IL GIRO DELLE SETTE CHIESE IX + TRUElLOVE +

Dal 2016 fede e sudore in bicicletta...
Ogni Giro delle Sette Chiese ha una genesi differente. Dopo lo stop, avevo voglia di andare in bicicletta ad Alberobello e vederla senza la consueta folla di turisti che riempiono i vicoli della sua zona monumentale poi guardando una vecchia mappa mi saltano subito agli occhi delle croci religiose che mi indicano delle chiese che aggiungo a quelle che già conoscevo in zona, faccio due conti e l'itinerario di un altro pellegrinaggio  è sul tavolo.
Visto il dettaglio della mappa aggiungo alle sette chiese anche setta cappelle o edicole votive.
35 km che partono dall'incrocio con la Provinciale 58 per Alberobello ma  che io raggiungerò in bicicletta da casa.
Il mio Garmin inizia a registrare alle 06:39 del mattino, una domenica ancora silenziosa, clima perfetto (26° la media finale e un soffice vento che muove l'aria).
A Taranto incrocio solo podisti (anche in vietati assembramenti), supero il ponte, saluto la ghostbike come al solito, poi costeggio il mar Piccolo prima di essere risucchiato nel rione Tamburi. Pedalo in fretta per lasciarmi alle spalle il muro che delimita il siderurgico e iniziare la facile ascesa verso Statte.
Per arrivare ai piedi della Murgia è la strada più breve e meno impegnativa ma anche la più brutta.
Supero anche Statte e sono in direzione Crispiano, dove mi fermerò per il caffè mentre le campane annunciano l'inizio della messa.
A San Simone ho appuntamento con Martina, Vera, Luca e Giuseppe che arrivano freschi in auto per affrontare questo giro.
Saliamo con molta calma verso Martina Franca lungo il bosco di Pilano dove regna una pace idilliaca, i colpi di pedali echeggiano tra gli alberi e il canto degli uccellini è nitido e incessante. Nelle zone in cui il sole filtra bisogna avanzare in una nebbia appiccicosa fatta d'insetti (credo tafani).
In cima cambia tutto l'aria ancora più fresca e in un continuo scendere e risalire arriviamo nell'abitato, ultima arrampicata fino all'ingresso del centro storico per la colazione al Tripoli.

