I NOVE COLLI LUCANI 2016
Quando esco in bicicletta è come aprire ed iniziare a leggere un libro, i chilometri sono come le pagine, più vai avanti più le pagine sulla sinistra fanno spessore e diminuiscono quelle che ti separano dalla fine.
Ma le uscite in bicicletta possono essere come alcuni libri, difficili da leggere, complicati da decifrare, pesanti e allora se non riesci ad andare avanti ti fermi, metti un segnalibro e conservi il volume sullo scaffale, per riprenderlo quando sarai più maturo ed avrai più tempo ... Quando però riprendi quel libro, non puoi cominciare a leggere da dove ti eri fermato, devi ripartire dall'inizio!
La storia è sempre quella, solo che alcune cose ti sembrano più chiare, conservi nella memoria dei personaggi, anche se alcuni ormai sono inutili, datati è fuori contesto, e la storia, come una pedalata, si ripete ... mai uguale.
La Nove Colli Lucani ha 9 capitoli, tante pagine che posso misurarle in 195 km e 3361 mt di dislivello complessivo.
Naturalmente quando partecipi ad una manifestazione del genere in cuor tuo punti a concluderla, con qualsiasi tempo e dopo l'esperienza dello scorso anno, portarla a termine sarebbe stato, oltre ad una grande soddisfazione personale, un giusto tributo alle persone che la scorsa edizione hanno speso il loro tempo per seguirmi in macchina per darmi un concreto aiuto tecnico e morale in questa, almeno per le mie doti, autentica impresa.
La voglia e la curiosità di sapere cosa succede alla fine di quel libro è forte ma questa volta ho paura.
Non c'è l'incoscienza della prima volta, altre uscite, solo su alcuni di quei Nove Colli mi hanno più volte segnato il morale durante quest'anno, questa volta sarò completamente solo e per non farsi mancare niente minaccia anche pioggia.
Inizio lo spostamento in macchina da Taranto verso Matera che naturalmente è ancora buio e con il pensiero costante di lasciar perdere tutto. A Palagiano inizia a piovere ma vado avanti silenzioso fino a quando alle porte di Castellaneta, ancora sotto la pioggia, l'alba mi da il suo radioso e violaceo buongiorno, forza, non ti fermare.
Arrivo alla partenza di Matera e la prima cosa che faccio è salutare Pino e tutti quelli (pochi saprò in seguito) che si sono sbattuti per questa manifestazione.
La mia tessera è la 17 ... ma non sono superstizioso, preparo la bici mi vesto mi carico di viveri e alle 08:00 parto.
Il percorso questa volta scende verso La Martella, strada che ho fatto al contrario a Giugno con Andrea, il fondo però è umido e viscido è ho tutta la prudenza del caso nell'affrontare la strada anche quando scende larga verso il fondo valle. Dopo i primi 20 km di completa solitudine mi passano i primi due ciclisti, un saluto al volo e poi spariscono dopo il bivio in cui si torna, costeggiando un nebbioso e tetro lago di San Giuliano verso la statale. Dopo la seconda galleria vengo raggiunto da un gruppo più numeroso, al quale mi accodo per percorrere il breve tratto di Statale 7 ed iniziare la prima ascesa, quella verso Miglionico a circa 32 km dalla partenza.
Non ho intenzione di fare niente di più di quello che le mie gambe possono fare. La maggior parte del gruppetto alle prime curve va via, io mi metto a ruota di un ragazzo e una ragazza che hanno più o meno il mio stesso passo, ma non ci faccio caso, mi concentro sulla respirazione e vado avanti, do qualche cambio e vengo staccato alle porte di Miglionico.
La strada in molti tratti è ancora umida e quando si tratta di lasciarsi andare in discesa ho più paura che in salita, affrontando alcune curve in maniera fin troppo pacata.
Lungo il percorso altri ciclisti mi passano avanti, e tutti quelli che passerò io, sono fermi per qualche necessità fisiologica e solo uno perché aveva bucato, al quale però chiedo malgrado tutto se aveva bisogno di aiuto, ma lui fortunatamente mi dice di non preoccuparmi e di andare .., Credo abbia pensato "E a te ci tav'aiutà??"
Anche la salita di Grottole va via tutto sommato senza affanni, sto molto attento a bere e mangiare, perché voglio evitare, come è successo lo scorso anno, che i crampi mi buttino giù dalla bicicletta.
