COASTOCOASTOCOAST '24 - WHITE CRASH

Una dietro l'altra smarco tutte le mie classiche uscite ed è arrivato anche il turno del consueto avanti e indietro dallo Jonio all'Adriatico.
Con la famiglia in vacanza non ho nessun vincolo temporale così parto prima delle 06:00 per sfruttare al massimo il fresco e torno quando torno.
Il percorso è semplice, San Vito, Garmin avviato sul viale del Tramonto all'alba (!), Talsano, San Giorgio Jonico, Carosino, Grottaglie, Ceglie Messapica, Ostuni, Villanova di Ostuni. Il ritorno praticamente identico solo passando da Monteiasi al posto di Carosino.
Cosa si pensa in 154 chilometri di pedalata solitaria? In quanti punti si ferma lo sguardo? Dove vola la fantasia? Le parole e le foto lo possono sintetizzare solo in parte.   



A quest'ora è tutto e il contrario di tutto. La luce è un mix tra il buio e il bagliore accecante, la terra e il cielo si confondono. Quando tagli la campagna senti ancora i brividi della notte e non appena entri in un nucleo di case senti il calore familiare.
L'umidità sospesa che esala verso il giorno pieno come una nuvola in un cielo sereno. 

Oro bruciato fluttuante in attesa di essere tagliato segna la direzione del vento e rilascia profumo d'estate piena.
Lungo la strada per la Specchia una moltitudine di volantini elettorali buttati per terra come buoni propositi per andare in Europa. In cima prendo il caffè e un ciclista in mtb, probabilmente per la borsa sul manubrio, mi chiede se facevo un giro lungo, Vado a Ostuni e torno gli ho detto io. 



Altri chilometri verso Ceglie, prendo dei biscotti, Ostuni la raggiungo passano per le contrade. Una strada meno lineare, in alcuni tratti troppo pietrosa ma certamente più sicura.
Lungo la strada incrocio due chiesette che erano pianificate in un Giro delle Sette Chiese rimasto sulla carta, mi fermo comunque per delle foto. Bellissime case vacanze con piscina, una coppia di biondi olandesi che corre per una stradina. Prima di lasciare la campagna una statua di padre Pio contornata da fiori. Poi di nuovo il traffico su una direttrice provinciale.

Entro ad Ostuni, la piazzetta con il mercato dell'antiquariato, il pavé e poi sulla terrazza di un locale per una foto panoramica del centro storico. Passo di fianco all'area parcheggio per poi prendere la strada che conduce all'Adriatico. Non c'è ancora la confusione piena della stagione. Raggiungo il fanale sul molo in un vociare di pescatori intenti a pulire le loro imbarcazioni e lo stridio acuto dei gabbiani.
Si torna indietro e qui ho un momento d'esitazione.
La mia idea iniziale era quella di proseguire verso Montalbano di Fasano e risalire da Caranna.
Ma alla fine decido di riprendere la stessa strada dell'andata. Lascio la provinciale deviando sulla via Traiana per sbucare nell'area PIP. 
Risalgo verso Ostuni prendendo un tratto in contro senso. Mi fermo alla fontana per rifiatare e rinfrescarmi. Non ho ancora ben focalizzato cosa fare così quando riprendo a pedalare sono un po' in confusione, prendo strade che non portano a niente e alla fine, proprio mentre sto per uscire dalla periferia di Ostuni un furgoncino (ha messo la freccia a destra per parcheggiare? Lui dice di si è un abitudine, io dico di no, ma non ci metterei la mano sul fuoco) mi stringe, freno (ma ero praticamente fermo) tra le macchine parcheggiate e le macchine ferme al semaforo, tra cui il furgoncino...
La mia ruota anteriore si ferma definitivamente sulla carrozzeria la bicicletta si alza da dietro e finisco con il gomito sulla lamiera più alta dell'autovettura.
Segue una discussione su chi aveva ragione e chi no. Dalla mia sta che ero alla destra dell'autovettura, lui sosteneva che stessi sorpassando, quando invece stavo semplicemente avanzando... Vorrei recidere con la mia pattada una rosa blu.
Non è successo niente, riprendo a pedalare, ma ci vuole un po' di tempo per mettere tutto a fuoco nuovamente.
Per fortuna scompaio nelle stradine di campagna dove in assenza di traffico riesco a tranquillizzarmi.
Il caldo sempre più intenso. A Ceglie prendo una coca fresca in un baraccio dove pensionati all'ombra bollente dei tavolini interni giocano a carte bevendo birra su un retrogusto di sigarette autarchiche.
La strada passa veloce sotto e intorno. Il gomito fa male, ma non malissimo. Ogni tanto controllo la ruota.
Al bar al bivio di Villa Castelli un ghiacciolo e acqua calda di fontana. Un tipo seduto fuori mi chiede se vengo da Ostuni ?! Gli dico di si e da cosa l'aveva dedotto... Risponde che solitamente da queste parti passano solo gruppi di ciclisti, raramente persone da sole, ma non mi ha dato una risposta, sarà stato solo culo!
La discesa della Specchia e tutta la strada verso Grottaglie la faccio con molta prudenza.
La fontana giù a via Ennio dispensa acqua decisamente più fresca e vespe in quantità. Riconosco sui pannelli elettorali la faccia del candidato che aveva impestato di volantini tutta la strada.
Costeggio l'aeroporto, mentre un cargo appena atterrato fa manovre sulla pista (per un attimo avevo pensato il contrario aspettando per quella foto che ho in mente da tanto).
Nuova sosta anti caldo risalendo per un attimo verso un H24 all'ingresso di San Giorgio, poi verso casa.
Foto e birra alla fontanella, tanta stanchezza e tensione da far andare via.
Penso solo al furgoncino, se chiudo gli occhi il ricordo più vivido è la lamiera bianca e non la città, una rosa blu che non va più via.       
 








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