OKTOBERFEST MIT FRANKFURTER ALLGEMEINE

Scrivere dopo la tua ennesima uscita in bicicletta non è sempre facile, alle volte pedali e non succede niente di particolarmente interessante, la strada scorre con qualche sussulto sotto le ruote e il percorso (lungo la litoranea) è quello di sempre, sono così immerso nel momento che non esiste il passato, non esiste ancora questo futuro, non esiste nessuno.
Pedalo lungo una strada deserta con il sole che lentamente spunta davanti ai miei occhi, arrossandomi il viso ed allungando la mia ombra che si allontana.
Anche riuscire a fare una fotografia diventa un problema ...
Ma poi misteriosamente, dopo i primi chilometri della solita strada entro in una dimensione nuova, e anche se la cosa si ripete, apparentemente sempre uguale, tutto mi sembra nuovamente diverso.
L'aria fresca e frizzante della prima mattina di Ottobre inizia a scaldarsi e la litoranea si apre, dopo Fatamorgana, finalmente davanti a me. Un mare trasparente languido e disabitato e ogni fotogramma di quei chilometri mi scorre davanti, rapido, come immediato è il controllo all'interno dell'archivio dei miei ricordi, guardo in giro e vado avanti.
Poi arriva quel punto che non puoi non fotografare, mi piace talmente tanto che ci vorrei generare qualcosa di più stabile e complesso, ma con l'autoscatto a 10" è impossibile.
Vado avanti e per fortuna la mia attenzione in un progressivo moto di rilassamento riesce a focalizzare un angolo nuovo, in cui fermarsi ed entrare.
A Campomarino ci sono ancora molti bar aperti, ma tiro dritto, per soffermarmi come sempre negli scorci cobalto attraverso la sabbia umida color ocra e la macchia profumata.
La poesia e la pace di questa uscita non uccidono però il mio spirito auto dissacrante e davanti ad un Tutti Frutti Beach trovo finalmente il tempo per immortalarmi in una posa plastica come il King, con tanto di pompa come microfono e ovviamente canzone di sottofondo.
Attraverso l'abitato di San Pietro in Bevagna e all'altezza del Chidro un tipo con una Skoda Roomster con sopra un cassone portaoggetti, che proviene in direzione opposta, senza una motivazione plausibile mi da dal finestrino dello "strunz" ... Forse mi ha scambiato per qualcun'altro? Forse lo conosco? Ma lui non conosce me e allora inverto la marcia ed inizio ad inseguirlo passando rapidamente dai 25 ai 35 all'ora, il tipo si accorge del mio cambio di direzione ed accellera di netto, io arrivo a 47 km/h, ma senza traffico l'auto si dilegua subito dopo il dosso della pineta ... Mi sembra chiaro che non mi aveva scambiato per nessuno e che non mi conosceva direttamente, era solo un povero coglionazzo, che prima o poi (se non ti cambi la macchina) incontrerò di nuovo.
Passo la Salina dei Monaci e continuo in direzione Punta Prosciutto, strada facendo ho deciso che sarà quello il mio giro di boa.
La maxi spiaggia è praticamente deserta, le dune imponenti alle mie spalle nascondono la distesa di cemento senza coerenza che si stende fino alla strada, lo stabilimento dove faccio base ha ancora in offerta un'ombrellone e due lettini a 10 €, ma di fatto tre bagnini stanno smantellando tutto e il bar è anche chiuso ... il mare è meraviglioso e volendo si può anche assimilarlo gratis.
Riparto e mentre sono fermo per fare la consueta foto passa un ciclista che mi chiede se va tutto bene, gli rispondo di si e lo ringrazio, lui va avanti.
Qualche chilometro più tardi, prima di entrare dentro San Pietro lo ritrovo e lo raggiungo ...
Solitamente proseguo del mio passo e non mi dilungo in troppe chiacchiere, lo affianco lo saluto e la mia intenzione era quella di proseguire, ma noto la sua fantastica Pinarello degli anni '80 ed inizia una bella conversazione intorno ai 30 km/h che si conclude per un caffè a Campomarino.
Il suo accento conserva ancora una spiccata melodia campana ma da tempo Giuseppe sta di casa a Francoforte, con quella Pinarello, sartoriale, è stato un agonista in una squadra tedesca negli anni che furono, oggi si gode la pensione (parole sue) tra Frankfurt am Main e Porto Cesareo, tra la Pinarello made in Italy degli anni ottanta e la sua Dogma F8 made in Taiwan ...
Ci salutiamo, lui torna indietro verso Porto Cesareo, io continuo verso Taranto, magari ci beccheremo nuovamente sulla litoranea o magari sulla River Main Cycle Route!
Arrivo a casa che sono a 113 km, il minimo per chiudere la Granfondo di Strava sono 115!
Cambio bicicletta e proseguo in direzione mare un tuffo con qualche bracciata, poi lascio il mio corpo in questo stato di rilassante quiete liquida, una temperatura perfetta ed ancora nessuno intorno.

Dopo 115 km e 33 giorni senza birra, non posso non brindare ai miei traguardi e all'incontro con Giuseppe da Francoforte con una  fresca, limpida e dorata, a bassa fermentazione, dall'aroma di malto e sentori di frutta e miele.

un posto sempre evocativo, ogni volta
un angolo nuovo in cui succede qualcosa di diverso
Punta Prosciutto 
l'avevo detto che era il momento delle Pinarello ... ma questa è di un livello superiore 
con Giuseppe prima dell' Auf Wiedersehen
il mare di casa ... Non serve avere il Prosciutto sugli occhi
il primo bagno di Ottobre
Oktoberfest

Commenti

  1. Hai fatto sosta anche alle rovine del porto romano di Torre Ovo. Bel posto quello, peccato che non sia minimamente curato.

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