IL GIRO DELLE SETTE CHIESE XIII - CISTURNIUM
Dovevo riportare il tempo indietro.
Sono andato troppo avanti lasciando in sospeso prima uno e poi due giri e ogni volta che provavo ad uscire qualcosa andava storto.
Così quando è arrivato il momento in cui le stelle si sono allineate alla perfezione sulle mie sette chiese non ho perso tempo e sono saltato in bicicletta per il XIII giro, da solo, perché probabilmente questa volta dovevo andare da solo approfittando di un giorno inusuale, freddo, ma limpidissimo.
Uscire così è un lusso, un privilegio, un sacrificio...
La partenza è da San Simone, le chiese si trovano tutte nei dintorni di Cisternino, che ho raccordato con tratti di strada percorsi in uscite precedenti e con qualche azzardo tracciato sulla mappa su vie per me completamente nuove.
Alla fine il percorso è più duro di quello che sembrava, 79 km e 1200 mt di dislivello positivo, o probabilmente sono io che non sono in gran forma.
Pronti via e sono già sulla salita di Pilano. Attraversare la Valle d'Itria trasversalmente da Martina Franca a Cisternino e viceversa mi fa affrontare dei continui saliscendi mettendomi sotto le ruote in alcuni punti delle pendenze davvero micidiali che pian piano mi sfiancano, 24% (pendenza massima) sullo strappo per entrare nell'abitato di C.da Marinelli, 20% (pm) sullo strappo Ortolini.
Il cielo costantemente blu, al sole si sta benissimo e alla prima chiesa decido di togliere definitivamente i guanti.
I- In contrada Frascarosa durante la deejay100 virtual race avevo incrociato questa piccola chiesetta dalle linee semplici magistralmente rovinata dalla canaletta in plastica del condizionatore che attraversa tutta la facciata sovrapponendosi sul piccolo oculo che si trova tra una nicchia semicircolare sopra la porta e la campana.
La strada a tratti strettissima mi spinge verso l'abitato di Cisternino, quando la via per Martina Franca inizia a salire verso il paese, sulla sinistra trovo la mia seconda chiesa
II- Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli detta anche di Sant'Anna che con un decreto borbonico del 1840 fu destinata ad ospitare il cimitero della città.
La facciata è molto semplice, mentre il sagrato è racchiuso da una cinta muraria di grande effetto scenico con tutto il complesso che è avvolto da un’atmosfera crepuscolare e di mistero. All’interno degni di nota sono l’altare maggiore barocco e la pala d’altare che riproduce Sant’Anna con la vergine Bambina, detta la Bomminnella a cui è legata una delle fiere più antiche.
Molto bello è anche l’affresco in stile tardo-rinascimentale raffigurante Santa Maria di Costantinopoli in mezzo a Santi, e la presenza di due effigie della Madonna all’interno della chiesa spiega anche la doppia titolarità dell’edificio.
Nel Seicento infatti la chiesa venne intitolata alla Madonna di Costantinopoli, la protettrice dalla peste, mentre la seconda titolarità, dedicata a sant’Anna, fu acquisita nei primi decenni del XVII secolo, quando la santa fu elevata a protettrice degli artigiani di Cisternino. Da allora gli artigiani istituirono la famosa fiera dell’8 settembre portando in processione il gruppo scultoreo della Vergine con bambina che ora è custodito nella Chiesa di San Nicola Patara. [fonte Comune di Cisternino]
Naturalmente i teschi in basso rilievo sulla cinta muraria hanno catturato la mia attenzione.
Mi lascio alle spalle il paese dirigendomi per qualche chilometro verso Locorotondo e poi invertire nuovamente il senso di marcia e inerpicarmi sul proseguimento della schiena della collina sulla quale sorge Cisternino. Altro fendente alle gambe e sono sulla strada che porta verso le Lame di Olimpia, fatta più volte ma in senso inverso ritornando dalla Selva.
Lo strappo Marinelli mi porta, faticosamente, nell'omonima contrada .
