SOPRA LA TERRA SOTTO LE NUVOLE

Non farò certo io la parte di quello che arriva per ultimo e racconta di quanto sia bella una cosa che ormai già sanno tutti... Anche perché la maggior parte di queste persone, quando molti anni giravo con la MTB probabilmente avevano ancora le rotelle!
Ma quanto bello è andare in giro con la gravel??
In oltre 10 anni di asfalto forsennato, se pur non tirandomi mai indietro quando i percorsi si facevano poco consoni e senza mai rinunciare all'esplorazione dei luoghi preferendola di gran lunga alla prestazione, restando comunque limitato dentro alcuni confini fisici invalicabili per una bicicletta da strada, ed è stato proprio l'utilizzo saltuario della Mountain Bike che in questi anni non mi ha completamente chiuso la percezione di un mondo semi nascosto agli occhi.
Domenica ho fatto la mia prima uscita consapevole in Gravel, 72 km e 1000 mt di dislivello.
Sono partito in un orario scomodo (le 11.17) da San Simone e contrariamente al solito il calore del giorno che lentamente aumenta riscaldandomi, questa volta lentamente si affievoliva lasciandomi percepire il freddo di una mattina di metà dicembre sferzata dal vento di tramontana ancora più intenso nei numerosi passaggi coperti dalla vegetazione o quando le nuvole riempivano lo spazio tra il mio tragitto ed il sole.
L'obbiettivo era quello di arrivare ad Alberobello e tornare indietro ma come spesso mi capita di fare in giornate incerte, ho progressivamente modificato la mia traccia in base al vento e ai corpi nuvolosi più minacciosi.
Risalgo Pilano e vado verso Martina Franca, salto il centro storico, consumato in questi ultimi mesi per motivi ben più impegnativi di un giro in bicicletta. Un babbo natale conico domina piazza Mario Pagano, metà missile interstellare metà cioccolatino kinder che ciondola come un impiccato all'albero di Natale.
Lasciando il traffico alle spalle scendo e risalgo verso Cisternino intercettando la Ciclovia dell'AQP in corrispondenza dell'Ashram.
Ormai è orario di pranzo e lungo questi primi chilometri sono stato più volte assalito dall'odore di carne che cuoceva sulla brace... In particolare quella delle fettine di maiale era la più riconoscibile alle mie narici e come tante altre volte ho scritto sulle uscite di questo periodo il profumo di legna buona che arde nei camini è una delle cose che più mi mandano in estasi e mi fanno dubitare sulla mia scelta di pedalare al posto di godermi un piatto davanti ad un caldo focolare in pietra... Ma come un piccolo fiammiferaio rivestito in goretex e vari strati di lycra devo andare avanti.
Sulla ciclovia ormai non c'è quasi nessuno, una coppia che passeggia, un'altra insieme ai loro cani e più avanti un tipo che alterna la camminata e la corsa a petto nudo!!
Figazzano, via del Parco per ritrovarmi ai piedi di Locorotondo sormontata da grossi nuvoloni neri.
Le decorazioni natalizie nei vicoli sono sempre belle, niente a che vedere con i pupazzoni a led ai quali ci costringono ormai da anni, alle volte senza neanche un richiamo al periodo (come fossero state dismesse da un parco giochi ormai fallito).
Un delirio di persone intente a fotografare a destra e a sinistra mentre nelle numerose casette in legno sparse in diversi punti strategici puoi scegliere di prendere della cioccolata calda, del vin brule o gli intramontabili panini con le bombette o con il caciocavallo impiccato... 
La fame si fa sentire, ma mi accontento di una mezza barretta anche per evitare delle file davvero impegnative.
Il tempo ad ovest non è dei migliori, anche se il vento ha spazzato i nuvoloni almeno sopra Locorotondo, ma la temperatura è decisamente al limite (per il mio abbigliamento) e prendere la pioggia potrebbe esasperare tutto inutilmente.
Così salto Alberobello e giro per le contrade a ridosso dell'abitato scoprendo un'ennesima chiesa e facendo l'incontro con un cane poco incline al benvenuto.
Girovago ancora a caso ma spostandomi lentamente verso il mio punto di partenza. 
Resto ancora più esterno a Martina Franca con l'intenzione di scendere nuovamente da Pilano, ma come spesso accade la pioggia ormai è scongiurata e decido di sfruttare al massimo l'uscita spostando la discesa dal Parco delle Querce ma arrivato all'incrocio non ne ho ancora abbastanza, il cielo è nuovamente aperto a sufficienza, così per ammortizzare al meglio la gravel vado giù per Massafra dalla statale per poi intercettare l'ingresso delle Pianelle dall'omonima masseria.
Qualche chilometro nel silenzioso frusciare di foglie semi marce incollate al terreno e il tintinnare di pietre che saltano, un gruppo di escursionisti e più giù due vacche a pochi passi dal sentiero.
Esco dal bosco prima delle ultime curve che scendono verso Massafra per poi risalire da Pentima Rossa.


 


La presenza di troppi cacciatori e colpi di doppietta nell'aria mi sconsigliano un ulteriore passaggio sterrato a ridosso del bosco.
Ritorno a San Simone intorno alle 16:30... Il bar è ancora chiuso.
Per la birra dovrò aspettare casa, alla prossima.





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