FESTIVE500 2024

Dopo undici anni di festive500 potrei azzardare che non so più cosa scrivere... E probabilmente a rileggere uno dopo l'altro i resoconti di queste avventure troverei tante parole uguali, molte frasi simili, paragoni che si ripetono.
Dopo undici anni di festive500 mi dico sempre che è l'ultima volta, che svegliarsi presto, saltare qualche appuntamento mondano la sera o i mega aperitivi della vigilia è un inutile sacrificio a cui ho già pagato dazio e poi senza la possibilità di allontanarmi troppo da casa le strade sono quelle che percorro tutto l'anno, solo concentrate in otto giorni.
Poi però il 24 mattina parte inarrestabile la voglia di pedalare e con un anno alle spalle particolarmente pesante (in cui anche la bicicletta è stata messa da parte per un po') si parte e i giorni si inseguono veloci, i chilometri si sommano ai precedenti e ti senti, malgrado tutto, in bicicletta sempre per la prima volta.
Quest'anno il vento è stato il fattore che più ha marcato le mie uscite. Per la prima volta ho anche staccato completamente dall'ufficio, non dovendo sovrapporre ed incastrare anche l'orario lavorativo  nella mia routine giornaliera.

24 - POCHI FREDDI E BAGNATI
La vigilia di Natale devo per prima cosa togliermi tutte le incombenze ed i preparativi per il cenone a casa e come spesso accade accontentarmi di una breve uscita.
Il meteo però non promette niente di buono e dato che non potrò andare molto lontano, opto per un'uscita intorno a casa in gravel.
Freddo e vento forte e dopo solo una decina di chilometri una pioggia prima leggera poi più sostenuta mi costringe a rientrare anzi tempo verso casa.
Con soli 16 km e un'occhio lungo sulle previsioni la strada si preannuncia tutta in salita.

25 - ALBA FENICOTTERI E PIOGGIA
Sveglia presto e tutto già pronto, dalla sera prima, per il consueto drittone sulla litoranea, il percorso più agevole per fare un centinaio di chilometri e tornare in orario accettabile per sedersi pulito e cambiato a pranzo con i parenti!
La pedalata del giorno di Natale è sempre la più suggestiva, strade deserte per almeno le prime due ore e mezza e l'alba vista in sella alla bicicletta che ha sempre un fascino più intenso, quest'anno poi che le uscite di prima mattina sono state pochissime me la godo a pieno. Il cielo è più aperto rispetto a ieri ma le nuvole incombono tutt'intorno riempiendosi di sfumature rosa e arancioni ai primi bagliori del sole, freddo e vento più forte del giorno prima.
Il passaggio tra le dune dorate mi manda sempre in estasi, tiro dritto fino a Campomarino per fare colazione.
Il vento alle spalle mi fa guadagnare tempo così mi soffermo maggiormente sui percorsi tra le dune subito dopo l'abitato ed il tratto di costa verso Torre Borraco, indubbiamente il più bello della costa jonica.
Superata San Pietro in Bevagna vado verso l'ingresso della palude del conte. Cerco, con i soliti pessimi risultati, di scattare una foto con il telefono che renda solo parte della bellezza ed eleganza che i fenicotteri a spasso nella palude trasmettono. La sensazione di pace e tranquillità che si capta intorno a questo specchio d'acqua e magica, ma è tempo di girare la mia bianchi e tornare indietro.
Il vento ora soffia contrario, in alcuni tratti come il palmo di una mano aperta.
Il ritorno, ad ogni modo preventivato, è impegnativo, quello che non avevo previsto invece è la pioggia che mi sorprende fredda e pungente a Torre Ovo e mi accompagna fino a dopo la Bagnara.
Rientro a casa dopo 102 km e guardandomi allo specchio ho un viso stanchissimo che lascia trasparire una felicità incontenibile.




