ON THE WHEELS AT THE HEEL

Avevo costeggiato il tacco d'Italia già nell'Ottobre di due anni fa, con altre compagne di pedalata e nel senso opposto, UN GIRO ILLUMINANTE
Non sono ancora annoverato tra gli illuminati, ma vedo le cose sotto una luce diversa.
Questa volta il giro sarà per 2/3 con il mare a destra, partendo da Gallipoli e arrivando a Santa Maria di Leuca, insieme a me Andrea, con il quale sto condividendo e pedalando da un po' di tempo dei bei km ed Ezio che forte del suo nuovo mezzo e della sua gamba allenata è pronto per questa tranquilla ma impegnativa domenica in bicicletta.
Partiamo da Gallipoli come da tabella di marcia alle 09:00, attraversiamo prudentemente i binari della stazione e iniziamo a percorrere la litoranea lasciandoci via via tutti i locali notturni adagiati sulla spiaggia di Baia Verde.
Vento laterale, si procede ad una discreta andatura, la costa Jonica scivola via rapidamente, lasciandomi senza fiato, per la sua bellezza a prima vista.
Di ciclisti ne incontriamo una miriade in entrambi i sensi ed anche posticini in cui fermarsi e scialarsi al sole di questa, finalmente qui, fottuta tarda primavera!
La sosta con foto sulla sdraio delle Maldive è obbligatoria, ed anche fare da paparazzo alla coppietta fuori stagione.
Ezio azzarda una decina di chilometri e in effetti non sbagliandosi di troppo, iniziamo a girare costantemente verso sinistra fino a ritrovarci davanti il faro di Santa Maria di Leuca.
Dopo aver elogiato la PACCIA, breve rifornimento presso l'alimentari, panini bibite e frutta, scarpiniamo fino al santuario per mangiare bere e spammare un po' in giro.
Riprendiamo a pedalare sulla costa Adriatica, voltando pagina su un paesaggio completamente diverso dal precedente. La costa alta e selvaggia è da vertigine.
Anche se conosco molto bene questa strada con tutti i suoi scorci, procedo ad una velocità che mi consente di godere a tutto tondo la scenografia che mi contiene.
Poco prima, per fortuna, della picchiata verso il Ciolo, sento dietro di me un fragoroso crash, mi volto e vedo Ezio per terra a centro strada.
Una distrazione? Una sconnessione della strada? Ezio scivola su un'asfalto molto abrasivo causandosi non poche ferite alla gamba, al gomito e alle mani. Niente di grave e di rotto, anche la bici, pur avendo disperso gran parte del nastro sulla piega lungo l'asfalto ad un rapido check risponde ai comandi.
Un attimo di riflessione, Ezio stringe i denti e continua a pedalare, sicuramente non con la stessa tranquillità e spensieratezza fin qui dimostrata.
Procediamo fino a Novaglie dove una fontana lungo la strada gli permette di lavare meglio le ferite e riprendere con ritrovata verve la strada verso Otranto.
Andiamo ognuno del suo passo, riunendoci, chiacchierando, scherzando ... Una pedalata davvero entusiasmante Marina Serra, Tricase porto, Marina di Andrano, Castro, fino a Santa Cesaria Terme dove ci fermiamo sul lungomare per un nuovo rinfrescante rifornimento alimentare presso la porta d'Oriente.
Dopo un paio di curve che risalgono la costa s'intravede in lontananza il faro di Punta Palascia, il punto più ad Orinte d'Italia (ndr).
Scendiamo verso Porto Badisco ed il tratto in pianura che ci porta verso la Punta è forse il più impegnativo, con un forte vento contrario che inizia a farci sentire, a più livelli di percezione, la stanchezza.
La sosta ad Otranto è contemplata nel pacchetto viaggio.
Il vento sulla piazza affacciata sul mare però ingestibile.
Scatta ora l'attraversamento del Salento da costa a costa. Niente più mare, ma campagne, coltivazioni paesi, apparentemente disabitati, in rapida successione, che segno su un bigliettino per evitare ogni volta di prendere googlemaps!
Uggiano la Chiesa, Minervino, Giuggianello, Sanarica, Muro Leccese, Scorrano, Collepasso ... Ripercorro in senso inverso la stessa strada di due anni fa, quasi ad intuito, non è cambiato niente.
Il cantiere sulla curva della SP361, il calesse per le strade di Collepasso.
L'ultima fatica per aggirare Parabita ed ecco in lontananza di nuovo il mare, inondato dalla luce abbagliante del sole pomeridiano.
In discesa verso Alezio, riesco a prendere anche la strada vicinale Croce della Lizza per evitare l'ultimo tratto di provinciale e rieccoci al punto di partenza, un rapido cambio, sistemiamo le biciclette in macchina e ci facciamo un paio di giri di birra.
Di Andrea non mi preoccupo, so che qualsiasi itinerario gli proponi è al mio stesso, se non più alto, livello di preparazione, al momento è il compagno perfetto per il mio stile di pedalata, quando si sale si sale, quando si tira si tira, quando ci sta da cazzeggiare si cazzeggia!
Di Ezio non posso che avere grandi parole, quando gli ho proposto di unirsi a noi era perché vedendo le sue uscite degli scorsi mesi sapevo che ci stava dentro alla grande con il suo passo, e che la strada lo avrebbe entusiasmato in più si è fatto quasi 100 km dopo una brutta e rovinosa caduta, andateci piano, lui non è "spartano" per niente, è siciliano e tiene #naminchiatanta.
Io, beh io sono io, il Capitano, con qualsiasi equipaggio. Traccio la direzione sulla mappa, guardo le stelle, cerco di dare i tempi giusti, vado avanti quando serve, resto indietro quando devo e se vi piace, pedalate nella mia stessa direzione, altrimenti perdetevi sulle vostre rotte, sul mio ponte non sventola la bandiera bianca e finché vedrai sventolar bandiera gialla, tu saprai che qui si balla.

il team si muove
tipi da spiaggia
Ezio rotolando verso Sud
Quasi in punta di tacco
Elogio alla Paccia 
salendo da Novaglie
promenade des salentais
Andrea
Ezio
Otranto tutto compreso
ridefloz




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