AROUNDITRIA
Ultima domenica di Agosto, ultimo giorno di Agosto e il giorno prima ci sono stati dei grossi temporali in zona e questo ultimo giorno di Agosto sembra più una vecchia giornata di metà Settembre, una giornata perfetta per pedalare in Valle d'Itria, aria fresca, cielo vivido e i profumi che esplodono dirompenti dai boschi e dai campi.
Arriviamo al punto di partenza dopo le varie ipotesi e proposte in chat nei giorni precedenti, alla fine la spunta Nino che propone un giro tra trulli, muretti a secco e stradine nascoste.
Non do importanza alla traccia che ci manda perché tanto mi fido, ma arrivato con Peppe al bar sulla Martina Franca Cisternino lo troviamo mentre armeggia con la ruota posteriore in una pozzanghera di lattice. La ruota è praticamente andata in auto... Mettiamo una camera d'aria ma probabilmente era tagliata o forse una pizzicata per la troppa fretta, io ne ho due, ne prendiamo una delle mie, ripetiamo l'operazione con più calma e ora la ruota è ok. Colazione e si parte.
Le condizioni sono ideali, dopo neanche 5 km ci inerpichiamo su per Cisternino, un veloce giro nel centro storico per poi ridiscendere e proseguire in direzione Pascarosa.
Dopo una breve disquisizione che spazia dalle gesta di Seppe U’ Padreterno e la salsa al pomodoro che si acida in cottura sulla pizza riprendiamo per delle stradine immerse nella boscaglia dove al sole spiccano le pareti bianche di una serie di trulli ristrutturati in maniera molto accurata. Al 19° chilometro incrociamo la Ciclovia dell'Acquedotto che imbocchiamo in direzione Pineta Ulmo. Dopo qualche centinaio di metri la mia ruota posteriore inizia a soffiare, ho bucato anch'io.
Nastriamo il copertone e andiamo avanti. Da solo probabilmente sarei tornato indietro, ma in compagnia di Nino e Peppe, abituati a ben altre avventure mi sento più tranquillo, e riprendo a pedalare senza batter ciglio.
Seguendo la Ciclovia, come sempre piena di ciclisti di ogni genere, arriviamo a Villa Castelli che attraversiamo alla ricerca di un bar per un altro piccolo break.
Poi risaliamo verso il parco eolico e tra strade appena asfaltate e sterrati pieni di pozzanghere zigzagando per la campagna arriviamo a Ceglie Messapica in un orario di punta. In centro c'è un sacco di gente ma non possiamo non fermarci per un ulteriore break a base di biscotto cegliese.
Lasciamo il centro storico e di nuovo lungo stradine secondarie spaziando tra le contrade rurali procediamo in direzione Ostuni.
Gli odori di cucinato iniziano a farsi persistenti, la brace accesa leva quasi la scena all'odore della terra bagnata.
Ad Ostuni c'è ancora più gente che a Ceglie, ma malgrado la confusione non resistiamo a risalire la strada verso la chiesa madre per affacciarci dal punto panoramico sull'Adriatico.
Lasciamo anche il "bordello" (A questa parola di Peppe due straniere accucciate in un angolo a mangiare un panino, quasi si strozzano dal ridere, non capendo, ovviamente, il suo uso come sinonimo di confusione e associandolo chi sa a quale film mentale) della città bianca, non prima di aver sceso qualche scalinata bianca tra muri bianchi.
Risaliamo lentamente ed inesorabilmente lungo la strada che porta a Sant'Oronzo e poi a San Biagio.
Il blu denso dell'Adriatico di tanto in tanto riempie i vuoti delle alture sulla destra, dall'altra parte è un continuo indistinto di campi, uliveti e vegetazione piena.
Quasi alla fine della lunga strada d'asfalto viriamo verso Casalini seguendo un'autentica montagna russa rettilinea.
Incrociamo in momenti separati due coppie di cicloturisti dispersi tra queste stradine leggendo nei loro occhi la meraviglia.
"Un uomo incapace di meravigliarsi e stupirsi ogni giorno ... è come un paio di occhiali senza occhi" Thomas Carlyle - Il Sarto rappezzato.
Arriviamo nuovamente a Cisternino, sosta ad una fontana e riprendendo i primi chilometri di questa mattina ritorniamo al punto di partenza.
Sistemiamo le bici in auto, ci cambiamo velocemente e al bar troviamo un'ottima parmigiana oltre alle immancabili birre (le ultime per me, almeno per un po')
Malgrado gli inconvenienti iniziali resta nelle gambe una bella ed impegnativa uscita 86 km sui tanti strappetti che portano il dislivello complessivo a 1100mt. ma soprattutto restano in memoria stradine nuove da ripercorrere e paesaggi che non stancano mai di farsi guardare. Personalmente mi resta il profumo intenso della campagna bagnata, come un colore che impregna indelebilmente i sensi, la parmigiana finale e le tante risate che riempiono il tempo insieme, Nino alle prese con la ruota prima ancora di cominciare e Peppe che sfoggia orgoglioso la sua camicia in ogni centro storico come il più classico dei pugliesi la domenica mattina.
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