Non ci sono molti iscritti (anche questo mi verrà detto in seguito), e sicuramente, tutti hanno una preparazione doppia e in alcuni casi tripla, rispetto alla mia, senza distinzione di età e di sesso. Mi passano tutti avanti, salutandomi e non mi sforzo mai per raggiungere nessuno, proseguo per la quasi totalità del tempo da solo e del mio passo tranquillo.
La discesa da Grassano è differente da quella della scorsa edizione, bellissima e con il fondo più asciutto riesco ad avere anche meno paura ... non esito però a fermarmi per cercare di fotografare un paio di ciclisti qualche curva più sotto.
Sul tratto che porta verso la Basentana si vola, strada ancora più larga e in leggera pendenza in pieno sole ... non ho ancora controllato il tabulato delle velocità, ma credo di aver raggiunto qui la mia velocità massima di 68 km/h.
Inizia la salita per Garaguso, quasi 10 km che ovviamente mi sparo da solo, fino alla fontana, quando riparto mi passa davanti un gruppo di una decina di ciclisti, riesco a mettermi alla loro ruota ed arrivare fino a Garaguso "steccando", ma solo in parte la fatica.
Anche questa volta, per non perdere il treno, non posso fermarmi sui tornanti da dove si gode la migliore visuale su tutta la salita fin qui affrontata, durante questo tratto d'ascesa però un paio di ciclisti di Monopoli, mi chiedono se Peppino Marangiolo era appostato su qualche colle o dietro per dietro a qualche ciclista, io gli dico che sicuramente era andato a seguire una gara dalle parti di Taranto, mi chiedono di salutarlo, che è sempre stato una persona con una passione unica e una grande disponibilità verso tutti, al di là della casacca che s'indossava, "Namm' fatt d gar a scittà cu Pinucc'"
Nuovamente l'arrivo a Garaguso mi lascia senza fiato, anche per la bellezza panoramica del paese, attraversando il centro abitato raccogliamo l'incitamento di qualche persona comodamente seduta a bordo strada, una breve e suggestiva discesa per poi iniziare a salire, ancora da solo, verso San Mauro Forte attraverso il bosco e il bivio della casa Cantoniera per Accettura non con semplicità, passando anche davanti ad una mucca podolica libera sul ciglio della strada, arrivo al primo check point presidiato da Pino.
Pane e mortazza, un pò di sali minerali, e mi copro per la veloce discesa, su una strada in parte disastrata, dove mi taglia la strada anche una biscia, che mi aspetta prima di salire ancora.
La strada per Ferrandina è tosta, dieci chilometri di impegnativi sali e scendi che spariscono dentro una fitta boscaglia dove la strada vira ancora verso l'alto senza sosta per altri 5 km e mezzo.
Credo non ci sia più nessuno alle mie spalle. Faccio la salita molto lentamente, e guardare il Garmin sul manubrio sento un po' d'imbarazzo. Le gambe vanno ancora, ma più lente della testa.
L'anno scorso mi sono fermato a Pomarico, strisciando le ruote con le gambe di pietra. Questa volta non voglio offuscare questa pedalata con il dolore finale.
Quando i miei occhi riescono a scrutare il cielo intravedono nuvole di pioggia, che probabilmente, proseguendo con questo ritmo, mi prenderò in pieno.
Decido di interrompere la mia lettura al capitolo Ferrandina con ancora qualcosa nelle gambe, che probabilmente non mi avrebbero però portato fino a Matera e un convinto e sincero sorriso verso me stesso. Sono contento è soddisfatto:
Anche se alla fine ho fatto meno colli dell'anno scorso, sono riuscito a dosare le mie forze a non andare mai in crisi, assimilando meglio quelle pagine, capendone meglio alcuni complicati passaggi, a vincere la paura di essere immerso da solo in uno scenario che varia dall'inebriante bellezza alla primordiale desolazione, assaporarne i silenzi, sentirne i profumi e gli echi di voci lontane .
A Ferrandina trovo un passaggio dall'organizzazione che mi bypassa gli ultimi 3 colli Pomarico, Montescaglioso e Matera.
Lungo la salita per Matera intercettiamo anche qualcuno che ha tirato dritto saltando il quarto e il quinto punto di controllo, ma anche passare per questa strada non è mica uno scherzo.
"I NOVE COLLI LUCANI ... arrivare è una vittoria" ma anche partecipare è una fantastica esperienza.
Grazie ancora e ovviamente al prossimo anno.
