CALANCHI E TEMPESTA

Nell'Agosto del 2016, una vita ciclistica fa, avevo messo su carta questo percorso e tentato l'uscita in solitaria. Una condizione fisica forse troppo superficiale e un caldo devastante mi avevano steso al tappeto facendomi fare dietro front non appena superato il bivio di Anglona.
Amaro Lucano, racconta quella storia.
Nel corso di questi anni proprio la Basilicata mi ha regalato le soddisfazioni più grandi ma mi ha anche dato le lezioni più dure che hanno portato la mia consapevolezza di ciclista su un piano differente e naturalmente non parlo delle performance atletiche (da cui però non puoi prescindere).
Dopo tante avventure in Basilicata ecco che nuovamente riprovo a cimentarmi sullo stesso percorso (con qualche piccola variazione) di qualche anno fa.
Questa volta non sono da solo, nella pedalata mi accompagnano Vera e LucSol, 7Years e Rosa.
Domenica mattina ci spostiamo presto con le macchine verso Policoro e alle 08:30 siamo già in sella.
Sono circa 70km ad anello per 650mt di dislivello, Policoro Tursi Policoro.
Per tutta la settimana precedente ho monitorato le previsioni, che non erano rassicuranti, l'ultimo check di sabato pomeriggio dava soleggiato tutto il giorno su Policoro e qualche rapido temporale intorno alle 12:00 verso l'interno ma contavo di passare prima della perturbazione.
La mattina è calda e soleggiata. Pedaliamo su una strada provinciale non troppo larga ma con un traffico quasi nullo. Una dolce salita continua che dopo aver lasciato l'ultima periferia di Policoro si perde tra campi coltivati e serre in cui brillano tra le foglie le fragole che vorrei comprare prima di andare via.
Quando la strada curva verso sinistra in lontananza vediamo il riflesso del sole nel mar Jonio.
Continuiamo a salire dolcemente fino al borgo di Pane e Vino dove ci fermiamo per un caffè!
Nello stesso bar in cui mi fermai sette anni fa, il solito schieramento di alcolici dietro al bancone, una cabina telefonica che sembra un'ascensore e nel bagno asciugamani di tessuto!
Da fuori si gode di una vista sulla conca d'oro e sul mare da paura. 
Riprendiamo a pedalare mentre sulla sinistra si inizia a scorgere il fondo valle del Sinni e le colline alle sue spalle, quella di Rotondella su tutte.
All'altezza di Ginnari incrocio un ragazzo in MTB a cui chiedo un'informazione, ma lui capisce tutt'altro e informatosi sulla nostra (prima) destinazione mi sconsiglia la salita diretta per il Santuario di Anglona perché troppo estrema (era quella che avevo fatto la prima volta) e mi convince a prendere la seconda salita...
Raggiungo gli altri che nel frattempo sono andati avanti e gli informo della piccola variazione di percorso, perché anche questa volta ero intenzionato a salire dalla parte più brutale!
Aggiriamo la collina in cui pascolano al suono delle loro campane delle vacche podoliche e ci ritroviamo davanti ai primi calanchi e ad una balconata affacciata sulla Val d'Agri e dall'altra parte Montalbano Jonico e ancora più lontana la sagoma di Pisticci.
Saliamo verso il santuario con le vacche sulla sinistra e di colpo se non estendo troppo lo  sguardo mi sento sulle Alpi.
La fatica per arrivare sulla sommità della collina viene ricompensata dalla vista incredibile a 360° sulle due valli sottostanti i centri abitati, la costa ed i riflessi del mare e l'entro terra che inizia a coprirsi di nuvole più dense e scure oltre che dal gioiello architettonico della Basilica romanica di Santa Maria Regina di Anglona.
Piccolo break e visita turistica all'interno.
Si riparte.
Dopo tanta salita la strada ora è tutta in discesa e dopo un paio di chilometri di campi coltivati inizia a serpeggiare all'interno dei calanchi che scendono verso valle. Lo splendore cromatico e scenografico rapisce tutta la nostra attenzione, la discesa, anche per le molteplici soste panoramiche sembra infinita, anche il fondo valle non è avaro di questi solchi argillosi.
Superate un paio di rotatorie entriamo nella stretta gola che porta verso Tursi che all'improvviso appare sulla destra con il suo caratteristico sviluppo in verticale, ancora più in alto la nostra prossima fermata, la Rabatana!
Ma proprio guardando ancora più in alto ci accorgiamo che il cielo non è più quello di stamattina e che la perturbazione è arrivata prima del previsto. Per inerpicarsi con le biciclette fin sopra ci vorrà del tempo e sicuramente non riusciremo ad evitare la pioggia.
Piccola riunione per decidere il da farsi e senza nessuna crisi di maggioranza decidiamo di tornare indietro.
Non è mai bello lasciare le cose lungo la strada e tornare indietro, soprattutto per me, se questa è già la seconda volta che succede, ma come ho scritto all'inizio ho imparato molto dalle lezioni precedenti e la prudenza non è mai troppa.
Rifornimento d'acqua in un piccolo chioschetto e si torna indietro sulla stessa strada dell'andata, che malgrado tutto, in senso inverso, saprà regalarci delle prospettive diverse per ogni cosa già vista e sondata.
La risalita dei calanchi è fantastica, anche perché la pendenza non è mai ostile. Ci perdiamo di vista per poi ritrovarci nuovamente ai piedi della collina di Anglona. Da qui il cielo è davvero pessimo e ci raggiunge qualche chilometro più avanti in prossimità di un rigoglioso campo di carciofi a Ginnari.
Inizia a piovere leggermente poi in maniera sempre più intensa, dopo Pane e Vino siamo dentro a un temporale, ma quello che fa più paura sono le raffiche di vento laterale che con la strada bagnata rendono gli ultimi chilometri più cauti ed incerti.
Arriviamo alle macchine che spostiamo sotto la tettoia metallica di un gommista nei pressi del castello.
Piove ancora forte e anche il piano B di pedalare in scioltezza verso la costa salta, ormai siamo troppo bagnati e per le strade c'è troppa acqua.
Ci diamo un asciugata generale, ci cambiamo e finiamo la giornata con la solita birra in un piacevole bar proprio sotto il nostro improvvisato camerino all'area aperta.
Anche se il meteo ha avuto la meglio, sono soddisfatto anche del mezzo giro che alla fine sono riuscito  a pedalare, ho sempre un obbiettivo minimo che indica la soddisfazione di un'uscita, per questa era attraversare i calanchi e l'ho fatto per ben due volte!

Mi sono svegliato presto per fare tanta strada in macchina, poi sono stato inseguito e raggiunto da una tempesta. Bagnato ma felice, con la giusta compagnia valeva comunque la pena.
Non farò passare altri sette anni e prima dell'arrivo dell'estate questo giro deve essere completato. 
Quindi LucSol, 7Years, Rosa, Vera e tutti gli altri, tenetevi pronti!








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