COASTOCOASTOCOAST 2022

La domenica inizia prestissimo, fuori è ancora buio, ma il meteo non lasciava dubbi, ad ogni modo scruto le ultime stelle brillare in cielo. Sarà un giorno perfetto per arrivare sull'Adriatico e tornare indietro.
Ma prima di uscire di casa ho una serie di consuetudini ed abitudini descritte già altre volte, per la prima volta invece vi mostro la mia "saddle cream" ... Love is Love ma credo più nel karma cogliendone la sarcastica ed ironica finalità, per sentirsi a casa ed essere presente nel qui e ora ci vogliono le palle!
La strada è un po' la mia casa, tutto il tempo passatoci a giocare da ragazzino, gli oltre dieci anni in cui è stata il mio luogo di lavoro privilegiato, valgono una laurea ad honorem alla medesima università (ah, ah)!

E la strada chiama sempre, passo il ponte (da mo') da prima che il sole si alzi sopra il profilo della città vecchia. La mia prima sosta è la solita. Poi prendo la via per Statte. Quando supero Italcave percepisco la temperatura più bassa 1° anche se sono vestito bene!!
Superata la zona residenziale ho una bella visuale sul Pollino innevato, lontano ma allo stesso tempo predominante, non saprei segnalare le cime visibili.
Arrivo al bar in piazza per fare la mia seconda colazione. Hanno dei problemi a scansionare il mio greenpass, ma è un problema loro (non è la prima volta che mi succede a Crispiano).
Sulla salita di Pilano resisto alla tentazione di recuperare un ciclista che mi precede, salgo del mio passo rilassato, dopo la masseria il tipo mette il turbo e sparisce anche alla mia vista... 
La giornata si scalda ma molti tratti di strada sono ancora umidi e scivolosi. 
Lungo la circonvallazione di Locorotondo mi imbatto negli astratti disegni scuri di alcuni stormi e nei loro assordanti richiami dal terreno alla mia destra.
Punto per Laureto dalla strada Pantaleo (da tanto non ci passavo, dalla bici sul ponte invece sempre).
L'Adriatico appare per un istante di fronte ai miei occhi, di un blu più scuro ed intenso di quello del cielo, poi sparisce quando imbocco la strada vecchia di Laureto che precipita giù verso Fasano nel primo tratto al 18% (da cartello stradale), asfalto viscido, e percorro a freni tirati quasi tutta la discesa.
Dopo un po' di chianche e strade strette dentro Fasano, prendo per Savelletri.
Davanti a me un nutrito plotone di ciclisti che potrei raggiungere per facilitarmi l'avvicinamento al mare, ma la strada è stretta e trafficata e non ho voglia di stare in tensione e sentirmi le macchine insistenti alle spalle... Continuo in solitaria, "non sei fatto per lavorare in gruppo" [09.09.21 08:06] Ma sono tranquillo, vedo che non è un veda, incrocio nuovamente il mare all'altezza del lido La Sirenetta... Love is Love ma credo più nel karma.

In realtà il vento aveva portato il profumo del mare già prima. Giro a destra percorrendo la litoranea adriatica per qualche chilometro fino a Torre Canne.
Lungo la strada gli scheletri di stabilimenti balneari adagiati sugli scogli e altri ristoranti dai nomi facili e scontati.
Mi fermo su una piattaforma di legno per un paio di foto entro a Torre Canne dove il mare sbatte sugli scogli facendo arrivare gli spruzzi sul marciapiedi e sulla strada, all'altezza del piccolo faro giro nuovamente verso l'interno.
La strada mi porta verso Pozzo Faceto, poi un tratto di vecchia statale adriatica e la lunga risalita verso Cisternino.
La Murgia lentamente da profilo definito all'orizzonte si avvicina fino ad inghiottirmi nelle sue labbra di un verde rigoglioso per risputarmi in cima dove una ciclista con una lunga treccia bionda che spunta da sotto il casco mi aspetta... Tutto Bene? E' la domanda classica quando si vede un ciclista fermo per strada, Si si, sto aspettando, e fa cenno verso la salita alle mie spalle (con un italiano incerto). La lascio al sole della rotatoria aspettare il resto del suo gruppo mentre io procedo verso Cisternino.
Attraversato il centro abitato decido di prendere la strada che riscende verso la circonvallazione di Locorotondo, dopo tanti tratti umidi e scivolosi un asfalto nuovo di pacca e ben asciutto mi permette di smollare i freni e godermi la discesa in pieno.
Per rientrare verso Martina Franca e variare il percorso prendo per la Madonna dell'Arco. Ormai è orario di pranzo e per strada davvero pochissimo traffico, l'ultimo intoppo lo incrocio a Martina, che devo attraversare centralmente per prendere poi per San Paolo.
Sugli ultimi strappi in agguato mi gioco la carta del non ho nessuna fretta prima di buttarmi giù per l'Orimini mangio il mio sandwich davanti alla farmacia di San Paolo ripensando un po' alla bionda ciclista e soprattutto ad alcuni particolari che hanno mosso la mia curiosità:
Di che nazionalità era? Il suo gruppo era sceso lasciandola aspettare al sole? (non ho incrociato nessuno da Pozzo Faceto in poi) Era talmente forte da essere risalita abbandonando il suo gruppo chi sa dove?
Il sandwich è niente paragonato alle oltre 2500 calorie spese fin qui, poi gli odori delle bracerie lungo la strada di San Paolo sono state delle fortissime tentazioni.
Scendo verso Taranto costeggiando la statale in pieno sole. Fantastico.
Percorro tutta la corsia ciclabile sul lungomare e poi il tratto fino alla Subfor... Rimango della mia idea, inutile, soprattutto a quest'ora di domenica e soprattutto, benché nuova, in alcuni tratti davvero approssimata e pericolosa. Continuo sul tratto di Viale Jonio che in compenso quando si passa dalla ringhiera verde ai new jersey diventa una vera merda, con vetri e spazzatura ovunque.
Arrotondo qualche chilometro per San Vito prendendo una birra al chiosco sulla spiaggia, che però mi vado a bere in tranquillità sui miei scogli.

Un'intensa giornata di bicicletta, strada, amore e karma, squame lenitive e spine nere di riccio avvelenate, ombre in salita e una bionda ciclista misteriosa, sapere? Conoscenza? Saggezza? «Io mi rifugio nella Parola»
... Ed è bellissimo perdersi in quest'incantesimo.

saddle cream

Jonio Coast

cime innevate

salita di Pilano

Locorotondo

Adriatico Coast

si, questa è la pista ciclabile!

Jonio Coast



 




 

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