POLLINO ON THE ROAD


Due settimane fa con un blitz da oltre confine Peppe mi aveva proposto un'uscita in bdc sul Pollino che mi sembrava troppo impegnativa per la sua preparazione atletica e soprattutto troppo lontana da raggiungere, così prima abbiamo ripiegato sulla più vicina Pietrapertosa e poi per un malessere passeggero in serata annullato definitivamente.

Alle porte del fine settimana successivo riecco nuovamente palesarsi l'idea del Pollino questa volta con un percorso leggermente ridotto (merito del buon senso di Nino) e con una compagine più numerosa, con la quale vale la pena impegnarsi in uno spostamento con auto più lungo del solito, oltre a Nino si aggiunge anche Giorgio.

Per questo tipo di pedalate la formazione ideale... Peppe è imprevedibile, capace di trascinarti in avventure ai limiti del sovrannaturale ma senza garanzie; Nino non scherza, ma probabilmente per le sue esperienze in montagna ha sviluppato una razionale prudenza che ti permette di attraversare il sovrannaturale e tornare indietro tutto intero, poi ha una conoscenza di posti e luoghi impressionante; Giorgio oltre alla bicicletta è un appassionato videomaker, quando c'è lui con la sua attrezzatura drone compreso, penso meno a fare foto e riprese, perché i suoi video mi piacciono un casino.
Così sto talmente rilassato che scrivo il consueto report dopo un'altra settimana e nel frattempo è già uscito il video di Giorgio, loro tre sono andati per il week-end sul Lago Laceno in e-MTB e io ho iniziato seriamente la preparazione per la Randonnée.

Non ero mai andato sul Pollino in bicicletta. Partiamo da Piano Visitone e subito ci tocca la salita per Colle dell'Impiso a quota 1560mt. Poi la strada è un susseguirsi di saliscendi non troppo impegnativi che tagliano boschi e immensi spazi aperti dove le mandrie di vacche e cavalli sono i padroni assoluti.
Raggiungiamo rifugio de Gasperi e poi rifugio Fasanelli, aree di sosta e soprattutto punti di partenza per escursioni su vari sentieri. 
La pace e il silenzio regnano assoluti. La natura è predominante su tutto. 
Nove chilometri di discesa ripida con tornanti per raggiungere il comune di Rotonda (sede del Parco) sono forse la parte più impegnativa.
Impossibile lasciar andare la bicicletta, difficile non farsi rapire dai panorami che si aprono dopo ogni curva e mentre si continua a scendere il fianco della montagna si alza sulle nostre teste come un'onda pronta a schiantarsi su se stessa.
Ai primi insediamenti abitativi la strada diventa meno ripida portandoci dolcemente all'interno di Rotonda.
Giorgio sale sul belvedere per delle riprese, noi per evitare il pavé restiamo in piazza per prendere uno dei migliori gelati di sempre!
Riprendiamo la pedalata verso Viggianello e per un cedimento della strada in una curva che la inibisce al traffico veicolare siamo gli unici (ma per tutto il tragitto come al solito la presenza delle macchine è davvero ininfluente) per diversi chilometri.
Sbuchiamo ad un incrocio dove c'è lo stabilmento dell'acqua San Benedetto, qualche mese fa avevo preparato la documentazione per uno scavo proprio per quello stabilimento. Incuriositi da un cartello decidiamo di scendere verso la sorgente del Mercure.
Probabilmente è la cosa più bella (anche perché completamente inaspettata del giro), dopo qualche centinaio di metri in discesa ci ritroviamo davanti ad uno specchio d'acqua tra il turchese e il verde cristallino, quasi inghiottito dalla vegetazione tra lo scrosciare dell'acqua che cade da un piccolo salto.
Inutile aggiungere niente sulla freschezza e la bontà pura che ci consente di reidratarci prima della lunghissima salita.
Risaliamo la strada della sorgente per riprendere la strada di Viggianello che raggiungiamo dopo un paio di chilometri trovandoci in un gran caos, macchine parcheggiate lungo la strada e gente che cammina a piedi... Il mistero si svela quando in corrispondenza di una piazzetta troviamo il classico susseguirsi di food track e bancarelle varie per la festa del Santo patrono mentre nello spiazzo di fronte una nutrito gruppo di persone che utilizza delle gigantesche forcelle in legno alza lentamente un ancora più gigantesco e pesantissimo albero della cuccagna.
Le operazioni vanno per le lungo e noi riprendiamo la salita.
Praticamente sono 25 km di ascesa continua ad una pendenza media del 5/6%, spezzati in più punti da qualche centinaio di metri di piano. Da alcuni punti si riesce a vedere la strada in alto che fiancheggia la schiena del pendio.
Nei tratti fuori dal bosco il caldo inizia a farsi sentire, passiamo dalla frazione di Torno, poi non incontreremo più niente fino all'arrivo.
Altro passaggio suggestivo è la zona denominata Cromingiolo una sorta di falso piano completamente aperta sulle vette del Pollino in cui dobbiamo fare anche lo slalom tra le vacche e i cavalli che tranquillamente passeggiano lungo la strada.
L'ultima sferzata alle gambe è quella per arrivare nuovamente a piano Visitone dove la strada raggiunge delle punte del 13% ma ormai ci siamo, una maxi fontana di acqua ghiacciata, qualche additivo per far finta di recuperare le forze e soprattutto la birra artigianale e i taralli di Giorgio... Ma non soddisfatti, decidiamo di dividerci in quattro due menù al rifugio.
Il ritorno verso casa è pieno di soddisfazioni. Ancora una volta una Basilicata, quasi Calabria sorprendente e meravigliosa.

partenza da Piano Visitone

rifugio Fasanelli

rifugio Fasanelli

la strada sopra Rotonda

la strada sopra Rotonda

la strada sopra Rotonda

Rotonda

sorgente del Mercure

sorgente del Mercure

Viggianello

Albero della Cuccagna

fontana

Giorgio

on the road

Giorgio e Nino

Peppe

wild horses

Pollino

pascoli

Peppe

compagni di avventura

ridefloz

boom





















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