San Simone
Bar Tripoli
al prossimo giro??
Dopo una gratificante colazione iniziamo il vero Giro, lasciandoci alle spalle Martina Franca e prendendo la strada per Noci prima e quella per Alberobello dopo.
Lo scenario è parte fondamentale del giro. Stradine strette delimitate da muretti a secco, trulli disseminati sul terreno in continuo movimento orografico e il nastro d'asfalto adagiato sulle gobbe infinite.
Ancora in territorio tarantino passiamo davanti alla chiesa della Madonna dell'Altomare e SS Medici (che avevo inserito nel giro in sostituzione di una che sulla mappa mi sembrava di difficile accesso!)
La strada prosegue fino all'incrocio con la strada del Mulino L'antica Macina.
Iniziano a comparire più numerosi nei campi alberi di ciliegio e le pendenze della strada sono più accentuate.
vigne
Luc Sol
via Mulino l'Antica macina
la prima chiesa 
San Giuseppe Capo Gallo
Edicola Votiva Crocifisso - Cristo Spirante
Edicola Votiva Crocifisso - Cristo Spirante
Dopo un chilometro incontriamo la prima edicola votiva che prende il nome dall'omonima strada.
Poco più avanti sulla sommità della collina la prima chiesa
I + Chiesa rurale San Giuseppe - Capo di Gallo
La chiesa è stata costruita dunque nel 1930 (a ridosso di un angusto locale preesistente - il primitivo luogo di culto -che oggi funge da sagrestia), come si deduce dalla lapide affissa sulla facciata, su cui è inciso: "Devozione I Stefano I Bernardi I Devoti 1930".
La facciata, a timpano classico, è sormontata da un campanile quadrangolare, a timpano incrociato con decorazioni ioniche, che accoglie la piccola campana. Al di sopra del portale in ferro, si apre una finestrella ovale, in pietra. Questa facciata appare ammorsata su un più vecchio edificio con copertura a botte, che costituisce l'aula della chiesa.
L'aula ha volta a quattro vele incrociate, sostenute da quattro pilastri, che, hanno la funzione di rafforzare la copertura a botte del vecchio edificio in cui è allogato. Internamente imbiancata, è pavimentata con mattonelle di cemento e ha un sobrio altare lapideo a mensa, al di sopra del quale è collocato un dipinto a olio su rame, raffigurante la Sacra Famiglia, del primo Novecento.
All'angusto vano che funge da sagrestia, si accede da un'apertura praticata sulla parete di fondo a sinistra dell'altare. In questo locale, voltato a botte con pavimento di basole calcaree e internamente calcinato, non si rinvengono tracce di dipinti.
Tuttavia, su di una basola centrale compare una piccola croce in bassorilievo (probabile testimonianza della prima chiesetta).
Una piccola acquasantiera è incassata sulla parete, alla destra dell'ingresso. *
Noi la troviamo chiusa e proseguiamo la nostra strada che s'incrocia e si sovrappone in alcuni punti al Camino Materano.
Passiamo sotto la seconda edicola votiva Cristo Spirante in contrada Capo di Gallo Zippo.
Faccio attenzione alla mappa perché in questo punto la strada è molto tortuosa e con tanti incroci, fino a quello decisivo sulla via per Mottola dove troviamo la seconda chiesa
trinità
cappella dei Santi Martiri e Medici Cosma e Damiano
trulli
Martina e il trattore
ponte ferroviario
Cappella rurale di San Giovanni Battista - Casina Sisto
particolare rosone
II + Cappella dei Santi Martiri e Medici Cosma e Damiano
Piccola con uno slanciato campanile che sormonta una nicchia in cui alloggiano i due Santi a cui è dedicata.
Giriamo dentro una campagna in cui la vita agricola è una costante troviamo anche il tempo di assaggiare qualche ciliegia da un albero lungo la strada.
Ci avviciniamo sempre di più al centro abitato fino ad incrociare la linea ferroviaria.

