Per questo fine settimana avevo due opzioni, Ceglie o Avetrana... Dopo l'ultima conferenza stampa del primo ministro che ci ha esposto i limiti agli spostamenti durante le imminenti feste di fine anno ho una gran voglia di pedalare a lungo senza troppi pensieri e così, per non farmi mancare niente, decido di portare a termine tutte e due le uscite.
BISCOTTO
Sabato in solitudine mi muovo verso Ceglie, partenza alle 07:00 del mattino sfidando un'umidità penetrante, taglio la campagna, saltando la salina che è quello più avvolto dalla nebbia, verso San Giorgio, l'attraversamento dei centri abitati mi aiuta a ripristinare il calore corporeo.
Ho solcato un velo bianco che aleggiava curvi forme fino a Grottaglie dove inizio a salire di quota lasciandomi la nebbia più in basso, quando inizio a intravedere il profilo della Murgia lungo le pendenze del terreno l'umidità si concentra e si ritira lentamente come un lenzuolo sul letto.
Risalgo con calma verso la Specchia e con prudenza per via dell'asfalto bagnato prendo la via per Ceglie.
Il sole fa brillare tutto, il mercato all'inizio del paese da un tocco di normalità. Raggiungere il bar centrale sulla pavimentazione in pietra è impegnativo.
Caffè e biscotto doppio. Molto più difficile risulta lasciare il centro storico, le discese solite troppo ripide, prendo la via più dolce. Per cambiare, mi dirigo verso Villa Castelli. La strada è più lineare e scorrevole, anche se con un po' più di traffico.
A Grottaglie, ad organizzarci non ci si sarebbe riusciti neanche a farlo cento volte, incrocio alla perfezione Luca, Vera e Martina. Caffè in compagnia e rientro in gruppo fino a Roccaforzata.
A questo punto Luca e Vera tornano a casa, Martina ha ancora voglia di pedalare ed io visto che ho ancora le gambe che girano bene, tempo e voglia proseguo con lei.
Insieme scendiamo verso Lizzano e poi ancora giù sulla litoranea, da dove sotto un sole sempre più scaldante pedaliamo verso Taranto.
Ci separiamo a San Vito davanti casa, una rapida birra e 124 km.
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prime ore di un lungo week end |
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gocce umide |
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Carosino |
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lenzuola sulla Murgia |
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tutto brilla |
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BIS BIScotto |
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Villa Castelli |
UOVO
Il giorno dopo, contrariamente al tempo di recupero indicato dal Garmin, eccomi nuovamente in sella più o meno alla stessa ora per arrivare all'appuntamento sotto lo stadio con Fabrizio, Rosa, Mimma e Cosimo con i quali, meteo permettendo andremo verso Avetrana.
Meno umidità rispetto a ieri, alle 06:30 ha già piovigginato, ma abbiamo fiducia.
All'altezza del carcere superiamo due ciclisti, Vincenzo è uno dei due, dopo il solito copione tra me e lui, si accodano al nostro gruppo, loro vanno a Roccaforzata, e a distanza tengono il ritmo per perderlo definitivamente sulla strada che passa dal campo sportivo di Faggiano.
Risaliamo la Rocca e poi scendiamo dalla Madonna della Camera verso Lizzano e l'imbocco della strada dell'Arneo, che i miei compagni di pedalata non conoscevano o per lo meno non avevano mai percorso in bicicletta.
Questo itinerario lascia sempre meravigliati i ciclisti che la percorrono per la prima volta, peccato che il pattume lungo i bordi sia una costante, nel corso degli anni ho visto ripulire alcuni tratti, ma niente, l'inciviltà delle persone non ha freni e decenza.
Tra una chiacchiera e l'altra la strada si staglia nella bassa campagna tarantina fino ad arrivare ad Avetrana, ultimo paese della Provincia, le due torri affiancate segnano la fine di questo tratto.
Questa fase da "ciclista evoluto" è iniziata nel 2012 e in otto anni ho raccolto una serie dei posti che sono diventati dei punti fermi in cui, almeno una volta l'anno devo raggiungere per chiudere il cerchio, per aprirne un'altro principalmente per star bene.
Il coastocoastocoast, i giridellesettechiese, la milanosanremo, la Basilicata, l'uovo ad Avetrana...
Tutti fondamentali nella mia "storia ciclistica" ma sono tutti posti fisici in cui l'appagamento e la soddisfazione sta esclusivamente nel raggiungerli, respirarli e andare via.
Mi rendo conto invece che l'uovo ad Avetrana è l'unico, più che il posto, più che l'uovo (sempre buonissimo) traguardo dove il vero piacere e il reale appagamento sta nelle persone.
Con la famiglia Olivieri e la signora Lucia in particolare, ho trovato un intesa genuina, semplice e la sua disponibilità mi lascia ogni volta delle sensazioni destabilizzanti, soprattutto per via del mio carattere schivo e diffidente e la mia avarizia nel pronunciare parole.
Anche questa volta la sosta è ricca di attenzioni, ancora una volta la signora oltre al semplice uovo ci prepara lo zabaione e ci regala del tempo prezioso togliendolo al suo quotidiano lavoro.
"La gentilezza non è mai una cosa scontata" uso le parole di Rosa che insieme agli altri è rimasta colpita dall'umanità della Signora Lucia.
Con il cuore e il fisico pieno di nuove energia però ora ci aspettano altri 60 km per tornare a Taranto.
Torniamo verso l'abitato di Avetrana e poi scivoliamo in discesa verso la litoranea fino alla rotatoria di Torre Colimena.
Con un mare placido e incantevole come sfondo sul fianco sinistro, alziamo ulteriormente l'andatura fino a Campomarino, dove vista l'ora ci fermiamo per un rustico caldo e proseguire ininterrottamente tra chiacchiere, risate e riflessioni varie fino al termine della litoranea. Le nostre strade si biforcano, io verso San Vito (passando prima però dall'autolavaggio) e gli altri verso Taranto.
Altri 120 km sul computer di bordo e nelle gambe (media da festive500, ma di questo inizierò a scrivere da giovedì) e quella soddisfazione sottile di aver ingannato la pioggia questa volta, arrivando stanco, asciutto ed in tempo per il pranzo della domenica.
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curva nord |
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Vincenzo |
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Madonna della Camera |
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Rosa e Mimma |
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Olivieri Eggs Break |
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verso la litoranea |
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"stanco ancora no" |
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