IL GIRO DELLE SETTE CHIESE XV - LA CAMPANA D'ORO DEL DIAVOLO
Qualche mese fa avevo già provato in maniera anonima il Giro delle Sette Chiese XV (il primo su un percorso in gran parte sterrato) ma l'avevo percorso con la MTB 26".
Settimana scorsa (forse con poca enfasi) ho provato a coinvolgere altri ciclisti ad unirsi nel giro ufficiale ma a parte i "cuoricini" e i "pollicini" ma anche il tempo incerto la cosa non è andata in porto.
Questa settimana ho deciso di farlo nuovamente in solitaria ed in gravel partendo però direttamente da casa e non da Monacizzo come la prima volta.
Così prima dell'inizio della traccia mi toccano 30 km prevalentemente su una litoranea fredda ma assolata ma che sottovaluto (partendo tra l'altro alle 12) e vestendomi con uno strato in meno!
Il nome del Giro parte da una leggenda
Le storie tramandate dalla tradizione popolare narrano l’esistenza di un tesoro nascosto nella grotta, noto come la Campana d’Oro... La leggenda della Campana d’Oro di Scerza si è sviluppata in diverse versioni. Tra le informazioni raccolte dallo storico Giglio Caraccio, un elemento costante nei racconti e nei ricordi degli anziani è il ruolo del diavolo come custode di questa imponente campana.
Il racconto riporta due versioni. La prima descrive che “a mezzanotte, la campana suonava in modo simile a un richiamo, e gli spiriti si manifestavano.”
La seconda versione parla di “un’occhiatura”, ossia di un tesoro nascosto, per accedervi si doveva sacrificare un neonato di tre giorni. Una volta effettuato questo atto, la campana avrebbe suonato, rivelando un’apertura in cui si troverebbe il tesoro.
Ma andando con ordine appena uscito da Monacizzo parte subito la parte offroad (davvero tanta in questo giro). Il passaggio intorno ai resti di Masseria Gravara mi ricordano il lungo lavoro di qualche anno fa per portare la linea elettrica alla proprietà vicina e l'estenuante fase di convincimento di alcuni proprietari restii a far piantare i pali...
Rispetto al mio primo passaggio oggi trovo decisamente più fango, meglio così, un piccolo passaggio sull'asfalto per arrivare alla prima chiesa:
Cappella della Divina Misericordia - Entrando in un fondo (segnalato lungo la provinciale) si arriva in una casetta neanche tanto antica in cui però è stata realizzata una piccola cappella votiva contornata da un'area relax-meditativa fai da te, un po' come quei locali in cui si riutilizzano vecchie cose, qui però con un fine più introspettivo.
Ancora asfalto per poi deviare verso masseria Tremola dove un gregge di pecore, apparentemente senza pastore e senza cani pastori, si blocca e si volta al mio passaggio. La strada è più pietrosa e in leggera salita, poi si scende in una cava e attraverso un sentiero si arriva alle spalle della seconda chiesa:
Cripta della Santissima Trinità - Anche su questo sito c'è una storia che narra di un ragazzo che portava una mucca al pascolo,e la stessa mucca arrivando in quel punto della grotta si accasciava e non c' era verso di farla alzare,fu la motivazione che spinse i pastori a scavare in quel punto per trovarsi poi questa grotta con un altarino centrale..Esiste all' interno un quadro che ritrae la storia della mucca e il pastore.
Mentre sono intento a fare le foto dagli ulivi sbucano due ragazzi in MTB, facciamo una chiacchiera veloce poi riprendiamo rispettivamente per le nostre strade.
Sempre su uno sterrato a tratti nervoso dopo un'infinità di cambi direzione arrivo alla terza Chiesetta:
Cappella Scerza - Punto fondamentale di questo giro per la vicinanza con la grotta della Campana D'Oro.
Dopo una breve transizione ancora su asfalto arrivano 4 magnifici chilometri di sterrato immerso negli uliveti e in una campagna sempre sveglia, alberi già in fiore, sfalci di potatura accatastati, qualche cumulo di foglie che brucia e terra arata che profuma di vita.
La strada sopra il Bosco di Sferracavalli è silenziosa e le poche abitazioni possono vantare una vista panoramica sulla costa davvero notevole.
La strada scende tumultuosa verso la Provinciale 141, e poi ancora più giù verso contrada Marchese dove incontro la quarta chiesa:
Cappella San Nicola del Ginocchio - Non ho trovato molto su questo sito ed il suo curioso nome, che per un giro in bicicletta però trovo perfetto.
Rientro verso Maruggio attraversando ulivi e terreni tinti di giallo. Arrivato nell'abitato, memore dei cani dell'altra volta improvviso la strada per arrivare direttamente alla quinta chiesa:
Cappella della Vergine Addolorata - In prossimità del vecchio cimitero di Maruggio, anche se direttamente affacciato su una strada principale un posto che mantiene un fascino lucubre, anche per merito della sua decadenza.
Salto il passaggio sulla collina dove si trova la pista di kart e dal cimitero vecchio, fermandomi alla fontana nei pressi del Comune vado a quello nuovo, sesta chiesa:
Chiesa Madonna del Verde - Anche questa chiesa profondamente legata alla storia stessa della nascita dell'abitato di Maruggio, passando dall'ordine dei Templari e dei Cavalieri di Malta e il Marrubium – una pianta erbacea officinale dai piccoli fiori bianchi che fioriscono da luglio a settembre, dal sapore amarognolo.
La chiesa all'interno è davvero bella.
Esco da Maruggio con il solo obbiettivo di arrivare all'ultima chiesa:
Cappella della Madonna del Carmine - In assoluto la peggio messa in questo giro, poco più che un rudere infestato dalla vegetazione, ma sette sono e sette si devono essere visitate.
Finirò il mio giro quasi alle 17 con un totale di 100 km, al momento la distanza più lunga percorsa con la gravel.
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