III +  Cappella rurale di San Giovanni Battista - Casina Sisto
La tradizione popolare attribuisce ad un periodo di particolare siccità il motivo della consacrazione della chiesa a San Giovanni Battista. È a questo Santo che tra i diversi patronati viene attribuito quello relativo alle sorgenti d'acqua. L'acqua è il principale simbolo che l'iconografia cristiana associa al Santo chiamato anche il 'battezzatore' perché, come noto, praticava il rito del battesimo lungo il fiume Giordano. La richiesta di un intervento divino era normale un tempo. Molti santi erano portati in processione e invocati nei momenti di difficile approvvigionamento d'acqua.
Per quanto il confine tra la leggenda e la storia sia spesso labile, soprattutto quando la mancanza di fonti scritte costringe a far riferimento solo alla tradizione orale, si deve considerare che in passato erano frequenti i periodi di scarsità d'acqua che affliggevano la gente di Alberobello e più in generale della Puglia. Nella seconda metà dell'Ottocento penuria d'acqua ed epidemie erano una triste costante fino alla costruzione dell'Acquedotto Pugliese che avrebbe portato l'acqua del Sele nei diversi Comuni. Ad Alberobello si dovrà aspettare il 1918 (come dai dati riportati nella pubblicazione curata da Angelo Martellotta "La sete in un angolo di Puglia aspettando l'acquedotto"). Non si deve tuttavia escludere che nelle intenzioni del sacerdote Giovanni Sisto vi fosse anche un vivo desiderio di dedicare la sua cappella al Santo del quale portava il nome.
La chiesa presenta caratteri goticizzanti. Il tetto a capanna mostra un motivo decorativo a disegni geometrici colorati di un azzurro celestiale simili a 'quadrifogli' che riprendono la forma geometrica posta al centro del rosone. La figura del tetto a due falde e i 'quadrifogli' azzurri si ripetono sui graziosi pinnacoli che svettano con le loro ardite guglie piramidali, pinnacoli che allo stesso tempo, per la loro esile dimensione, appaiono essere appoggiati sul tetto in equilibrio precario.
Il giallo della chiesa e il rosso della casa annessa spiccano tra il verde dominante.
Nel giallo della facciata della cappella risaltano alcuni elementi architettonici in pietra locale, ossia la pesante cornice del portale d'ingresso, il rosone a otto razze, la terminazione a capanna della facciata, i due pinnacoli laterali e il pinnacolo centrale parzialmente scavato a funzione di campaniletto.
All'interno della cappella, di fronte all'entrata, è collocato l'altare, addossato alla parete del presbiterio, quindi non modificato secondo le prescrizioni del rito liturgico attuale (con officiante rivolto all'assemblea). Dall'altare ricade il generoso orlo di una tovaglietta su cui è ricamato il nome IOANNES. Al di sopra dell'altare vi è un quadro in cui si riconosce facilmente la figura di San Giovanni Battista nell'atto di battezzare Gesù. Il quadro è stato realizzato dal celebre ritrattista alberobellese Marco Sgobba così come anche il ritratto del sacerdote Giovanni Sisto, che si distingue dagli altri quadri presenti nella chiesa perché è l'unico in cui non è raffigurato un santo. Molto probabilmente è stato appeso lì dopo la morte del sacerdote. Negli altri quadri appaiono una vecchia immagine dei Santi Medici, una Madonna col Bambino, una Santa Famiglia, Sant'Anna con Maria Bambina. Oltre alle immagini sacre, sulla parete sinistra sono appese due preghiere incorniciate. Dal resoconto di una visita del legato del vescovo nell'anno 1910 alla cappella Sisto, si deduce che queste preghiere venivano lette dai fedeli inginocchiati sul genuflessorio, tuttora presente nella chiesa. Il resoconto, conservato nell'archivio diocesano alla voce "Sante Visite", offre un breve inventario dell'arredo presente nella chiesa in quell'anno. Tra le suppellettili sacre elencate risultano anche un calice e un messale che però, stando alle parole dei parenti, sono stati trafugati in un furto avvenuto circa quindici anni fa. Il rapporto del legato fa riferimento anche ad un'antica lampada di porcellana tuttora sospesa al soffitto della chiesetta. Sono conservati dai familiari anche i paramenti sacri del sacerdote. *

Alberobello deserta
Zona Monumentale
parcheggio
Sorpassiamo la linea ferroviaria ed entriamo in una Alberobello deserta. Arriviamo nella zona monumentale dei trulli che ho sempre visto brulicante di gente, locali al passeggio domenicale e nutrite comitive di turisti internazionali. Vederla così vuota è strano e devo dire che il piacere di poterla ammirare con rilassata tranquillità contrasta con l'assenza della chiassosa presenza umana alla quale siamo abituati ed assuefatti.
Prendiamo un gelato in piazza, riempiamo le borracce e ci spostiamo alla prossima chiesa, naturalmente fuori dal centro abitato.

altare
chiesa di Tria + particolare
chiesa di Tria
Valle d'Itria
 La Croce dei Misteri
La Vergine Del Sì
IV + Chiesa di Tria
Questa è la chiesa che pensavo di non raggiungere ed infatti sulla stradina sterrata che conduce all'edificio un rottweiler in gabbia ci abbaia accompagnato da un più tenace cagnolino in libertà, quando il padrone dei due cani esce chiediamo il permesso di poter raggiungere la chiesa e alla sua vista i due cani si zittiscono.
La chiesetta è la più autentica e suggestiva, anche se in completo abbandono probabilmente in seguito alla costruzione della nuova chiesa rurale di Maranna proprio a ridosso della Statale 172 (qui puoi leggerti tutta la storia).
Prima di prendere la strada per la frazione di Correggia in prossimità del cimitero ci fermiamo davanti a due edicole votive (non ve le sarete dimenticate?!) la terza è La Croce dei Misteri la quarta un busto raffigurante la Vergine del Si.
Lungo la strada dopo il semaforo che regola il senso di marcia alternato in una strettoia tra due edifici siamo alla sosta successiva.

