietra vengo superato da quattro ciclisti in bds, mi accodo al loro trenino sacrificando qualche energia in più ma a circa 35 km/h mi portano lungo tutto il tratto della Statale 106 fino allo svincolo, che loro salteranno per entrare sulla complanare (non so per quale motivo) più avanti all'altezza di Dioguardi. 
Sulla complanare rifiato, anche se li ho sempre a vista, poi loro girano sulla Provinciale 38 (che avrei dovuto prendere anch'io) ma quando intravedo il Tara penso che sarebbe da stupidi non percorrere l'argine ed infatti la variazione risulta vincente, il fiume è quieto e silenzioso, della fauna umana che lo popola durante l'estate, purtroppo resta una quantità incredibile di pattume e cianfrusaglie lungo le anse in cui si scende in acqua. Sbuco sulla provinciale più avanti e proseguendo tra campi tutti uguali (vedi il prologo) arrivo al confine, che in questo caso coincide con un incrocio, con il comune di Massafra, 
Il punto è strategico, passano molti ciclisti è c'è tanta promiscuità, da Taranto verso Massafra e viceversa, io invece torno indietro per raggiungere il Nord.

Città Vecchia

argine fiume Tara

la mia Quake 

OVEST


Nord 40.559104 / 17.363816
Per tornare verso la città seguo la stessa traccia dell'andata, compreso lo sterrato che costeggia il Tara, dal ponte sopra la statale sbircio da più vicino le due navi da crociera ferme allo sporgente, il tratto di superstrada lo percorro senza passaggi, a Taranto Croce svolto per il quartiere Tamburi che attraverso rapidamente per poi girare sulla strada del ristorante il Faro procedendo in direzione fiume Galeso.
Una targhetta sulla staccionata mi ricorda la storia di quelli che mettono il cappello sulle cose (a fine giro una riflessione, 103 km in MTB alcuni dei quali sui "nostri splendidi percorsi" - !? - e manco un cazzo di spartano, forse più incollati ai dirigenti comunali e a guardare i cantieri della pista ciclabile)  
La strada sotto le mie ruote scorre e dopo aver passato Buffoluto sono sul tratto sterrato alle spalle della masseria Vaccarella. Lungo la via dell'ippodromo il solito traffico di bici da strada di questi giorni, io però tiro dritto e mi ritrovo di colpo proiettato indietro di vent'anni quando iniziai a pedalare su queste pietraie  con la stessa bicicletta di oggi.
Seguo parallelamente la statale Appia, Torre Bianca, Leverano delle Monache, poi una sterzata verso Montemesola attraversando una stradina stretta da dove scende un gruppo di MTB che mi chiede dove arriva la strada, gli rassicuro, proseguo tra i campi attraverso il canale e poi un lungo tratto asfaltato fino all'incrocio Montemesola / Grottaglie e sono ancora nel territorio comunale di Taranto a destra e poi a sinistra per risalire un impegnativo tratto di sterrato, punto all'estremo Nord di Taranto, sono oltre l'abitato di Montemesola, poco distante il monte Salete con la sua storia e la leggenda sul Diavolo, sono sicuro del mio percorso e delle mie fonti, ma chiedo conferma ad un contadino che lamentandosi in grottagliese mi dice che "stamu a Taranto!!".
Mi fermo alla punta della particella e riprendo la mia pedalata. 

chiusa sul Tara

svincolo per Lido Azzurro

le navi da crociera

S. Teresiola

località Torre Bianca

passaggio sotto la ferrovia

NORD

Est 40.549407 / 17.382407 
Il punto più ad Est non è tanto lontano da dove sono adesso, meno di due km in linea d'aria proseguendo tra i campi in direzione Grottaglie che ora appare più vicina all'orizzonte. Attraverso i campi in contrada Abbadia ma ad un certo punto in lontananza tra un tendone e la terra brulla pascola un grosso cane bianco. Non ho esitazioni, le vie di fuga sono limitate e ci siamo solo io e lui a perdita d'occhio, torno indietro, e cerco di aggirare "l'ostacolo" puntando a Nord, poi di nuovo verso Grottaglie... Ma ormai sono già fuori dal comune e anche se la strada asfaltata che ho imboccato mi porta dritto alle mia coppia di coordinate non ha senso.
Decido di battere il punto più ad Est 40.558478, 17.371638 "umanamente raggiunto" al netto di pericolosi cani di campagna.

Montemesola

EST (in sicurezza)


Sud 
40.379263 / 17.282565
La stanchezza inizia a risalire le gambe, sono già a 60 km, ma il punto più a Sud è molto vicino a casa e di tornare indietro, devo tornare per forza ma prima ripercorro a ritroso la strada fino all'imbocco della centrale elettrica, fermandomi per delle foto, la chiesetta della masseria ricoperta dalle foglie autunnali è uno scorcio fantastico.
Attraverso la linea ferroviaria, poi la statale e scendo verso il Mar Piccolo seguendo i sentieri battuti, quando la vegetazione si fa meno folta il mio sguardo domina il terreno che degrada verso lo specchio d'acqua mentre in lontananza il profilo offuscato di Taranto chiude il panorama.
Rientro sulla circummarpiccolo all'altezza dei Battendieri e da qui fino alla litoranea salentina è nuovamente tutto asfalto. Anche oggi poco traffico e persone a passeggio nei punti più improbabili, sull'argine del canale d'Aiedda, nelle campagne tra Taranto e la salina grande, lungo la nuova circonvallazione (ancora chiusa al traffico tra lo svincolo della Salinella e quello di Taranto Due!!

Entro dentro Talsano e a testimonianza che, in questo periodo le strade dove pedalare sono limitate, incrocio Martina, due chiacchiere veloci, poi riprendo la mia strada.
Entro dentro la pineta Blandamura e scendo verso il mare passando uno meno profumata e ma sempre pungente macchia mediterranea, anche qui, malgrado l'ora di pranzo molta gente che passeggia sugli scogli, in acqua, tutti a distanza di sicurezza, numerosi sup.
Scavalco un muretto di pietre e raggiungo la scogliera nuda. SUD, missione compiuta, non mi resta che tornare a casa, stanco, felice e con la bussola orientata sullo stare bene e la testa dentro un nuovo percorso in nuove sfumature di arancione da realizzare.  

località Abbadia

verso sud

sulla strada nessuno

Aiedda

Mar Piccolo e Taranto

Torre Blandamura

nessun limite

SUD




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