RIDEUPCALVERA

E dallo scorso anno, quando per caso siamo capitati in questo agriturismo, che progetto una spedizione con bicicletta al seguito in queste meravigliose terre.
Un paio di settimane fa avevamo organizzato tutto, poi a poche ore dalla partenza, un piccolo problema che ci ha tolto serenità ci fa rimandare tutto.
Sabato 18 ore 1300 lasciamo una Taranto infuocata, 3 adulti una bambina e una bicicletta.
Lungo la SS106 il termometro della macchina tocca temperature mai viste fino ad una punta di 45° la strada è pressoché libera e in poco più di un'ora e mezza siamo a destinazione.
Il posto è proprio come lo ricordavamo, una stanza accogliente, un laghetto artificiale, la piscina, una serra piena di ortaggi che mangeremo non appena colti ... due cavalli, una serie di MTB da poter utilizzare, il tutto immerso in un verde incontaminato che gira tutt'intorno.

Un breve rilassamento muscolare nel fresco naturale della stanza davanti al TOUR de FRANCE, anche qui fa caldo, la giornata di sabato prosegue poi all'insegna del relax psico-fisico con una preparazione atletica a base di birra a bordo piscina, passeggiata e poi a tavola un pò di proteine animali.
Finalmente il fresco della sera e le stelle brillanti in un cielo dove non trovi nessuna ombra.

La mattina mia sveglio al solito orario, la bicicletta pronta già dalla sera, la prima colazione invece ancora non lo è ... alle 0615 sono per strada, costeggio il torrente, ho freddo, ma per fortuna ho con me la mappa cartacea in una foderina, che sfilo dalla tasca posteriore e posiziono sotto la maglietta, sono da solo, ma mi sento osservato, mi volto e noto un rapace che vola alto alle mie spalle, riesco a controllare i movimenti della sua testa, è a caccia di qualche preda (vale per tutti, credevi di cacciare ma adesso la preda sei tu!) punta verso un campo libero sulla destra e sparisce. La strada per i primi 10 km, fino al bivio di Castronuovo è in leggera discesa, poi per altri 10 km invece la strada sale costantemente infilandosi nella gola di un'altro torrente, alberi e un pò più di case, qualche macchina che scende in direzione opposta, e dopo qualche curva, tra gli alberi ecco il paese di Castronuovo S. Andrea arroccato su uno sperone di roccia. La strada continua a salire ma con una pendenza maggiore, supero comunque senza affanno i 7 tornanti che mi portano alla piazza principale e al primo bar aperto dove prendo caffè e cornetto.
Un giro per il centro "ancora più" storico che si esaurisce in poche pedalate, poi ancora in salita e il bivio della strada che avevo visto sulle mappe, dopo poco meno di un chilometro un Defender solitario, poco più avanti un cane che alla mia vista scappa via ... non so, decido di tornare indietro (ho un piano e una strada B), chiedo conferma ad un tipo, che mi dice che la seconda strada arriva allo stesso punto, ma è più lunga e devo salire ancora.
In gruppo una decisione del genere avrebbe creato chi sa quali discussioni, oggi, sono solo e senza batter ciglio, scelgo la strada B, più lunga più in salita ... regolare!
Ancora tornanti per salire più su del paese e guardare dall'alto in basso anche il rosso costone roccioso che troneggiava di fronte Castronuovo. Sono a quota 823 mt il punto più alto di questa uscita.
Curve ed infiniti saliscendi, fino ad un incrocio dove prendo per il Bosco di Magrizzi.
La strada che avevo studiato si sarebbe inserita nel bosco molto più avanti, questa deviazione invece mi ripaga facendomelo attraversare per intero ... dall'incrocio fino al cimitero di Calvera percorro praticamente una ventina di chilometri completamente da solo, senza incrociare una macchina o un essere umano.
Io la mia bicicletta e la strada che si attorciglia in un bosco che mi sembra immenso.
Sono talmente rilassato che non penso a probabili pericoli ... pedalo relativamente piano per godermi ogni angolo in cui il mio sguardo divaga.
L'unico problema sono i tafani ... Giovanni dell'agriturismo mi aveva avvisato, ma non credevo fosse davvero così. Questi insetti attirati dal calore popolano il bosco e ogni qualvolta rallento o mi fermo per fare una foto o una ripresa, vengo avvolto da una nuvola ronzante!
La soluzione e non fermarsi mai (quasi mai) così molte foto che avrei voluto fare nel bosco restano solo nei miei occhi.
Alla fine del bosco sulla mia destra tra le ultime fronde il comune di San Chirico (ma che fine hai fatto??) Raparo dall'altro versante del canalone e il profilo predominante del monte Alpi.

Il Bosco di Magrizzi, tafani esclusi, una delle strade più belle mai pedalate fin qui!
Dal cimitero in poi la strada scende, a tratti vertiginosamente, verso Calvera.
Poca gente in giro e per riempire le borracce alla fontana devo lottare con le solite vespe, in compenso acqua ghiacciata.

Lasciando il paese incontro dei ciclisti, che saluto, in senso inverso impegnati nella ripida ascesa, la discesa invece è un piacere.
Torno sulla strada della mattina che questa volta ripercorro in senso inverso con la pendenza in positivo e la temperatura molto più calda.
Mi fermo una mezz'ora all'agriturismo per stare con Emma che ha imparato ad immergere la testa sott'acqua, riprendo la mia pedalata verso l'obbiettivo finale, il paese di Carbone, la strada è tutta in salita e con poche curve ... poca gente concentrata davanti ai bar, gioca a carte e beve qualcosa di fresco. Dalla balconata sulla vallata e sul monte Alpi arriva l'eco della messa nella chiesa di fronte.
M'impegno in un durissimo strappo in pavè per tornare sulla strada principale, mi fermo anch'io al bar per un ghiacciolo e poi la rapida discesa verso la piscina dell'agriturismo, il pranzo sotto il porticato ed ancora la piscina fino al tardo pomeriggio.

Una due giorni andata esattamente come l'avevamo pianificata, una pedalata impegnativa ma fatta ad un ritmo turistico.
A presto ...

preparazione atletica
falco a metà
Castronuovo di Sant'Andrea
profili di ferro
defender yourself
Sella del Titolo
i limiti del bosco
non passa mai nessuno
la strada scende
per me non ci sono gli indiani
Calvera
il torrente
una birra ci sta tutta
Carbone

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