(Qui trovi altre foto di Leonardo Provinzano)
Ma le uscite in bicicletta possono essere come alcuni libri, difficili da leggere, complicati da decifrare, pesanti e allora se non riesci ad andare avanti ti fermi, metti un segnalibro e conservi il volume sullo scaffale, per riprenderlo quando sarai più maturo ed avrai più tempo ... Quando però riprendi quel libro, non puoi cominciare a leggere da dove ti eri fermato, devi ripartire dall'inizio!
La storia è sempre quella, solo che alcune cose ti sembrano più chiare, conservi nella memoria dei personaggi, anche se alcuni ormai sono inutili, datati è fuori contesto, e la storia, come una pedalata, si ripete ... mai uguale.
La Nove Colli Lucani ha 9 capitoli, tante pagine che posso misurarle in 195 km e 3361 mt di dislivello complessivo.
Naturalmente quando partecipi ad una manifestazione del genere in cuor tuo punti a concluderla, con qualsiasi tempo e dopo l'esperienza dello scorso anno, portarla a termine sarebbe stato, oltre ad una grande soddisfazione personale, un giusto tributo alle persone che la scorsa edizione hanno speso il loro tempo per seguirmi in macchina per darmi un concreto aiuto tecnico e morale in questa, almeno per le mie doti, autentica impresa.
La voglia e la curiosità di sapere cosa succede alla fine di quel libro è forte ma questa volta ho paura.
Non c'è l'incoscienza della prima volta, altre uscite, solo su alcuni di quei Nove Colli mi hanno più volte segnato il morale durante quest'anno, questa volta sarò completamente solo e per non farsi mancare niente minaccia anche pioggia.
Inizio lo spostamento in macchina da Taranto verso Matera che naturalmente è ancora buio e con il pensiero costante di lasciar perdere tutto. A Palagiano inizia a piovere ma vado avanti silenzioso fino a quando alle porte di Castellaneta, ancora sotto la pioggia, l'alba mi da il suo radioso e violaceo buongiorno, forza, non ti fermare.
Arrivo alla partenza di Matera e la prima cosa che faccio è salutare Pino e tutti quelli (pochi saprò in seguito) che si sono sbattuti per questa manifestazione.
La mia tessera è la 17 ... ma non sono superstizioso, preparo la bici mi vesto mi carico di viveri e alle 08:00 parto.
Il percorso questa volta scende verso La Martella, strada che ho fatto al contrario a Giugno con Andrea, il fondo però è umido e viscido è ho tutta la prudenza del caso nell'affrontare la strada anche quando scende larga verso il fondo valle. Dopo i primi 20 km di completa solitudine mi passano i primi due ciclisti, un saluto al volo e poi spariscono dopo il bivio in cui si torna, costeggiando un nebbioso e tetro lago di San Giuliano verso la statale. Dopo la seconda galleria vengo raggiunto da un gruppo più numeroso, al quale mi accodo per percorrere il breve tratto di Statale 7 ed iniziare la prima ascesa, quella verso Miglionico a circa 32 km dalla partenza.
Non ho intenzione di fare niente di più di quello che le mie gambe possono fare. La maggior parte del gruppetto alle prime curve va via, io mi metto a ruota di un ragazzo e una ragazza che hanno più o meno il mio stesso passo, ma non ci faccio caso, mi concentro sulla respirazione e vado avanti, do qualche cambio e vengo staccato alle porte di Miglionico.
La strada in molti tratti è ancora umida e quando si tratta di lasciarsi andare in discesa ho più paura che in salita, affrontando alcune curve in maniera fin troppo pacata.
Lungo il percorso altri ciclisti mi passano avanti, e tutti quelli che passerò io, sono fermi per qualche necessità fisiologica e solo uno perché aveva bucato, al quale però chiedo malgrado tutto se aveva bisogno di aiuto, ma lui fortunatamente mi dice di non preoccuparmi e di andare .., Credo abbia pensato "E a te ci tav'aiutà??"
Anche la salita di Grottole va via tutto sommato senza affanni, sto molto attento a bere e mangiare, perché voglio evitare, come è successo lo scorso anno, che i crampi mi buttino giù dalla bicicletta.
Non ci sono molti iscritti (anche questo mi verrà detto in seguito), e sicuramente, tutti hanno una preparazione doppia e in alcuni casi tripla, rispetto alla mia, senza distinzione di età e di sesso. Mi passano tutti avanti, salutandomi e non mi sforzo mai per raggiungere nessuno, proseguo per la quasi totalità del tempo da solo e del mio passo tranquillo.