III- Nella terza chiesa con una facciata in pietra spicca il timpano triangolare sopra la porta centrato da un oculo e una stella sul vertice alto. Nella piazza di fianco troneggia una quercia secolare.
Rientro verso Cisternino su una strada in gran parte in discesa, scorrevolissima.
La vita si palesa nella confusione della ricreazione nel giardino del Liceo
La quarta chiesta piccolissima incastrata in un bivio e soffocata da un palo della luce.
IV- Chiesa della Madonna del Soccorso nonostante le sue dimensioni alquanto modeste e il contesto urbanistico circostante, la chiesetta spicca per il candore che la contraddistingue grazie al recente restauro. La chiesetta ha un’aula rettangolare e il piano di calpestio è di qualche centimetro più basso rispetto a quello della strada; segno evidente degli adattamenti urbanistici che in un qualche modo hanno sconvolto l’assetto originario della zona extra-moenia.
Ad ogni modo si hanno notizie storiche della chiesetta già a partire dal XVII secolo in cui viene menzionata nelle visite pastorali. La facciata della chiesa presenta soltanto un’edicola lunettata sul portale, decorata da una tempera moderna raffigurante la Madonna del Soccorso. [fonte Comune di Cisternino]
Poca strada per arrivare alla successiva, all'inizio del centro storico. Le mie operazioni da fotografo fai da te destano della curiosità tra il fruttivendolo e un ristoratore.
V- Chiesa di S. Quirico la leggenda racconta che nel XVII secolo, quando il flagello della peste imperversava in tutta la Puglia, nel sito dove ora sorge la chiesa, apparve san Quirico che con un gesto miracoloso riuscì a liberare la città dalla peste. E fu così che il popolo spinto dal senso di forte gratitudine decise di edificare in quel punto, fuori dalle mura, la chiesa di san Quirico. La chiesa fu edificata nei primi anni del 1600 e fu dedicata, logicamente, a san Quirico e a sua madre, san Giulitta, martirizzati all’inizio del IV secolo sotto l’impero di Diocleziano in Turchia.
La chiesa in origine aveva la forma di un semplice edificio rettangolare con un tetto spiovente, un solo ingresso e un rosone sulla facciata. Lateralmente, a vista, si erge una struttura dalle dimensioni un po’ più modeste, destinata un tempo alla canonica e qui era collocata la cosiddetta Ruota di san Quirico, meglio nota come la ruota degli esposti. Si trattava di un vano-finestra attraverso il quale le fanciulle madri potevano abbandonare i bambini che per vari motivi non avrebbero potuto crescere.
Oggi l’aspetto esterno della chiesa è cambiato. La facciata è piatta, ingentilita da un rosone e da un ingresso con timpano triangolare molto sporgente. Qui si colloca una lunetta con al centro la statua di san Quirico. Il profilo superiore è coronato da archetti a sesto acuto pieni.
L’interno della chiesa è ad una sola navata. Sulla parete retrostante l’altare maggiore sovrasta un’immensa macchina d’altare in pietra calcarea scolpita. Si tratta di una scenografica composizione barocca decorata da girali, foglie di canto e putti. Al centro dell’altare c’è la tela raffigurante il Martirio di san Quirico e san Giulitta, firmata in basso a sinistra da <IOSEPHUS ANT.US SAMPIETRO DA ROCCAFORZATA F.CIT 1850>. Di lato sporgono le statue di san Francesco d’Assisi e di sant’Antonio da Padova.
Lateralmente all’ingresso, sulla sinistra, sporge la statua del santo bambino martirizzato, san Quirico con le chiavi della città in mano. [fonte Comune di Cisternino]
Prima di lasciare il centro storico prendo il caffè in un bar con il sosia di Fabio Volo e due giovani turiste fuori stagione.
Le sedie di plastica esterne al bar sono tutte orientate sul belvedere e al sole, due tipi infatti mentre fumano e parlano sfoggiano un'abbronzatura davvero invidiabile, frutto però non del momentaneo cazzeggio ma molto più probabilmente (anche se l'abito non fa il monaco) di un più duro lavoro in campo aperto!