26 - AL VENTO
Anche oggi esco di casa prestissimo, il vento ancora più forte, ai limiti del pedalabile.
All'andata comunque è sempre alle spalle e senza troppa fatica faccio un anello nell'entroterra per andare da casa a San Giorgio, Carosino, Fragagnano.
Piccola sosta alla cappella della Madonna del Favore (grazie) e poi dopo aver tagliato il silenzioso centro abitato con il vento che mi spinge dritto per dritto come un missile su una strada senza curve e con un asfalto decente arrivo a Lizzano.
Al bar dove mi fermo mi "convincono" a prendere due biglietti per 5€ per la riffa di fine anno, il solito cesto con varie cose dentro... (per la cronaca non lo vincerò io)
Da Lizzano poi a Torricella e poi Monacizzo per riprendere la litoranea fino a casa con un passaggio obbligatorio sul viale del Tramonto dove una moltitudine di vele, kite, windsurf e foil sicuramente più di me, sfruttano i benefici del gran vento di questi giorni.



27 - LOCOROTONDO
Il giorno dopo le feste le strade sono più trafficate così cerco di stare lontano dalle principali vie di collegamento e dai centri abitati. Sempre dalla direttrice San Donato / San Giorgio mi sposto verso Grottaglie e tenendomi esternamente sulla strada che costeggia la statale l'abbraccio con la mia pedalata lungo la strada Paradiso fino a ridiscendere verso la strada per Crispiano. A questo punto però devo anche un pò salire in questo festive500 così lentamente vado su per il Tiro a Volo o Manampola o Specchia Tarantina fino al bar del distributore, dove nella solita area cupa ma rasserenante, prendo il mio caffè.
Continuo lungo la strada provinciale che porta a Martina Franca, ma dei lavori in corso (forse per l'acquedotto) hanno trasformato la sede stradale in un campo minato, inoltre la vista di una tubazione provvisoria di gomma che corre sul ciglio della strada sale sugli arbusti s'interra alla buona in corrispondenza degli accessi poderali m'innervosisce, così all'incrocio con contrada Cupina svolto su una strada presa pochissime volte. Grandi spazi, qualche abitazione isolata, aria pulita.
Ritrovo poi l'incrocio con una provinciale (poco trafficata) che si snoda aprendosi su dei bellissimi scorci fin sopra al cimitero di Martina Franca.
Come immaginato il traffico del dopo festa è importante, così cerco di lasciare il prima possibile l'abitato scendendo verso l'incrocio per Cisternino e poi ancora a quello con la stazione Ippica.
L'atmosfera è nuovamente rilassata, anche se la strada verso Locorotondo è più densamente abitata rispetto alle precedenti.
Arrivo ai piedi dell'abitato risalendo da via della Difesa, ritrovandomi nel mercato, non so se quello settimanale o special edition per le feste natalizie, questo mixato alla confusione di turisti e visitatori di ogni genere per il centro storico mi costringono a procedere al passo. Mi muovo anche io tra i vicoletti lasciandomi incantare dall'atmosfera natalizia che qui ha sempre un effetto wow!!
Abbandono anche Locorotondo scivolando nuovamente verso la provincia tarantina ma dall'altro lato della statale e inoltrandomi lungo la strada Pozzotinto in una traiettoria contorta, che volendo apre mille spiragli e varianti, lascio il più lontano possibile Martina Franca e scendere verso la valle da Pilano.
A San Simone resto anonimo vicino al campo di calcetto non lasciandomi tentare da una sosta più alcolica al bar del Borgo.
Riprendo a pedalare verso la complanare e poi verso Statte per saltare anche i pochi chilometri lungo il ciglio della Statale.
Arrivo a Taranto che ormai è quasi ora di pranzo, nuovamente sembra tutto sopito. Percorrendo la sempre pessima corsia ciclabile schivando pattume, monopattini e detriti degli stessi cordoli che delimitano la corsia rientro verso San Vito con 120 km.



28 - VIGNE E CANI
In una giornata assolata e meno ventilata mi sposto verso Taranto per prendere lo stradone dopo il centro commerciale e infilare anche la salita di Roccaforzata nel conto finale. Poi da Monteparano seguendo l'invaso Pappadai tra le vigne spoglie in cerca delle prime cure per il prossimo anno arrivo a San Marzano di San Giuseppe, costeggio la cantina e attraverso il centro storico mi fermo in un bar.

