APULIATRAIL UNSUPPORTED BIKE EXPERIENCE

Un paio di settimane fa Giuseppe mi chiede candidamente, "Vuoi venire a fare il TuscanyTrail?" Faccio due conti veloci e tra i tanti risultati il più tondo è che non ho molti giorni liberi a disposizione, soprattutto in questo periodo, però gli lancio subito la provocazione "Prima del Tuscany, non possiamo fare l'Apuliatrail?" E lui dice subito si!!
Così, dopo aver tentato il colpo con un bluff, mi ritrovo a giocare senza nessun punto in mano:
Non ho la bicicletta, non ho l'attrezzatura, non ho l'esperienza... 
A questo punto giochiamo a carte scoperte e cerchiamo di mettere insieme un punto decente.
Per prima cosa posso far affidamento sulla Transition Bandit di Peppe (già utilizzata altre volte) e poi della sua folle e rassicurante compagnia che non a caso ho scelto in passato per portare a termine imprese (per me fondamentali) La Nove Colli Lucani la Basilicata Coast to Coast o allo stesso tempo mi sono fatto coinvolgere in tentativi suicidi come Fargo quando provammo ad attraversare l'Alta Murgia in bicicletta sotto la neve, rischiando il congelamento o nell'ultima avventura insieme Paura e Delirio per Polignano a Mare.
Ed eccoci, iscritti al Corto Nord che contiamo di chiudere nel weekend del 15/16 Maggio.
La paura iniziale giorno dopo giorno si affievolisce lasciando il posto all'adrenalina e ad una voglia matta di salire in bicicletta e pedalare senza sosta.
Si pedala per dei motivi che alla fine sono sempre molto simili per tutti e poi ognuno ha le sue peculiarità, i suoi obbiettivi, i suoi traguardi o come me in questo caso in particolare i suoi dolori da soffocare con la fatica.
Questo Trail rappresenta una possibile via d'uscita dal recentissimo e tremendo lutto, la voglia di far pace o quanto meno di firmare una tregua con la Natura, guardarla apertamente in faccia piangendo e godendo contemporaneamente.
Credo di essermi allenato discretamente anche se prevalentemente su asfalto, mi mancava solamente una sacca frontale da montare sul manubrio e in questo caso posso contare sulla gentilezza di LucSol, che mi presta la sua.
Tutto pronto, bicicletta allestita, sacche riempite, percorso spezzato, pernotto prenotato, Peppe aveva rilanciato il piatto proponendo la sosta in tenda... Ma per la prima volta ho preferito non rinunciare ad una doccia calda e una porta chiusa a chiave, sveglia puntata per sabato mattina.
Carichiamo il furgone e ci mettiamo in strada per Turi da dove tutti i percorsi iniziano e finiscono.
Non ci sono molti iscritti, incontro Cenzo che fa parte dello staff, due chiacchiere, poi ci si raduna per la partenza.
Il tempo è molto incerto, nuvole scure sono dislocate in ogni direzione, la maggior parte del mio bagaglio serve a contrastare l'acqua, anche se pedalare sotto la pioggia è la cosa che mi piace di meno.
Si parte. Dalla Masseria Gravelle fino all'ingresso di Turi, dove i percorsi iniziano a districarsi per traiettorie diverse.
Turi/Sammichele di Bari/Acquaviva delle Fonti sono i primi 30 km del percorso in mezzo ad una campagna coltivata e piccoli centri urbani come tanti che solitamente attraverso con le mie pedalate su strada, solo che questa volta lo faccio prevalentemente su sterrati, tratturi o sentieri interpoderali di terra battuta, più ciliegeti che vigneti e ulivi, passiamo sotto la Statale 100 e sopra l'Autostrada Adriatica.
Ad Acquaviva ci fermiamo per fare colazione. Ripartiamo ed entrati nel centro storico Peppe si accorge di aver lasciato il cellulare sul tavolino del bar.
Rapido dietro front e altri due ciclisti seduti al tavolo ci aspettano con il telefono di Peppe. Grazie!  
Neanche il tempo di fare 300 mt e inizia a piovere!! Ci rifermiamo sotto un portico e indossiamo le giacche. Di nuovo in movimento un chilometro per lasciarsi alle spalle il centro abitato, smette di piovere ed inizia il vero Trail, la vera avventura.