La discesa da Grassano è differente da quella della scorsa edizione, bellissima e con il fondo più asciutto riesco ad avere anche meno paura ... non esito però a fermarmi per cercare di fotografare un paio di ciclisti qualche curva più sotto.
Sul tratto che porta verso la Basentana si vola, strada ancora più larga e in leggera pendenza in pieno sole ... non ho ancora controllato il tabulato delle velocità, ma credo di aver raggiunto qui la mia velocità massima di 68 km/h.
Inizia la salita per Garaguso, quasi 10 km che ovviamente mi sparo da solo, fino alla fontana, quando riparto mi passa davanti un gruppo di una decina di ciclisti, riesco a mettermi alla loro ruota ed arrivare fino a Garaguso "steccando", ma solo in parte la fatica.
Anche questa volta, per non perdere il treno, non posso fermarmi sui tornanti da dove si gode la migliore visuale su tutta la salita fin qui affrontata, durante questo tratto d'ascesa però un paio di ciclisti di Monopoli, mi chiedono se Peppino Marangiolo era appostato su qualche colle o dietro per dietro a qualche ciclista, io gli dico che sicuramente era andato a seguire una gara dalle parti di Taranto, mi chiedono di salutarlo, che è sempre stato una persona con una passione unica e una grande disponibilità verso tutti, al di là della casacca che s'indossava, "Namm' fatt d gar a scittà cu Pinucc'"
Nuovamente l'arrivo a Garaguso mi lascia senza fiato, anche per la bellezza panoramica del paese, attraversando il centro abitato raccogliamo l'incitamento di qualche persona comodamente seduta a bordo strada, una breve e suggestiva discesa per poi iniziare a salire, ancora da solo, verso San Mauro Forte attraverso il bosco e il bivio della casa Cantoniera per Accettura non con semplicità, passando anche davanti ad una mucca podolica libera sul ciglio della strada, arrivo al primo check point presidiato da Pino.
Pane e mortazza, un pò di sali minerali, e mi copro per la veloce discesa, su una strada in parte disastrata, dove mi taglia la strada anche una biscia, che mi aspetta prima di salire ancora.
La strada per Ferrandina è tosta, dieci chilometri di impegnativi sali e scendi che spariscono dentro una fitta boscaglia dove la strada vira ancora verso l'alto senza sosta per altri 5 km e mezzo.
Credo non ci sia più nessuno alle mie spalle. Faccio la salita molto lentamente, e guardare il Garmin sul manubrio sento un po' d'imbarazzo. Le gambe vanno ancora, ma più lente della testa.
L'anno scorso mi sono fermato a Pomarico, strisciando le ruote con le gambe di pietra. Questa volta non voglio offuscare questa pedalata con il dolore finale.
Quando i miei occhi riescono a scrutare il cielo intravedono nuvole di pioggia, che probabilmente, proseguendo con questo ritmo, mi prenderò in pieno.
Decido di interrompere la mia lettura al capitolo Ferrandina con ancora qualcosa nelle gambe, che probabilmente non mi avrebbero però portato fino a Matera e un convinto e sincero sorriso verso me stesso. Sono contento è soddisfatto:
Anche se alla fine ho fatto meno colli dell'anno scorso, sono riuscito a dosare le mie forze a non andare mai in crisi, assimilando meglio quelle pagine, capendone meglio alcuni complicati passaggi, a vincere la paura di essere immerso da solo in uno scenario che varia dall'inebriante bellezza alla primordiale desolazione, assaporarne i silenzi, sentirne i profumi e gli echi di voci lontane .
A Ferrandina trovo un passaggio dall'organizzazione che mi bypassa gli ultimi 3 colli Pomarico, Montescaglioso e Matera.
Lungo la salita per Matera intercettiamo anche qualcuno che ha tirato dritto saltando il quarto e il quinto punto di controllo, ma anche passare per questa strada non è mica uno scherzo.
"I NOVE COLLI LUCANI ... arrivare è una vittoria" ma anche partecipare è una fantastica esperienza.
Grazie ancora e ovviamente al prossimo anno.
L'alba del coraggio |
lasciando Matera |
tra i primi tre colli |
salendo per Grassano |
a tutta velocità, ma sempre attento |
spettatori distratti |
Grassano by the way |
salutaci Pinuccio |
un passaggio suggestivo |
scendendo da San Mauro Forte |
Craco in lontananza |
Ci sono, ci sono ... |
qualche calanco prima di Ferrandina |
my FUCKing 132.4 km and 2345 mt of climbing |
(Qui trovi altre foto di Leonardo Provinzano)
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