QUATTRO PONTI
In realtà doveva essere il XIII Giro delle Sette Chiese ma la pioggia della notte precedente e quella durante la prima parte del percorso mi hanno fatto cambiare idea, principalmente per motivi di sicurezza, visto che dovevo scendere in alcune lame per raggiungere delle chiesette rupestri, che tra l'altro avrei trovato chiuse, così il giro si è trasformato in una pedalata turistica che per la storia chiamerò QUATTRO PONTI.
Le Sette Chiese le visiterò un'altra volta ma ormai sono a Palagianello, così parcheggiata l'auto e salito in bicicletta raggiungo rapidamente l'area della vecchia stazione ferroviaria che tagliava in due il paese e che oggi dopo i lavori di raddoppio della linea con il tracciato spostato più a sud la massicciata dei treni, le banchine della stazione sono diventate piazza. Immensa, lunga come una prateria, al centro una pista per camminare, correre, passeggiare, lunga quattro chilometri. Uno spazio evocativo che ricorda per certi versi “i tempi dei luoghi latinoamericano” raccontati da Bolano. (CITTACREATIVE) Alle due estremità le prospettive dei binari sono state sostituite da una pista ciclabile. Prendo subito in direzione Castellaneta. Pochi metri e sono già sul ponte di Santo Stefano che passa sulla gravina d Palagianello. Attraverso le dieci arcate con lo sguardo in giù ed alla parte del centro abitato che degrada verso le pietre e le grotte, sono dall'altro lato della gravina. Il fondo è perfetto, due chilometri pedalabili senza nessuna fatica, poi il tratto si restringe e con una curva cieca mi ritrovo sull'orlo della gravina grande di Castellaneta. Su una passerella metallica passo sotto le travi in CA del nuovo ponte ferroviario, poco più in giù il ponte di Santa Lucia ancora più imponente ed alto del precedente, anche se soffocato e sacrificato dalla nuova infrastruttura che quasi lo sovrasta. Il tracciato della ciclabile prosegue per altri quattro chilometri, a qualche centinaio di metri dalla sua fine attraverso il ponte sopra la gravina di Santo Stefano (di nuovo!!). I lavori del percorso ciclabile al momento finiscono qui, ma la tratta dismessa arriva a Gioia del Colle passando per Castellaneta e San Basilio di Mottola, in mezzo altri ponti e gallerie, che trasformerebbero una semplice pedalata in qualcosa di fantasmagorico! Torno indietro verso Palagianello, al ponte di Santo Stefano svolto a sinistra e costeggiando la gravina salgo verso un parco attrezzato, dopo l'area ristoro, chiusa e i giochi per i bambini, la strada torna sterrata ma sempre ben tenuta. Questa volta passo sotto l'autostrada e poi continuo a salire fino ad avere un punto panoramico sul tracciato d'asfalto e i cartelli verdi e bianchi. Procedendo potrei puntare verso San Basilio, ma decido di tornare indietro e finire il tracciato della ciclabile, dall'altro lato, verso Massafra solo due chilometri che finiscono sulla massicciata della nuova linea ferroviaria Bari-Taranto, prima però attraverso un'altro ponte, quello della Forcella. Sono soddisfatto e il sole ha sostituito completamente le nuvole, ho ancora tanto tempo a disposizione, il giro "sostitutivo" è risultato più corto e molto meno impegnativo, così torno indietro e questa volta entro dentro l'abitato di Palagianello, più precisamente nella parte vecchia a ridosso della gravina. Sulla strada incontro il Santuario della Madonna delle Grazie (una delle sette chiese previste) e a questo punto la foto è obbligatoria, poi esploro l'omonimo parco che in realtà è un teatro a cielo aperto ricavato in una vecchia e profonda cava, davvero impressionante. Scendo fino al palco, anche se esiste un'area ancora più bassa per poi risalire dalla parte opposta e ritrovarmi all'ingresso del paese provenendo da Mottola. Piccola sosta davanti ad una chiesa (non delle sette) dove gli invitati in spolvero e i dirimpettai seduti alle sedie sul marciapiede aspettano l'uscita degli sposi. Attraverso tutto il paese per raggiungere un punto panoramico più a sud per fotografare tutto il ponte e la gravina. Tutto è racchiuso in un fazzoletto e il tempo sembra non passare mai così decido di andare nuovamente lungo la pista in direzione Castellaneta per attraversare ancora il ponte di Santa Lucia che tra tutti è quello che più mi ha colpito. A questo punto cerco di scendere anche verso il fondo della gravina, dimenticando la forse eccessiva prudenza iniziale... Ma la strada che imbocco presto diventa una giungla di felci e rovi impenetrabile. Fine del giro! Ritorno alla macchina. Ho sempre pedalato poco l'area ad ovest di Taranto considerandola a torto meno attraente e suggestiva e probabilmente il mio giudizio era ed è influenzato dalla difficoltà di raggiungerla in bicicletta partendo direttamente da casa... Però sono contento di essermi ricreduto ed anche se preferisco ancora saltare statali e strade che mi sembrano di gran lunga più pericolose di altre con un breve spostamento in auto dopo tanti anni di bicicletta trovare nuove entusiasmanti rotte intorno a casa è ancora bellissimo.
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