OVUNQUE PROTEGGI

Per oggi il piano era diverso, ma la bicicletta mi ha insegnato che bisogna avere sempre la mente lucida per evitare ostacoli e pericoli, sempre pronti a cambiare strada e spingere forte per arrivare in fondo.
E la vita striscia lungo la strada. Pedalo già che sta piovigginando.
Verso Nord il cielo sembra più minaccioso così decido di temporeggiare puntando sulla Rocca. La situazione a Nord non sembra cambiare, in fondo verso Sud/Est un timido spiraglio di luce (che durerà poco) mi spinge da quella parte.
La croce bianca sulla Rocca da oggi avrà tutto un'altro significato.
Scendo verso Lizzano.
Caffè in un chioschetto in piazza modello drive in.
Riparto e mi passano all'incrocio quattro ciclisti senior. Oggi vale tutto! Mi accodo, dice che vanno ad Avetrana o a Porto Cesareo. Tirano come se fossero inseguiti dalla polizia, però troppe inutili fiammate.
Ci facciamo compagnia fino a dopo Maruggio, poi uno di loro inizia a cantare una canzone che mi stringe il cuore e mi fa anche piangere oltre i 35 km/h. Ma che cazzo!
Gli saluto e gli ringrazio, all'incrocio con la strada che porta verso Torre Borraco io scendo verso la litoranea per rientrare a casa.
Già essere arrivato fin qui con questo tempo incerto è una gran cosa.
Il cielo pressa con il suo colore il mare. Il silenzio è al tempo stesso devastante e consolante.
Un paio di volte scendo dalla bicicletta per piazzare, con dei marchingegni fatti di tavole, rami secchi e lama di pattada il telefono prima sulla staccionata che porta sulla spiaggia poi in alto su una duna.
Lo scorrere delle catene di qualche gruppo si perde dentro la risacca di onde che scemano. Più avanti surfisti in acqua.
Vado avanti senza fermarmi più fino al Curvone dove mangio la mia barretta e faccio due chiacchiere con un gruppo meno numeroso di surfisti. Hanno preferito delle onde meno incisive alla confusione. 
Io lo faccio sempre.
Lungo la strada poche macchine e tante biciclette.
Anche questa domenica incontro Vera e Luca insieme a Martina. Com'è cambiata la situazione in una settimana.
Sul ciglio della strada parlare è ancora difficile. Comunque grazie.
Torno verso casa mentre ricomincia a piovigginare. Prima di rientrare a casa faccio il mio solito giro per rilassare i muscoli, anche se non mi sento per niente stanco. Il gelsomino dell'anno scorso è in fiore, ma fermarsi oggi non è il caso.
Arrotondo sopra i cento per chiudere la Gran Fondo di Aprile, mi attacco a queste certezze.
Per oggi il piano era diverso, ma la vita non è perfetta.

OVUNQUE PROTEGGI
"E ancora proteggi la grazia del mio cuore
Adesso e per quando tornerà l'incanto
L'incanto di te
Di te vicino a me"

verso la Rocca

croce bianca

brucia

sulla duna

dalla staccionata

dovreste pagarmi

profumo di marcio


  

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