+ IL GIRO DELLE SETTE CHIESE - LA SANTIFICAZIONE +

Si parte poco dopo le 08:00 del mattino dalla chiesa di San Donato, Io, Andrea, Luis un suo amico, Vincenzo un altro tipo ed Ezio (unico presente anche al Primo Giro).
La giornata è meravigliosa, sole poco vento e una temperatura gradevole fin dalle prime pedalate.
Ci dirigiamo verso Faggiano per poi iniziare l'ascesa di Roccaforzata.
Lungo la salita gioco un po' come fa il gatto con il topo con questo tipo, ma è troppo facile, poi vado al tornante per fare qualche foto. Arriviamo in ordine sparso sulla Rocca e poi guido il gruppo alla prima chiesa San Nicola di epoca sconosciuta, i documenti ufficiali la citano dal 1578, in occasione della visita di Monsignor Brancaccio (fonte Comune di Roccaforzata).
Un rapido spostamento ci porta giù verso il Santuario della Madonna della Camera Il Santuario è situato a circa 1.5 km a sud dell'abitato, là dove sorgeva l'antico villaggio di Mennano. Pur ricadendo nel territorio del vicino comune di Roccaforzata, ove la madonna viene solennemente festeggiata il giorno del giovedì dopo Pasqua, il santuario è meta di numerosi pellegrinaggi sia da Monteparano che da altri centri della provincia. All´interno è custodita una icona della Madonna e altri affreschi risalenti al Medioevo. La festa deriva da una lontana leggenda. Si racconta che, durante l’invasione turca, le popolazioni di Roccaforzata e Monteparano si rifugiarono nell´ omonimo Santuario, sito nel villaggio di Mennano, per salvarsi dagli assedianti. I Turchi furono allontanati dagli occhi della Madonna raffigurata su un quadro posto all'interno della "camera". In passato il Santuario era metà di scampagnate che coinvolgevano buona parte delle popolazioni dei due Comuni. Ci si allertava di buon mattino e si raggiungeva il Santuario a piedi. I fedeli di Monteparano, subito all'uscita del paese, si fermavano alla cosiddetta "pietra santa", un masso di notevoli dimensioni che si trovava sul lato sinistro del tratturo, sul quale, secondo una leggenda, la Madonna si sarebbe seduta a riposare. La leggenda non ha resistito alle prime sistemazioni stradali degli inizi degli anni '70 (fonte Comune di Monteparano).
Lungo la Provinciale 114 scendiamo verso Lizzano. La campagna ha ancora i colori accesi, l'autunno sembra lontanissimo.
Attraversiamo l'abitato da Nord a Sud fino alla parte antica dove sorge in un spiazzo la Chiesa della Madonna del Rosario  La facciata, slanciata, presenta una sola entrata, due lesene agli angoli ed un rosone circolare, al di sopra del quale si vede lo stemma gentilizio della famiglia De Raho, feudataria di Lizzano, che fece edificare la chiesetta. Sul lato sinistro si notano gli archi di appoggio del Castello normanno, costruiti in seguito al terremoto del 1743. Sul lato destro si nota il campanile (senza campana), alto circa 250 cm. L'edificio si sviluppa su un'unica navata orientata nel senso est-ovest con altare principale a ponente, addossato all'abside semicircolare, la cui volta è dipinta di celeste. Oltre all'altare di pietra e di legno, l'abside presenta cinque nicchie vuote. Entrando sulla destra, vi è un affresco della Madonna con il bambino, in parte velati da uno strato di intonaco, fatto in epoca successiva con fregi sovrapposti, per cui l'affresco si intravede. Sul pilastro a fianco, sotto un piccolo strato di intonaco, dipinto come se fossero delle venature marmoree, si intravede la figura di un Santo con mitra, nell'atto di benedire (probabilmente si tratta di san Nicola, titolare della parrocchia matrice). La copertura a botte dell'unica navata è quasi completamente affrescata e decorata; ai lati vi sono tre arcate, in quelle centrali vi è una nicchia di legno (una per lato), che un tempo accoglieva statue o pitture sacre. La varietà dei colori e dei motivi usati per le decorazioni ne facevano un tempo un piccolo gioiello di gusto, anche per la sobrietà che gli autori seppero mantenere. In corrispondenza della terza campata di destra una porta immette in un vano adibito a sacrestia. La chiesetta è illuminata, oltre che dal rosone posto sulla facciata anche da una piccola finestra posta sull'abside; le piccole decorazioni a dentelli ed a conchiglia testimoniano l'unità di stile che si volle dare al momento della costruzione. Attualmente la chiesetta del S. Rosario è sede dell'omonima confraternita. Ospita le celebrazioni eucaristiche del giorno della solennità della Madonna del Rosario, il 7 ottobre. Dalla chiesa prende il via l'uscita dei perdoni (confratelli incappucciati e scalzi) e della processione dei Misteri, le cui statue sono ivi conservate (fonte Wikipedia).
Lasciamo Lizzano e torniamo a salire in direzione Sava lungo la Provinciale 118, a metà strada incontreremo la nostra quarta chiesa il Santuario della Madonna di Pasano l'antica chiesa era posta trasversalmente a quella oggi accessibile, edificata nel 1712: quest'ultima, dopo il terremoto del 1743, fu subì ulteriori modifiche: in particolare, vi furono aggiunti sei pilastri laterali che ne danno l'aspetto attuale. Secondo le ricostruzioni del Coco, in Pasano vi furono diverse dimore di Basiliani e la chiesa costituiva un Santuario di Confine, posto a ridosso del cosiddetto Limes Bizantino (altrimenti detto "Limitone dei greci") del quale proprio tra le contrade di Pasano, Curti de l'Oro e Camarda (toponimo quest'ultimo tipicamente bizantino e che indica un accampamento) si osservano ancora i resti.
