In circa un mese di zona arancione ho dovuto pedalare all'interno del comune di Taranto (per fortuna si poteva) e non mi sono risparmiato, e anche se conoscevo a memoria i confini amministrativi pedalare con questo limite pre impostato non era il massimo.
Con l'arancione che degrada nel giallo ho ricominciato a pedalare come ormai mi sono abituato da anni, pianificando percorsi e destinazioni su scala più larga (anche se sempre limitata e a misura familiare) o uscendo di casa senza una meta predefinita e pedalare fino a quando ho voglia fino a quando arrivo in un punto e decido di tornare indietro.
Da quando siamo entrati in zona gialla a dir la verità il meteo non è stato favorevole e solo giovedì pomeriggio in pausa pranzo sono uscito per una veloce pedalata lungo la litoranea, fino alla marina di Lizzano per poi rientrare dai paesi.
Una cosa che mi è mancata sono state le salite (che già in zona sono merce rarissima) e aver consumato la strada sullo strappetto dell'ippodromo non è servito a molto.
Così sabato approfittando del turno lungo di Paola al lavoro, così come mi piace tanto, con partenza da San Simone alle 09:00 mi sono pedalato 100 km sulla Murgia tra Martina Franca, Locorotondo, Alberobello riuscendo a raggiungere a superare, dopo oltre un mese i 1000 metri di dislivello!
La risalita della Murgia lungo il bosco di Pilano attraverso un silenzio umido, gli infiniti sali scendi, il bianco del centro storico di Martina Franca ancora con poca gente, il gigantesco albero di natale luminaria in piazza, la strada verso Locorotondo, il suo centro storico ancora più deserto, i consueti addobbi natalizi nei vicoli, allontanarsi lentamente in direzione Alberobello, il profumo della legna che brucia nei camini che sembra seguirmi ovunque, il colore grigio dei muri a secco e la palette dei colori autunnali al completo sparpagliata nella campagna circostante, terra bagnata, corteccia, muschio foglie secche e ramificazioni legnose protese verso un cielo aperto all'inverno.
Alberobello è desolante, non è la prima volta che la vedo in versione post covid, ma è sempre più strano.
Nessun autobus turistico, nessun gruppo organizzato, nessuna folla in mezzo aii trulli, molte delle botteghe di souvenir chiuse.
Lascio alle spalle la zona monumentale e lentamente inizio il mio rientro scegliendo le strade più eterne che mi proiettano in una realtà più rurale, ancora più silenziosa e dove il distanziamento sociale è un concetto che fa ridere.
Chilometri e chilometri senza incontrare nessuno, la terra nuda che forma colline tondeggianti boschi in cui lo sguardo penetra più del solito, animali che mi guardano curiosi, che attraversano la strada incuranti del mio arrivo, indaffarati nei loro porci comodi.
Per un po' mi sento un animale anch'io libero di andare dove vuole, senza confini, senza muretti che sbarrano la strada, lungo l'asfalto, volare con la fantasia.
Sono vicino al punto di partenza, il Garmin segna 76 km... Sono stanco, ma ho ancora del tempo, così come spesso faccio quando arrivo a casa per raggiungere una cifra tonda inizio a girare a caso riuscendo così a raggiungere il chilometro cento.
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Martina Franca |
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Pecore |
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Locorotondo |
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rurale ma con piscina |
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Alberobello |
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maiale |
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mucche |
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capre |
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da qualche anno alle intemperie |
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aspettiamo e rifiatiamo |
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