Puntualmente capita la giornata in cui non penso a quanti chilometri fare o dove arrivare e l'unico obbiettivo è quello di lasciarsi sfiorare da tutto.
Già uscire alle nove del mattino è un'anomalia per me, il vento soffia da giorni ad oltre 40 km/h da S/O e scendere lungo la litoranea è la cosa più anticonvenzionale da fare.
Ho voglia di penetrare la strada, faticosamente, restando sintonizzato sul mio respiro, mentre il boato del vento mi stordisce e il fragore delle onde mi ferma il battito cardiaco.
Come qualche settimana fa, oggi forse con più intensità, dopo Fata Morgana proseguire sulla costa diventa pura abnegazione mentale più che un atto di forza.
Il mio traguardo è il curvone.
Andare in bicicletta è un po come guardare il mare, che sia calmo o in burrasca, è sempre appagante e la mia pedalata alle volte è calma, riflette e brilla al sole, altre volte alimentata dalle condizioni meteo diventa e frenetica ed imprevedibile.
Per rientrare verso casa scelgo una strada meno esposta al vento attraversando una campagna a riposo, silenziosa e intrisa di caldi colori autunnali.
Prima di scendere dalla sella un altro stretto passaggio dal mare per un più intenso e ravvicinato abbraccio.
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