Io e Peppe ci accodiamo ad altri quattro ciclisti due uomini e due donne e senza troppe formalità ed etichette in un continuo perdersi e ritrovarsi tra curve e saliscendi procediamo insieme.
La campagna è meno coltivata, il terreno più ondulato, gli spazi iniziano ad aprirsi e lo sguardo si perde in un anticipo di niente.
Il profilo squadrato dell'ospedale Miulli probabilmente è la penultima testimonianza di umanità che incontriamo lungo la strada, poi costeggiamo esternamente Cassano Murge ma sempre attraversando terreni accidentati per scendere in un catino naturale dove non a caso l'architettura in pietra di una vecchia cisterna (Santiquando) riempie lo spazio. La risalita è impegnativa e accidentata e la facciamo tutti spingendo la bicicletta.
Sfioriamo un complesso residenziale (ultimo avamposto di civiltà) e poi entriamo nella Foresta Mercadante, immensa distesa verde in cui pedalare è un piacere unico. 
Restiamo in compagnia soltanto delle due ragazze, che a questo punto devono entrare ufficialmente nel racconto perché insieme a loro percorreremo tutta la prima giornata, ci ritroveremo a cena a Minervino Murge dove entrambi avevamo programmato la fine della prima tappa e proseguiremo il giorno dopo fino a che i nostri percorsi non prenderanno strade diverse. 
Sono Silvia e Simona, appassionate di queste avventure al punto di essersi catapultate in Puglia da Mantova.
La bicicletta è un mezzo formidabile, unisce o divide le persone, unisce o divide i ciclisti stessi, così ti ritrovi a pedalare con chi ha il tuo stesso passo, scambi qualche parola e capisci subito con chi hai a che fare, la stanchezza, la fatica ti mostrano per come sei veramente. Per me ha funzionato sempre così, se mi trovo bene con una persona ho piacere a pedalarci insieme, parlarci (anche se sempre poco per natura)... Con Peppe questo meccanismo funziona alla perfezione, durante le nostre pedalate si parla di cazzate, di cose serissime e spesso si resta in silenzio per lunghissimi tratti, ognuno nel suo mondo che scorre in aderenza con quello dell'altro.
Con Silvia e Simona si innesta lo stesso rapporto e la pedalata si arricchisce inaspettatamente.
Nel frattempo, questo pezzo di Puglia scorre tutt'intorno, fuori dalla foresta gli spazi si dilatano, natura a perdita d'occhio, colline ricoperte di verde brillante, strade polverose che costeggiano arnie ronzanti fino ad arrivare al Pulo di Altamura. Una breve sosta per poi ripartire.
Più volte lungo il percorso incontriamo altri partecipanti ma i nostri passi sono diversi e dopo un breve tratto ci ritroviamo nuovamente senza nessuno.
Il percorso attraversa dei posti suggestivi, ma non incrociamo nessun punto in cui poter prendere qualcosa che non sia una barretta energetica o un gel e acqua ormai stra calda e agli sgoccioli. Per fortuna il tempo è rimasto fresco e senza pioggia. Una giornata ideale per pedalare.
Si sale fino a quando intravedo l'azzurro dell'Adriatico in lontananza.
Affrontiamo poco prima del bosco di Bitonto un considerevole numero di maremmani a guardia di un gregge, il pastore più avanti non fa una piega, noi comunque scendiamo per prudenza e io sfodero la mia pattada d'ordinanza.
Dopo qualche chilometro in località Iazzo di Fabbrica troviamo anche una fontana, provvidenziale, anche se l'acqua ha un sapore forte.
Il prossimo obbiettivo è Castel del Monte, in cui spero di poter comprare e bere qualcosa di diverso, ma ci aspettano 36 km di campagna siderale che si alternano a tratti di bosco fantastici.
Il profilo del Castello non appare mai, in compenso il Gargano è un'ombra sempre più nitida e vicino quando l'orizzonte è libero.
Sono decisamente stanco ma felice.
Il castello fa capolino da lontano, ma poi scendiamo di nuovo, girando su stradine che si fanno largo nel terreno perdendo il riferimento visivo. Quando il Castello riappare imponente sulla destra la mia attenzione però si porta sulla strada sterrata che si inerpica dalla valle fino a sparire dentro la boscaglia ai piedi del monumentale sito.
La risalita è impegnativa ma sto bene, malgrado tutto, quando arrivo sull'asfalto inizio il mio sprint in salita, arrivo in cima scendo dalla bicicletta mi butto sull'erba.
Sono felicissimo e penso che le cose potevano andare diversamente (in generale) e tutta la felicità scompare. Il bar è chiuso e mancano ancora una cinquantina di chilometri.
Tutti ci prendiamo del tempo per riposarci, facciamo una foto di gruppo anche con degli altri partecipanti che però ultimeranno la loro tappa tra non molto.
Ci rimettiamo in strada, a bosco Finizio le ragazze fanno una sosta, io e Peppe andiamo avanti, incontriamo un velocissimo tratto di asfalto, il mio garmin perde conoscenza, io vado ancora bene, svoltiamo verso sinistra su una vecchia comunale che quando diventa sterrata risale Serra della Vittoria!
Ma il traguardo è ancora lontano. Aspetto per un po' il sopraggiungere di Silvia e Simona, il telefono non prende (anche se non ho il loro numero) forse hanno proseguito sull'asfalto? Inizia a far scuro e il sole è dietro un grosso corpo nuvoloso. Non sono per niente preoccupato, sono delle cicliste atleticamente fenomenali e con un'esperienza che io in confronto sono ancora al primo giro con le rotelle e la mano sotto il sellino!!
Infatti il loro percorso (stanno facendo il giro completo, noi il corto) ad un certo punto prendeva una strada diversa.
Mi rimetto a pedalare, in cima alla salita raggiungo Giuseppe e poi proseguiamo su un lungo altopiano che sembra non finire mai, Giuseppe perde le mie ruote, lungo la strada mi attraversa una piccola volpe che riesco anche a fotografare. Il telefono ha di nuovo la linea mi faccio mandare il numero di Silvia e Simona, gli mando un messaggio, dandogli appuntamento al ristorante che durante il percorso avevamo prenotato.
Finalmente arrivo nel punto in cui la strada inizia a scendere velocissima con una serie di curve e tornanti verso il profilo di Minervino Murge e il sole viola che tramonta più avanti.
All'ingresso del paese mi ricongiungo con Peppe e prima di andare al Bed&Breakfast andiamo al bar per birra e coca, al panificio per il pane e la focaccia, al fruttivendolo per le banane, in farmacia per delle barrette e dei gel.
Alle 21:00 siamo a cena, antipasti, pasta, vino, dolce... Tutto buonissimo anche se sono davvero stanco per apprezzare a pieno i sapori. 
Roco il titolare del ristorante è un tipo fenomenale, resta spesso al tavolo a far chiacchiera, saltando dal vino al parto in casa alla filosofia...
"La vera libertà sta nel rispettare le regole"
A fine cena ci salutiamo con le ragazze augurandoci vicendevolmente buon proseguimento di trail.
Dormo poco, il cuscino è troppo alto per i miei gusti, sotto il materasso, come direbbe Barbieri non c'è il topper, il campanile sopra la camera rintocca ogni mezz'ora... La camera però è bella e pulita.

