TOUR DE FAGGIANDERS
Tanto vento e poco tempo per stare per strada con il pensiero sempre nello stesso punto, a casa.
Riesco però a ritagliarmi un piccolissimo spazio, una bolla sospesa nel tempo in cui tutto è compresso e sospeso e pedalare riesce a farti allontanare dalle preoccupazioni portandoti in quel mondo parallelo che ti scorre sotto le ruote e distorce la realtà.
Così a pochi chilometri da casa invento una versione ridotta del tour de flanders, fortunatamente senza pioggia ma con tanto vento, tanti muri che pugnalano i polpacci, il pavé in cui le ruote ballano tra micro e macro disconnessioni facendoti vibrare la schiena fin su alle braccia.
Sono qui nel mio personale Tour de Faggianders, sulla salita della pineta che porta alla Rocca, il pavé appunto, le pendenze laceranti del muro che porta all'incrocio con via Shkanderbeg, lo strappo per i campetti o quello per la cava, oggi presidiato da due grossi cani apparentemente tranquilli, ma meglio girare alla larga ed infine Lu Coppebberg di fresco battesimo!!
Sul percorso mi raggiunge Giuseppe con cui faccio qualche giro del "percorso" aggiungendo dopo un breve ristoro al solito bar sulla cima della Rocca la più pedalabile risalita da San Giorgio.
Salutato Giuseppe alla fine del giro mi perdo ancora un po' per le strade di Faggiano, prima di riaprire gli occhi, richiudere tutto e tornare a casa.
La famiglia è come una squadra, quando sei piccolo i tuoi genitori ti proteggono dai pericoli del percorso, dal vento e dagli attacchi, si sacrificano per te, spesso mettendo da parte la loro gloria pur di portarti al traguardo nel miglior modo possibile.
Da gregari e campioni più esperti ti hanno insegnato tutto e tutto tu hai preso da loro per proseguire sulle strade della vita fieramente le tue gare.
Ma arriva un momento in cui la forma fisica cala, la voglia di andare avanti verso il prossimo traguardo si affievolisce e quella è la parte più difficile da affrontare, più di una caduta, più di una sconfitta al fotofinish.
Se la famiglia è una squadra ciclistica, il ciclismo ha delle regole di rispetto e umanità non scritte e alle volte è più bello tirare il freno e mettere da parte i propri interessi e sacrificarsi per la squadra per riuscire a portare al traguardo nel miglior modo possibile chi ti ha insegnato tutto, e stare in bicicletta è come stare al mondo, lo devi fare bene, come va fatto.
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