IL RAGAZZO CHE CATTURO' IL VENTO SULLE STRADE DEL BANDITO

Quando sei completamente solo sembra che "la strada sia tua" o forse non è vero.
Io sono della strada, del mare, del cielo e della montagna! Tutto insieme, tutto in una volta.
Pedalare con raffiche di vento che superano i 35 km/h non è facile.
Quando il vento è contrario quella spinta si trasforma in una pendenza piana, esistono delle tabelle di conversione per trasformare il vento in percentuale di salita, l'ho già fatto qualche tempo fa, ma ora, appena alzatomi dal divano non è un calcolo che posso reggere.
Quando il vento è contrario e sei già in salita la fatica è assicurata! E anche una modesta Pilano si trasforma in un'impresa.
Il tempo comunque regge al sereno ma quando il vento è laterale si fa fatica a restare sulla traiettoria e anche su strade secondarie può risultare molto pericoloso.
Così decido di cambiare destinazione al giro restando in contrade più riparate a cavallo della Murgia tra Crispiano e Martina Franca.
Dopo tanti anni ancora mi stupisco nel prendere stradine laterali a scatola chiusa e che dopo un passaggio stretto tra due trulli che quasi chiudono il passaggio ai meno intraprendenti ti ritrovi in angoli di campagna segreti... Qualche curva e poi il terreno sprofonda in una vallata, dall'alto vedi distintamente gli appezzamenti delimitati dai muretti a secco, gli alberi, i tetti conici dei trulli, poi in lontananza la terra che si rialza, come gli spalti di un anfiteatro delimitati da querce e lecci, già metti in conto la salita e più alti ancora i profili metallici dei tralicci di Fragneto, di Trasconi e improvvisamente quella vista si trasforma in una carta geografica nella mia testa e so esattamente in quale punto conosciuto uscirò.
Costeggio un terreno in cui un avvallamento lineare termina in corrispondenza di un pozzo in pietra che custodisce un inghiottitoio naturale per la raccolta delle acque!
Giro ancora su me stesso poi prendo la strada che scende verso Parco dell Querce e quando il vento è alle spalle e sei anche in discesa allora rischi di volare sopra l'asfalto se non resti attento e mantieni ben saldo il manubrio.

Il giorno seguente il vento è meno intenso.
Il piano è percorrere tutta la litoranea fino a Torre Colimena e poi tornare indietro.
Come spesso accade vado incontro al cielo che schiarisce e si tinge di sfumature rosa, arancioni e infine rossastre.
I primi raggi di sole, quelli più bassi sono i più belli.
Sembrano fasci infuocati che tagliano l'aria parallelamente al suolo, sono freddi e al tempo stesso carichi di una luce calda... Uno spettacolo direbbe qualcuno a cui è difficile abituarsi.
I primi 30 km sono un tributo alle prestazioni del bandito, tornato sull'asfalto con la sua bicicletta.
La bassa marea fa emergere montagne di sabbia lungo le baie deserte, scogliere piatte e lucide e promontori lunari ricoperti da alghe ferrose.
I tratti di costa si susseguono, intramezzati da centri abitati semi deserti e anche questa volta, malgrado le diverse soste, non trovo altri ciclisti e quando sei completamente solo sembra che "la strada sia tua" o forse... Il senso di proprietà transitiva, ora per la strada, poi per il puccia, poi per il mare, poi per la montagna e poi per chi sa cos'altro ancora non mi descrive, anzi, sembrano formule fatte per facili entusiasmi, esaltatori di personalità mediocri.
Il primo gruppo lo incrocio quando ormai sono ad una manciata di chilometri dal mio giro di boa.
Forse la strada non è mia, ma anche oggi per la strada ci sono stato solo io.
Mi siedo comodamente al porto di Torre Colimena, rinuncio al caffè per la troppa fila, in compenso sbuccio con la mia pattada due mele e riscopro una barretta contenente bacche di goji, buonissima.
Tornare indietro con la certezza d'incrociare ciclisti e traffico della bella domenica al mare è una certezza a cui sfuggo facilmente, così prendo una strada interna, quasi parallela, che tagliando tra terra rossa, vigne spoglie e contadini indaffarati mi riporta verso casa di nuovo in solitudine, almeno fino a Pulsano, quando le strade si popolano di nuovo ma che non riescono a cancellare quel carico di bellezza durato oltre ottanta chilometri.

trulli

inghiottitoio

panorama

alba

gabbiano

secca






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