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MILANO SANREMO X EDIZIONE

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Arrivato alla decima edizione di questa uscita in bicicletta, posso iniziarla a considerare, anche io a ragione, una vera Classica. Quest'anno ci giochiamo anche la carta dell'ammiraglia e pensando ad un ritorno alle tradizioni delle prime volte (dove l'obbiettivo era quello di portarsi dietro un panino da mangiare all'arrivo) l'idea di aggiungere un rifornimento lungo il percorso a base di scamorze e cavallucci non sembra impossibile! Partenza sempre quella, arrivo (o punto di passaggio focale sempre costante) negli anni il percorso si è allungato, accorciato, adattato ai partecipanti, al meteo, alla pandemia e al lockdown, annoverando nel suo albo d'oro un bel po' di partecipanti. Non faccio mai differenza tra un'uscita e l'altra, a prescindere di quanto impegnativa o sciocca essa sia, così come non ho mai fatto differenza tra i miei compagni di avventura, con alcuni però mi trovo meglio che con altri, con qualcuno parlo di più, con altri vado più

L'ESERCITO DEGLI AUTOSABOTATORI

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Una voce flebile, lontanissima ma sempre dentro la tua testa... E' proprio in giornate come quella di oggi che la senti più forte, più fastidiosa... Più insistente! Con il tempo hai imparato a non ascoltarla, a far finta di niente, ignorandola andando avanti, andare avanti contro gli autosabotatori. Ma la guerra è cruenta. Tu sei da solo mentre gli autosabotatori sono ovunque, nelle teste di chi ti sta intorno. Queste voci si percepiscono, si alleano unendosi e formando un fronte unico. Non sono più flebili ma più forti e penetranti, vicinissime fino a rimbombare fragorosamente ovattandoti la mente, non lasciandoti il tempo per riflettere e analizzare lucidamente la situazione. Allora molli la presa, ti lasci andare... Passi . Andare in bicicletta con un vento da S/E che soffia ad oltre 40 km/h non è facile, ma non è impossibile. Nel corso di questi anni è una cosa che ho già fatto. Tornare a casa con le braccia doloranti per lo sforzo di mantenere costantemente la bicicletta legge

DILUIRE I PENSIERI CERCANDO LA TRANQUILLITA'

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Che settimana assurda, intensa, devastante. Conosco solo un metodo in grado di equilibrare il tutto riuscendo ad infondermi un po' di tranquillità. La bicicletta! Ma piove da ieri, questa mattina una piccola tregua ma a breve ricomincerà tutto di nuovo. Prendo la MTB per un breve giro intorno a casa. Qualche chilometro tra asfalto sabbia scogliera e passo davanti casa di Lalla che malgrado l'ora è in giardino, in men che non si dica sono sopra casa sua per un caffè e una fetta di torta di mele e qualche chiacchiera. Grazie di tutto amica mia!! Riprendo a pedalare in direzione casa ma è troppo presto, è troppo poco. Giro a destra punto verso il mare scosso dallo scirocco. Inizia la mia transizione tra scogli, vegetazione spinosa e pozzanghere fangose e tutto intorno e dentro sembra sparire. Il cielo grigio non da profondità, un apparente e desolante piano assoluto. La pioggia scivola sulle mie guance rasate ieri. La mente si concentra sulla linea invisibile che corre precisa tra

GRAVEL TEST

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Molti dicono che se provi una gravel poi non torni più indietro. Questo fine settimana mi è capitata l'occasione di provare una gravel usata ma tenuta benissimo... Era di un vecchio si dice per le macchine. La bicicletta per me è grande, di poco ma nonostante qualche accortezza da subito in sella mi sento strano, non preciso, mi scatto qualche foto e mi vedo piccolo e una cosa che ho imparato in questi anni di pedalata è che la posizione è tutto e fa la differenza tra una buona pedalata e far semplicemente girare le ruote. Ma ormai ci sono e sfrutto l'occasione, magari cercando di convincermi che non è così, sperando che con lo scorrere dei chilometri qualcosa cambi e tutto si sistemi. Dopo una brevissima uscita venerdì pomeriggio, sabato ad ora di pranzo mi sposto a Villa Castelli per provarla al meglio sulla Ciclovia dell'Acquedotto Pugliese, un percorso fatto e rifatto con la MTB, con la Moser d'epoca con la banana bike da bike polo e per alcuni tratti anche con la

FESTIVE500 10th ANNIVERSARY

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Programmare troppo in anticipo le cose forse è un bene o forse no... Alla fine del festive500 dello scorso anno ho pensato che quello del 2023, il decimo consecutivo da portare a termine sarebbe stato l'ultimo, almeno per un po'. Questa sfida mi ha appassionato per tanti motivi, la distanza che inizialmente mi sembrava un traguardo inarrivabile, la patch e la cartolina commemorativa, che fortunatamente sono riuscito a conquistare per 7 anni e per lo spirito che animava questa sfida alimentando racconti, documenti video ed arte in genere... Poi con il passare del tempo i 500 km sono diventati sempre più facili, la patch è stata sostituita con un meno suggestivo badge sulla bacheca dei trofei di Strava e i racconti intorno ai tanti viaggi sono diventati delle copie con una serie infinita di clichè da festive, compresi quelli che perdono tempo con lo spiegare il perché non faranno il festive! Rapha stessa sembra non dare più grande risalto a tutto questo e non sfuggendo a nessun