AMARO LUCANO

Ho un rapporto di Amore e Odio con la LUCANIA, IO credo di amarla, LEI invece sicuramente mi odia ... Ma non mi do per vinto e anche se ci continuerò a sbattere la testa tante e tante volte, ritornerò sempre in ginocchio da te!
Rimandata ancora una volta, per motivi che non mi va di sottolineare, l'avventura del coast to coast mi sembrava comunque doveroso sfruttare al massimo il tempo che avevo investito in questa cosa.
Se qualcuno mi dovesse domandare se vale la pena farsi tanta strada in macchina per passare così poco tempo in bicicletta gli risponderei senza ombra di dubbio di si, cambiare lo scenario all'interno del quale si pedala ti da nuove sensazioni, nuovi stimoli, personalmente mi rende felice.

Amaro Lucano - Avevo messo sulla carta un bel percorso ad anello non molto impegnativo, 67 km e 720 mt di dislivello in totale, con il passaggio da diversi punti di interesse storico/artistico/naturalistico, tra l'altro la partenza e parte dei primi 25 km ricalcavano in parte, anche se in senso inverso, il finale dell'ottava tappa del Giro d'Italia 2004 Giffoni Valle Piana - Policoro (per l'appunto) vinta, e vissuta dal vivo, da Alessandro JET Petacchi (Fassa Bortolo), ma come detto, la Basilicata mi Odia!
Inizio a pedalare alle 09:20 la temperatura è già ben oltre i 30° con un discreto vento contrario da N-O.
Ma sono tutte notizie che non dovrebbero farmi pensare molto, ho deciso di godermi questa pedalata nella maniera più rilassata possibile, senza forzare in alcun punto e soprattutto lungo le brevi ed intense ascese che incontrerò.
La prima arriva dopo 8 km e dalla strada che costeggia il fondo valle del Sinni mi porta nel borgo di Pane e Vino. E' una salita che in 1300 mt ti fa guadagnare meno di 100 mt di altitudine al 6% di media ma che per quante volte si arrotola sul crinale della collina ti sembra infinita.
Nell'abitato infastidisco il proprietario del bar/alimentari/centro sociale chiedendo un caffè.
Fino a qui tutto bene!
Proseguo la mia strada, altri 5 km lineari senza troppi problemi prima di approcciare la salita verso il Santuario di Santa Maria Regina di Anglona ... solo 500 mt che ti portano in cima ad un colle da dove si dominano le valli sottostanti. Quei 500 mt sono al 9% di media ma sto salendo con lenta disinvoltura, le uniche forzature le devo fare quando le pendenze tra il 15 e il 20% cercano di buttarti indietro.
Sono in cima, e lo spettacolo naturalistico ed architettonico che mi si apre davanti è la giusta ricompensa per questa faticata controllata.
Non sono stanco ma mi sento "diverso" dal solito, come se avessi la testa tra le nuvole ... E sono solo a 263 mt s.l.m. Mi do una rinfrescata ad una fontanella e inizio la discesa dal santuario fino ad incrociare nuovamente la strada che in discesa mi avrebbe dovuto portare al giro di boa ... Avrebbe dovuto, perché qualcosa non è come il solito, quella sensazione di prima persiste, più strana ed intensa di prima.
Decido di tornare indietro verso il gruppo di case ai piedi della salita aggirando la collina, mi siedo all'ombra, mangio qualcosa in più, controllo la respirazione.
La verità è che malgrado i 144 km di sabato scorso e le due uscite infra-settimanali sono stati giorni di eccessivo lavoro, sbattimento eno-gastronomico il tutto condito con lo scirocco afoso che ti schiaccia per terra.
La verità è che non sono in forma e la Basilicata non mi odia per niente.
Attraversi le sue strade e tutta la sua energia scorre nei campi, scende dalle pareti argillose delle sue colline, trasuda sul pelo dell'acqua e ti punta addosso da tutte le direzioni e se non la sai incanalare nel modo giusto, se non sei preparato per tutto questo ... Beh, allora sono cazzi!
La verità è che per fortuna è quasi settembre!
Il ritorno con il vento a favore mi agevola la pedalata, la testa è ancora non pienamente sincronizzata mi attardo tra le strade di Policoro, il castello, qualche ricordo lavorativo passando davanti la sede Enel e poi punto più in giù verso le rive dello Jonio, perché soffia ancora il vento e voglio vedere come sventola la Bandiera Blu.

i rapaci sono una costante
la felicità, Pane e Vino 
geometrie agricole
la discesa controllata
calanchi 
allunaggio rimandato
dolci spine
le ultime frizzanti e fresche soddisfazioni
abbiamo un tempio da ricostruire


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