IL GIRO DELLE SETTE CHIESE XIII + LATERZA +
Fino a quando avrai fede nella bicicletta le chiese da visitare non finiranno mai.
Il XIII Giro punta verso il territorio di Laterza, assoluta novità da pedalare per me ed abbastanza ignota sotto ogni punto di vista.
Le chiese si trovano tutte all'interno dell'abitato e per raggiungerle avevo preparato tre percorsi, il lunghissimo partendo direttamente da casa, il medio partendo da Castellaneta Marina e il cortissimo (una specie di passeggiata) iniziando direttamente da Laterza.
In medio stat virtus quindi si parte da Castellaneta Marina, io, Luca, Vera e Martina.
Posso dividere il percorso in tre sezioni ben precise, i primi 12 km prevalentemente pianeggianti tagliando le molteplici coltivazioni della piana Fattizzone, i resti di Felifonte. Arrivati ad una torre idrica giriamo verso la Gaudella Piccola e una volta attraversato il Lato percorriamo per altri 15 km una strada che s'infila nella depressione tra le Cannecchie e Masseria Villanuova. I terreni coltivati si restringono schiacciati dal terreno che si alza dolcemente da entrambi i lati. Il paesaggio cambia trasformandosi ai miei occhi in qualcosa che non è il litorale, ormai lontano, non è più pianura e non è ancora la Murgia... Una terra di mezzo assolutamente nuova ed affascinante, che sembra lontanissima ed invece, anche lei è dietro l'angolo.
Arriviamo all'incrocio con due Provinciali e da qui iniziamo la terza sezione del nostro percorso, l'ascesa verso Laterza!
Prima risalendo la Masseria Marico, poi la Gravina San Nicola per poi entrare nel bosco. La salita è molto bella e ci porta in un assolato altopiano in cui possiamo rilassare le gambe prima di imboccare la corsia ciclabile che costeggia la Selva San Vito che in leggera salita arriva fino all'ingresso della cittadina.
Nei Giri delle Sette Chiese preferisco sempre scegliere chiese fuori dagli abitati, perché più suggestive oltre ad essere più facili da inquadrare. Le foto fatte alle chiese di Laterza lasciano a desiderare, per via della prospettiva ristretta sommata al fatto che oggi (domenica 29 Maggio) siamo all'interno della festa dedicata a Maria SS.ma Mater Domini. Gran confusione in giro, luminarie e giostre in piazza, la banda che passa sul corso e che noi guardiamo ed ascoltiamo tutto con un bel gelato in mano.
I + Chiesa di Sant'Antonio + Sita in piazza Vittorio Emanuele, fu edificata alla fine del '700 da Domenico Andrea Perrone. A fianco della Chiesa sorgono delle case che dovevano essere adibite a convento. Quest'opera non fu più realizzata e successivamente le case furono vendute a più proprietari. (Laterza.org)
II + Chiesa di Santa Filomena + Durante la preparazione è stato l'edificio che più mi ha colpito, tanto da inserire una statua che si trova nella nicchia laterale della sua facciata nel logo del giro.
La chiesa sorge al centro dell'abitato. La facciata è in tardi motivi barocchi con pinnacoli; due nicchie contengono due statue in pietra tenera. L'interno ha una nave quadrangolare con due nicchie per lato; sulla parete sinistra vi sono le statue di S. Antonio da Padova e di S. Filomena, mentre sulla destra quella di S. Rocco, datata 1513, ed un'altra non identificata. Sulla parete di fondo, al lato sinistro dell'altare, vi è una statua dell'Addolorata proveniente dalla chiesa diruta di S. Carlo; mentre la statua dell'Addolorata originaria di S. Filomena si trova oggi nella chiesa di S. Maria degli Angeli, presso l'ex convento dei Cappuccini.
La statua di S. Rocco è quella proveniente dalla distrutta chiesa di S. Rocco su via Roma. La Chiesa di S. Filomena, è stata una chiesa privata della Famiglia Punzi il cui palazzo si affaccia su piazza Fratelli Barberio.