Nella piazzetta antistante ritrovo il babbo natale kinder che già avevo visto a Martina qualche giorno prima.
Lentamente, smaltendo gli ultimissimi adesivi del 2024 ritorno verso Fragagnano e per vie traverse mi ritrovo a risalire per la Madonna della Camera.
Lungo il tratto finale, i soliti cani che sbucano abbaiando dalla campagna... Non ho voglia di fermarmi e stare li a risalire a piedi nel loro frastuono, così giro e torno indietro ripagandomi con la piacevole discesa fino alla chiesa e poi ritornare su a Monteparano.
Scendo da Rocca verso Faggiano e nonostante l'interruzione della strada per la costruzione della rotatoria prendo per San Donato affrontando una piccola deviazione nella terra umida sono a casa con altri 80 km nelle gambe.


29 - GRAVEL PUGLIA SOCIAL RIDE
Dopo aver preso la gravel sono entrato digitando in punta di indici in un gruppo su facebook.
E dopo averla rinviata per il meteo sfavorevole (era prevista il primo di dicembre ndr.) gli organizzatori spostano la loro Social Ride domenica 29.
Occasione perfetta per me per aggiungere chilometri, variare un po' i percorsi e conoscere nuove persone...
Il dettaglio di questa uscita l'ho pubblicato qualche giorno fa e lo trovi qui.
Affrontare la strada in solitudine per me è il massimo, mi piace concentrarmi sulle mie cose, prendermi il mio tempo, fantasticare in silenzio pedalando in maniera discreta.
In gruppo questo non accade, con il tempo selezioni la compagnia ideale, fuggendo nel mio caso dagli esaltati, dai campioni da quelli che inutilmente si mettono sotto scacco dell'automobilista meno rispettoso da quelli che parlano male degli assenti non pensando che chi gli ascolta, potrebbe o come in questo caso, io, li conosce!! (che tristezza) gli stessi che se organizzavano loro è sempre meglio e però non organizzano mai niente.
Nella Social Ride ci sono anche questi elementi è normale, ma alla fine un po' per il ritmo un po' per affinità ti ritrovi a pedalare con le persone giuste tornando a casa non solo con altri 70 km, tanti in sterrato, ma anche con nuove conoscenze e nuove prospettive dopo una bellissima giornata passata in compagnia.


30 - IL MARE DIETRO LA NEBBIA
Il non dover andare in ufficio mi ha abituato per quest'anno ad uscire solo di mattina tralasciando quelle uscite spot pomeridiane a cavallo della pausa pranzo e l'imbrunire.
Anche oggi, che in realtà potrei prendermela con molta più calma esco presto, nuovamente con la gravel, il forte vento da N N/E ormai è un ricordo, il tempo girato a scirocco lascia in sospensione un'umidità spaventosa.
Quasi da subito sento freddo oltre i guanti, e modifico il percorso in tempo reale cercando il più possibile di stare all'interno dei centri abitati per evitare la schiacciante morsa che stringe attraverso i campi.
Senza non poche inutili soffiate nei guanti arrivo a Pulsano dove segno il mio giro di boa per la chiusura in giornata del festive500.
Lungo la pista ciclabile e con il sole che lentamente riguadagna spazio tra la nebbia arrivo sulla spiaggia del Gabbiano. La luce scalda e tinge di ocra la sabbia compatta, mi prendo del tempo per respirare da vicino il mare.
Riparto con immensa calma ancora lungo l'asfalto della litoranea e ritagliandomi gli ultimi chilometri all'interno della scogliera prima di arrivare a casa con gli ultimi 35 km e il conto complessivo di poco superiore al minimo sindacabile per poter, ancora con grande soddisfazione, come se fosse la prima volta, gioire per la chiusura di questa ennesima sfida.

 

500 km non sono tantissimi, e più che allenamento servono tenacia ed impegno e quando tagli il traguardo alzi le braccia per un attimo, guardi orgogliosamente dietro di te per poi stringere nuovamente il manubrio e andare ancora avanti. 
  

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