Il giorno dopo siamo pronti per ritornare indietro. Il buono colazione salta perché il bar, contrariamente a quanto ci era stato detto, non è ancora pronto a  cominciare la sua domenica lavorativa (sono le 07:30)
Riempio le borracce ad un distributore automatico e ci fermiamo in un bar aperto in piazza dove ribecchiamo Silvia e Simona, anche loro scontente della colazione offerta dal loro b&b.
Riprendiamo a pedalare, usciamo da Minervino Murge e dopo un breve tratto asfaltato la strada devia sullo sterrato e inizia a girare intorno al monte Monacelle proseguendo verso il monte Scorzone.
Oggi pedaliamo in zone più selvagge, gli spazi sono estesi, costeggiamo una lunga wind farm per poi scendere e perdersi nella gola del bosco di Acquatetta che poi dobbiamo risalire per uscirne definitivamente sul costone a sud dell'altopiano della Murgia ad una curva punti lo sguardo verso la piana tra Spinazzola e Poggiorsini a quella dopo su un deserto che varia dal verde del grano al grigio della pietra.
Il vento soffia leggero, le sensazioni vibrano nell'anima. Da lontano le curve del terreno ricoperte di grano sembrano velluto (questo lo dice Simona) ed è proprio così, una visione onirica. La strada a tratti impervia tra terra e pietre, altre volte velocissima su sterrati battuti e larghi.
Il silenzio è tangibile con ogni senso.
Una distesa di camomilla sul ciglio della strada mi riporta a quando da bambino giravo per le stradine non ancora asfaltate intorno a casa e al posto delle abitazioni trovavi campi coltivati a fave e il profumo della camomilla mi restava attaccato alle mani quando tiravo qualche fiore per portarlo con me. 
Dopo aver passato una recinzione arriviamo alle cave di bauxite. Una macchia rossa in uno spazio verde, un canyon a metà strada tra l'Arizona e la vita su Marte:
"A mia madre, al mio cane e ai clown
Ma il film è una noia triste
Perché l'ho scritto dieci volte o più
Sta per essere riscritto
Come ti chiedo di concentrarti
E le stelle sembrano molto diverse oggi"