Vi era la presenza - tra la Chiesa di Santa Filomena e il Palazzo Punzi - di un lungo corridoio sottostante la piazza Fratelli Barberio nella direzione del Portone del Palazzo. Tale corridoio avrebbe addirittura degli affreschi sulle pareti laterali. Esso venne alla luce poco prima della seconda guerra mondiale quando per il peso di alcuni camion cedette il pavimento della piazza. Il condotto, purtroppo, fu chiuso durante i lavori di realizzazione della fognatura e dell'acquedotto. (laterzaduepuntozero)
Dopo qualche pedalata a vuoto alla ricerca di una fontanella rientriamo nel percorso per arrivare alla
III + Chiesa di Santa Maria la Grande + Questa è la Chiesa più antica di Laterza anche se alcuni studiosi pensano che ce ne siano di più vecchie. Adibita dapprima in Abazia ospitante molti frati. A farla costruire fu la Contessa Matilde di Matera nel XII secolo. Il portale è sovrastato da una bifora. Il tempio è a tre navate; quelle laterali prendono luce da due abbaini rotondi. Sono evidenti elementi barocchi (pinnacoli cantonali) aggiunti nel restauro eseguito nell'ottocento. Dove oggi c'è la sacrestia, un tempo c'era un giardino con delle mura molto alte; quando fu costruita la sacrestia, furono trovate delle tombe dove erano sepolti i monaci. La Chiesa fu consacrata il 27 aprile del 1112. (Laterza.org)
Poco fuori dall'abitato prendiamo una stradina laterale che ci porta alla
VI + Chiesa di Santa Croce fuori le mura + A Laterza vi erano almeno tre chiese dedicate alla Croce: una - la piu' antica - nel centro storico vicino la chiesa di Santo Spirito; la seconda - fuori le mura - nei pressi del Convento e che vediamo in foto... la terza - la piu' moderna - quella sita in via Roma. In contrada dei Cappuccini o della Croce, vi era un convento dei Padri Cappuccini, e un'antica Chiesa La Chiesa della Santissima Croce, chiamata anche la chiesa del «convento vecchio». La chiesa, era sita in quella che era la pineta innanzi alla facciata del convento dei cappuccini. Negli anni passati ci fu un progetto per recuperare tale immobile con un progetto che prevedeva una destinazione a sala di concerti. Non se ne fece nulla e la Chiesa è oramai semi distrutta. (laterzaduepuntozero)
Già visibile dalla precedente, a pochi metri di distanza si trova
V + Chiesa di Santa Maria degli Angeli + la Chiesa del Convento dei Padri Cappuccini. La Chiesa, in stile barocco, è dedicata a Santa Maria degli Angeli; ha due navate, fra i diversi altari vi è quello dedicato az Santa Maria Maddalena, anticamente di proprietà degli ex Marchesi Perez Navarrete dei quali vi è conservata una tomba. Nella suddetta Chiesa sono conservate molte reliquie, tra le altre, il teschio di S. Giusto e la reliquia di Padre Pacifico. (Laterza.org)
Ritorniamo verso il paese e una volta intercettata la direttrice di via delle Concerie, attraversando dei profumi di cucina inebrianti andiamo verso
VI + Santuario Diocesano di Maria Santissima + Il Santuario della Mater Domini attende al fondo della via che sale dalla vecchia fontana cinquecentesca, dove per secoli i laertini si sono dissetati assieme alle loro greggi. La cupola del campanile, l'unica concessione alla sinuosità delle curve del barocco dell'intera costruzione, si intravede sin da sotto il ponte. La chiesa appare gradatamente man mano che si avanza sulla strada costeggiata da cantine e giardini. Oltre l'inferriata, fatta nel 1876 ed ampliata nel '900, sei arcate a tutto sesto fornite di sedili invitano il pellegrino stanco e accaldato al momentaneo riposo prima della visita al Santuario.
Il prospetto è riposante nella sua semplicità e non indulge alla sfarzosità propria del barocco. E' suddiviso in altezza in tre parti da sporgenti cornici. Quella inferiore accoglie il portone d'ingresso e due nicchie laterali in cui trovano posto due statue in pietra leccese.