chiesa SS. Sacramento
Edicola Votiva Madonna del Carmine e Santi Martiri e Medici Cosma e Damiano
V + Chiesa del Santissimo Sacramento
L'edificio ha completamente cambiato destinazione d'uso, finestrelle in anticorodal dorato, cassetta in plastica per il contatore elettrico e l'antenna della TV di fianco al campanile e la croce, a dispetto delle varie targhe sulla facciata, stanno ad indicare una vera e propria conversione!
Poco più avanti l'edicola votiva Madonna del Carmine e Santi Martiri e Medici Cosma e Damiano, un quadretto all'interno di una nicchia sulla facciata di una casa.
In cima allo strappetto per Correggia ci fermiamo ancora.

Pala
chiesa Madonna del Rosario
La Croce dei Passionisti

VI + Chiesa rettoria Madonna del Santo RosarioSotto La giursdizione del Comune di Monopoli, nel 1748, nella frazione fu eretta una piccola chiesa dedicata alla Madonna del Rosario, a spese di Leonardo Antonio Matarrese, proprietario del terreno. La chiesetta fu  aperta ai fedeli nel 1805.
Un primo ampliamento si è avuto nel 1869.
All’interno vi erano due immagini ed un dipinto", attualmente si può visionare la grande PALA del Vergine del Santo Rosario di Adolfo Rollo (pittore e scultore di tante opere in Alberobello e dintorni) e una immagine statuaria lignea artistica di ORTISEI acquistata per beneficenza da una devota quasi 50 anni fa.
La festa per celebrare la Madonna si svolgeva e si svolge nelle prime domeniche di ottobre. *
Bella e abbagliante nella sua semplicità, pietre e calce bianca.
Davanti la chiesa una fontana e l'Edicola Votiva raffigurante La Croce dei Passionisti.

ingresso giardino
Martina - Giuseppe - Vera - Luca
ristoro

Prendiamo una stradina laterale che ci porterà sulla Provinciale 59 per Locorotondo.
Fa caldo e malgrado le diverse provviste, lungo la strada la nostra attenzione si focalizza su un ristorante pizzeria, Il vecchio Granaio, chiuso, aperto, non saprei dirvi di preciso (sono tempi in cui ancora nessuno sa bene cosa fare) ma l'ospitalità pugliese è una cosa di cui si sente spesso dire e in poco ci ritroviamo intorno ad un tavolo con qualcosa di buono da mangiare e fresco da bere.
Felici per questo inaspettato e piacevole ristoro eccoci di nuovo a pedalare su una strada più larga e tranquilla fino all'ultima chiesa.

Cappella della Madonna
Locorotondo
Cappella Votiva in contrada Cerrosa
albero 
VII + Madonna della Cappella
La facciata della chiesa è in parte nascosta da due auto parcheggiate, sopra la porta una nicchia e poi la croce in pietra.
Il percorso procede verso Locorotondo che aggiriamo (volevo salire ma non tutti erano favorevoli alla mia deviazione).
Passiamo ancora la linea ferroviaria e raggiungiamo l'ultima edicola votiva in contrada Cerrosa, un anfratto ricavato in un muro a secco prima di incrociare nuovamente la SP per Noci e chiudere l'anello del IX Giro delle Sette Chiese.
Superiamo Martina Franca per scendere da Pilano verso San Simone.
I miei compagni di pellegrinaggio scendono definitivamente dalle loro biciclette. Salutiamo Giuseppe che va via.
Martina, Vera e Luca mi raggiungono a Crispiano per una birra, il caffè del Borgo a quest'ora è chiuso.
Una sosta rigenerante. Saluto anche loro.
Ora da solo devo rientrare seguendo la strada del'andata, questa volta in discesa.
Ho ancora forza e tiro il passaggio sulla ringhiera, poi con calma sul lungomare e infine le ultime pedalate insistite su viale Jonio per tornare dopo 136 km a casa.

Amastuola





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