Sono ancora sulla terra, sono ancora sulla bicicletta.
Per altri venticinque chilometri si alterneranno praterie verdi, brulle distese di pietra e terra, vento, ombre di macchie boscose la compagnia di Silvia e Simona che saluteremo definitivamente all'ingresso del bosco di Bitonto dove io e Peppe scenderemo verso Altamura mentre loro invece punteranno verso Gravina in Puglia.
Pedalare con loro è stato fantastico, determinate, costanti... Libere nelle regole! Grazie ragazze, alla prossima.
Noi proseguiamo nel bosco per poi scendere e girare intorno al Pulicchio di Gravina. La discesa super rapida tra le fronde degli alberi e la roccia nuda, poi inizia la prima concentrazione di case, poi ancora una pianura fino a entrare nel centro abitato di Altamura.
Sono quasi le 14:00. Già da tempo ci eravamo ripromessi una birra fresca. In un bistrot nel centro storico ne beviamo due a testa con un piatto di pasta al pomodoro fresco.
Lasciamo Altamura ricaricati in tutto. La traccia prosegue verso Santeramo in Colle e riprende in buana parte il percorso materano a giudicare dai segni giallo verdi che vedo ovunque.
Continuamente ondulato e lentamente mi ritrovo in una Puglia a me più familiare. anche se inesplorata.
A Santeramo veloce sosta per il caffè e un dolce.
Il bosco di Masseria Aglietta è l'ultimo che incontriamo, pieno di gente, poi tra strette stradine, tratturi e scorrevoli tratti sopra l'Acquedotto Pugliese ci avviciniamo sempre di più a Gioia del Colle.
Punto nella testa l'attraversamento dell'autostrada come il rientro immaginario in una zona di confort.
Da li in poi un lento atterraggio verso la Masseria Gravelle.
L'ultima fatica vera è una strada stretta tra la folta vegetazione e le recinzioni e una serie di chiassosi cani da guardia.
La terra si appiattisce e si riempie nuovamente di alberi da frutta, si distinguono più fondi incastonati tra le trame chilometriche dei muretti a secco.
Il gps di Giuseppe si spegne, mancano pochi chilometri, il mio regge ancora, ma seguo la traccia sul telefono.
Siamo arrivati! Sono arrivato... Ma non sono sorpreso. Ero convinto e determinato e contrariamente al solito per niente intimorito dal procedere lungo "strade" sconosciute che volutamente ho messo davanti alle mie ruote.
Una traccia di 290 km avrebbe tanto da raccontare, soprattutto un percorso come questo che attraversa alcuni dei punti più incredibili che la Puglia possa offrire, una Puglia per me completamente nuova, non ero mai stato a Castel del Monte, mai a Minervino Murge, mai al Pulo, al Pulicchio, alle cave di bauxite, nel deserto metaforico dell'Alta Murgia invece si e dovevo ritornarci, con le mie gambe, con le mie forze per riprendermi una parte della mia vita, quella che si agita al vento senza spezzarsi quella fredda e grigia come una roccia che rotola ai rintocchi cadenzati di una campana.
Due giorni come questi non hanno un valore quantificabile e non hanno altro da raccontare.
Ricordo in quali punti precisi ho pianto, ricordo i colori e i profumi che mi hanno portato indietro nel tempo, ricordo le parole che mi proiettano in avanti perché l'unica regola da rispettare per essere davvero liberi, per me è salire su una bicicletta.

Grazie ApuliaTrail, grazie Silvia e Simona e soprattutto grazie Giuseppe che ancora una volta sei stato al mio fianco, anche se sempre più dietro, anche se ti vuoi sempre ritirare, in quella che come al solito non doveva essere solo un'impegnativa impresa sportiva.

la partenza incerta

muro a secco

ombre sparse

Cisterna Santiquando

fuori dalla Foresta Mercadante

verso l'Alta Murgia

super testimonial 

windows '90

Pulo di Altamura

pausa sul bordo del cratere

da qui si vede l'Adriatico

Prima di un bosco

Castel del Monte

vista dal Castello

arrivederci

altopiano sopra Minervino Murge

volpe

Minervino Murge

antipastino

il coprifuoco

verdeggiante

Silvia Peppe Simona

wind farm


bosco di Acquatetta

silenzio 01

bauxite

silenzio 02

silenzio 03

velluto

silenzio 04

silenzio 05

Altamura

beerFLOw 

cattedrale

sotto la ferrovia

verso l'arrivo

circa 290km 3000mt 18h in bicicletta


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