Mi destreggio tra una rotatoria e l'altra per imboccare la strada che porta alla penultima chiesa.
Visitare il Santuario in un giorno non festivo mi da per prima cosa la possibilità di essere completamente da solo e di potermi muovere liberamente negli ampi spazi esterni e nella navata principale del santuario.
VI- Santuario della Madonna d’Ibernia (Santuario della Madonna de Bernis) risalente al XII secolo.
Secondo la tradizione sarebbe stata la Vergine Maria ad apparire e ad indicare il luogo dove avrebbe dovuto essere costruito un santuario da dedicare a lei. L’edificio di culto venne edificato nel XII secolo secondo i dettami dello stile romanico.
Nel sito sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici, fra cui quelli di un cenobio basiliano dedicato a Cibele, dea della fertilità, ceramiche e reperti di età romana e medievale, un capitello bizantino e delle sepolture.
Il tema della fertilità, anticamente collegato alla dea pagana, è stato ripreso dalla popolazione locale nel culto della Madonna.
Nel luogo dove sorge il Santuario, inoltre sono state ritrovate alcune ceramiche e reperti di epoca romana e medievale e alcune tombe. E’ molto probabile che il Santuario sorga sulle rovine di un piccolo centro originariamente abitato da una comunità di monaci bizantini.
E’ tradizione che il lunedì di Pasqua i Cistranesi portino al Santuario u chrruchl, un dolce tipico locale che rappresenta la fecondità. Curiosamente il dolce portato dagli uomini ha forma di una borsetta con due uova sode, mentre quello delle donne è a forma di bambola con un uovo sodo nel grembo. Ogni Lunedì di Pasqua e il giorno 15 Agosto, all’alba, da tutte le chiese di Cisternino parte una processione che si conclude al Santuario. Le mamme di Cisternino prossime alla maternità sono solite recarsi a piedi al Santuario per 15 sabati consecutivi per pregare la Madonna d’Ibernia, protettrice della fecondità e della maternità. [fonte Collegamento Nazionale Santuari]
La bicicletta punta ora verso Casalini. Non ricordo se ci sono mai stato, sicuramente mai in bicicletta, e come ogni volta la pedalata si arricchisce di dettagli e particolari da ricordare.
La strada e la campagna meritano sicuramente un ritorno mentre Casalini in se mmh... Non sembra proprio di essere a metà strada tra Cisternino e Ostuni, sembra più una periferia dei paesi che dal tarantino incontri scendendo verso il Salento, con una forma più squadrata e un'edilizia più seventy. L'unico trullo che incontro dopo la fintissima chiesa a trullo è un mezzo rudere nella piazzetta dove si trova la mia ultima chiesa.
VII- Chiesa Antica e Piccola del Sacro Cuore di Gesù timpano squadrato sulla porta e un oculo, il campanile questa volta decentrato.
Il tratto di strada che mi porta via da Casalini vince invece il premio come miglior km.
Una strada rubata alla terra tra due muretti a secco a livelli differenti che costeggia una lamia che dolcemente scompare.
Da qui il mio percorso inizia a farsi ancora più tortuoso per restare il più possibile su strade secondarie in cui il colore accesso della terra ed i riflessi del sole sulla vegetazione e il grigio delle pietre rendono l'atmosfera magica.
Traffico nullo e qualche cane di troppo ed un silenzio vivo mi aiutano a rifiatare prima degli ultimi sforzi, gli Ortolini, come già detto e i lunghi dossi per aggirare Martina Franca fino ad attraversare la statale 172 per scendere da Pilano e ritornare al punto di partenza.
Doveva essere un'uscita di gruppo, sulla fiducia, come sempre, ma il maltempo ha avuto più volte la meglio. Ora che l'ho testata personalmente, sono ancora più convinto che sia un'uscita per la quale vale la pena sacrificarsi, nuovamente in compagnia!
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