NON E' SOLO UNA STORIA DI BIKEPOLO
Vi ricordate la pista di pattinaggio all'interno del complesso sportivo della Ricciardi, ex-Ricciardi??
Qualche tempo fa, non ricordo più neanche quanto, tutte le attività sportive e ricreative che si svolgevano all'interno (in maniera abusiva e autonoma, malgrado le diverse VANE richieste di regolarizzazione) sono state bruscamente interrotte per dei lavori di sistemazione/adeguamento/boh!!
Cosa pensate sia successo in questi anni? Niente, e il niente non è mai la fine.
Non è solo una storia di bikepolo, di uno sport di strada, che fin dagli albori della sua pratica intensiva a Taranto è stato abituato a dividere l'hardcourt con la monnezza lasciata dalla domenica mattina, con il volo radente dei gabbiani, con i furti delle assi di legno per il falò di San Giuseppe, con i furti delle griglie metalliche delle caditoie per il ferro vecchio, a condividerlo con gli skaters, con i bambini in bicicletta o con il pallone, con i pattinatori, con qualche podista.
Siamo stati abituati a sentirci abusivi, a scavalcare con le biciclette, a fare sempre da soli, a combattere contro l'ignoranza e il comune senso del pudore burocratico.
Il niente non è la fine, e al momento tutto il complesso della Ricciardi è pertinenza del mercatino domenicale, una discarica a cielo aperto, un posto di stoccaggio per il pattume, una latrina per i bisogni più impellenti, un posto per bruciare plastica e scrivere con il cuore, un disco che non suona ... Un depilatore infilato nel culo del bene Comune!
Aspettando la fine, grazie.
Qualche tempo fa, non ricordo più neanche quanto, tutte le attività sportive e ricreative che si svolgevano all'interno (in maniera abusiva e autonoma, malgrado le diverse VANE richieste di regolarizzazione) sono state bruscamente interrotte per dei lavori di sistemazione/adeguamento/boh!!
Cosa pensate sia successo in questi anni? Niente, e il niente non è mai la fine.
Non è solo una storia di bikepolo, di uno sport di strada, che fin dagli albori della sua pratica intensiva a Taranto è stato abituato a dividere l'hardcourt con la monnezza lasciata dalla domenica mattina, con il volo radente dei gabbiani, con i furti delle assi di legno per il falò di San Giuseppe, con i furti delle griglie metalliche delle caditoie per il ferro vecchio, a condividerlo con gli skaters, con i bambini in bicicletta o con il pallone, con i pattinatori, con qualche podista.
Siamo stati abituati a sentirci abusivi, a scavalcare con le biciclette, a fare sempre da soli, a combattere contro l'ignoranza e il comune senso del pudore burocratico.
Il niente non è la fine, e al momento tutto il complesso della Ricciardi è pertinenza del mercatino domenicale, una discarica a cielo aperto, un posto di stoccaggio per il pattume, una latrina per i bisogni più impellenti, un posto per bruciare plastica e scrivere con il cuore, un disco che non suona ... Un depilatore infilato nel culo del bene Comune!
Aspettando la fine, grazie.
la recinzione divelta |
brick e borsello |
una delle poche bottiglie non rotte |
pessima street art |
vinile |
analisi delle feci |
insalata |
cartoni |
desolazione |
giungla |
non è ancora finita |
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