L'interno del Santuario ha la forma di una grande croce latina con volta a vela divisa in tre parti. Ciascuna parte poggia su finte colonne scanalate e terminanti con capitello smontato a sua volta da una serie di cornici aggettanti. Nei muri esterni delle zone unghiate di ciascuna piccola volta, sulle cappelle, vi sono delle aperture coperte da vetrate policrome. L'abside è coperta da una semicupola decorata da otto serie di ottagoni in fuga verso l'alto. Tra le colonne, ai due lati della navata, si aprono sei cappelle con arco a tutto sesto e con volta a vela. Entrando, si possono ammirare nelle nicchie dietro la facciata, due statue in cartapesta policroma rappresentanti Sant'Anna con la Madonna e S. Gioacchino. Al centro del muro, sulla porta, vi è una bella tela, «La fuga in Egitto», del pittore Capocelli, datata 1835. Nella seconda cappella vi è un crocifìsso in legno in cui lo scultore ha mirabilmente fuso le capacità tecniche, l'armonia delle forme e il senso tragico del martirio.
Sull'altare maggiore trova posto la tela della apparizione al pastore Paolo Tria, un'opera ottocentesca di buona fattura eseguita a Roma dal pittore Nicola Nisio nel 1861.
Nella sagrestia si conserva il - «Sacro quadro» - che il 18 maggio è portato in processione sulla cassarmonica, dove rimane esposto fino alla chiusura della festa, la domenica successiva. (santuariomaterdominilaterza)
Sulla strada al contrario, per l'appunto incontriamo la Fontana dei Mascheroni, anche un suo particolare all'interno del logo e poi, sulla strada che risale nel centro storico passiamo in tra la sconsacrata Chiesa dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima ed Anime Sante del Purgatorio e l'antica chiesa di San Giuliano, ora trasformata in un bed & breakfast, ed eccoci alla
VII + Chiesa Matrice di San lorenzo Martire + ingabbiata nelle luminarie della festa e raggiunta nel frattempo dalla banda e da tutti i fedeli in festa. La Chiesa Madre, San Lorenzo, è situata nel centro storico del paese e ne è il più grande edificio. In stile Romanico-Pugliese o Dalmato-Veneto la facciata presenta un grande rosone centrale costituito da dodici colonne che alla periferia poggiano su di un ricco cornicione finemente cesellato, e al centro, in un piccolo cerchio concentrico composto da oltre otto colonnine.
La facciata presenta anche altre due porte, più piccole della centrale, con due rosoni, sempre più piccoli del centrale. All'interno troviamo tre navate, la centrale è il doppio di quelle laterali. La navata centrale è divisa da quelle laterali da colonne, che un tempo erano pilastri, successivamente arrotondate per dare più spazio all'ambiente.
Nelle navate laterali troviamo delle piccole cappelle. L'Altare presenta decorazioni in marmo. La parte sinistra, con le cappelle che si trovano sempre sulla sinistra, sono state ricostruite dopo un terremoto del 1857. Nella Chiesa Madre si trovarono delle tombe: era d'uso una volta seppellire i morti in Chiesa. (Laterza.org)
Prima di lasciare definitivamente Laterza ci fermiamo alla chiesa rupestre di San Vito Vecchio affacciata sull'ansa della gravina da cui troneggia il centro storico, una chiesa extra, come già capitato in questo giro, la morfologia di questa terra mi stupisce sempre.
Percorriamo la contrada Selva San Vito fino all'omonimo Casone posto sulla sua sommità, poi la strada segue a distanza il fianco della gravina principale ed inizia scendere con gran sollievo dei miei compagni di escursione. Dopo una serie di tornanti piombiamo al cospetto della Masseria Cangiulli che sul lato orientato a sud presenta la facciata di un'altra chiesa fuori programma.
Scendiamo ancora incontrando le vasche dell'Impianto di potabilizzazione del Sinni con successiva sosta davanti alla chiesa della Gaudella che ha più l'aspetto di una missione religiosa della bassa California.
Da un locale laterale attiguo il tintinnare di vetro è forte, così come il fracasso di un calcio balilla.
Entro per prendere un paio di birre fresche a 1 euro avvolto da un tanfo acre di Nazionali senza filtro.
Scendiamo con altri tornanti la Lama per poi risalirla dall'altro lato per procedere lungo la pianura nuovamente dedicata alle coltivazioni più estese e contro vento scendiamo verso il litorale fino a incontrare la torre idrica dove la strada del ritorno si sovrappone a quella dell'andata.
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