Il toponimo Pasano è invece descritto come di origine latina, ed è certo che questa zona, insieme alla vicina Agliano, fu occupata anche dai coloni romani in precedenza, mentre ancor prima viene indicata dagli storici come un'area di confine magnogreca (insieme alla vicina Agliano ove le ricerche più puntuali e precise hanno evidenziato resti di un tempio pagano).
IL MIRACOLO DELLO SCHIAVO Nell'anno 1605 si racconta che lo schiavo di un signorotto, tal Marcantonio Raho, legato ad una catena dal suo tiranno, promise di convertirsi se fosse stato liberato dalla catena che lo legava, dal cielo cadde un sasso che ruppe la stessa e lo schiavo,una volta libero,si sarebbe fatto battezzare.Questa la versione raccontata da Primaldo Coco nella sua opera su Sava, e ripresa da uno scritto del Vescovo Kalefati, il quale conduce un'istruttoria 113 anni dopo la data della liberazione dello schiavo, e dopo altri 57 ne stila un rapporto. In realtà, nel periodo in cui visse lo schiavo era usuale che signorotti pugliesi detenessero schiavi che in genere erano genti di altre nazionalità ed altri credo fatti prigionieri. Era usuale ed auspicata anche la loro liberazione, in cambio della conversione al cattolicesimo e del battesimo, A questo scopo, i Gesuiti avevano creato anche un apposito organismo, la "Congregazione degli Schiavi". L'esplosione dei battesimi degli schiavi in Puglia si registra difatti proprio tra il 1602 e il 1610.
Un pesante monolite identificato come la pietra del miracolo è conservato all'interno dello stesso santuario, e originariamente era conservato in una piccola cappella della "Madonna dello Schiavo", istituita in onore di questo avvenimento, e situata a Sava, sulla strada che porta verso Pasano (fonte Wikipedia).
Malgrado le nostre preghiere il miracolo dello schiavo non si ripete, anzi lungo la strada lo schiavo legato alla catena della sua stupidità lascia i suoi avanzi lungo il tracciato, come un moderno pollicino mono marcia ... mono cellulare. Non importa quanto lontano arrivi, se poi sei legato ad una catena.
A parte questo, stiamo pedalando su una strada secondaria immersa nella campagna più genuina, in contrada Petrose, proprio davanti l'omonima masseria, ci fermiamo al cospetto di una malconcia e pericolante cappella dedicata a Sant'Eligio, la strada continua e ci porta fino ad Uggiano Montefusco e alla sua Chiesa Madre (XVIII secolo) dedicata all'Assunta, conserva belle tele dei fratelli Bianchi, pittori manduriani del Settecento. Suggestivi sono gli affreschi del pittore manduriano Ettore Marzo che negli anni sessanta del Novecento, quando furono eseguiti interventi strutturali nella chiesa, la impreziosì ancor più. Oltre ai Quattro Evangelisti, particolarmente interessante e l'immagine raffigurante San Pietro che sembra posare i piedi sulla sabbia ed ha sullo sfondo una marina, richiamando all'attenzione la spiaggia di San Pietro in Bevagna, luogo di sbarco in Italia del Santo. Attigua alla Chiesa è situata la Cappella della Madonna del Rosario (XVIII secolo) *Punto di scatto fotografico (fonte CERAUNAVOLTALARTE.IT)
Lungo il confine dell'abitato di Uggiano ci spostiamo verso la chiesa Madonna Concedi Grazie (la mia preferita) incontrata per puro caso lo scorso anno durante il mio ritiro estivo. Da questa settimana oggetto di manutenzione straordinaria (grazie al neo nato comitato delle SETTE CHIESE che mi pregio di rappresentare) e per la prima volta la trovo aperta ... 
La strada ora scende verso Maruggio, dove a qualche centinaio di metri dalla linea di costa nel complesso della masseria Mirante troviamo la nostra settima e ultima Chiesa, quella del Mirante per l'appunto.
Il tempo di arrivare a Campomarino, ci salutiamo, qualcuno resta, qualcun'altro prende la via di casa, a velocità diverse e con diverse sensibilità.

Il Giro delle Sette Chiese - La Santificazione ... Non sono un Martire ma un Confessore, un Servo miracolato dalla bicicletta a cui è stata concessa una Grazia, guardare oltre l'asfalto e gli sfondi affrescati di tutto quello che mi sta intorno.
Sono anni che pedalo per la ricerca del mio benessere e ogni tanto cerco di dare agli altri la fortuna che ne deriva, basta solo aprire il palmo della mano, non è carità, non per beneficenza ... Ma solo per fede!

01 - CHIESA DI SAN NICOLA
02 - SANTUARIO MADONNA DELLA CAMERA
03 - CHIESA DEL ROSARIO
04 - SANTUARIO MADONNA DI PASANO
05 - CHIESA MADRE *
06 - CHIESA DELLA MADONNA CONCEDI GRAZIE
07 - CHIESA DEL MIRANTE
R.I.P. Tu invece potevi essere il mio mito, con un cancello sotto al culo, nessuna marcia e un rapporto onanistico buono per il bikepolo, abbigliamento casual, jeans e giubbotto di pelle (eco pelle) busta di plastica presa al bar, flauto, acqua e patatine lime e pepe rosa e poi che fai ?? Sulla signora anziana a Uggiano non devo dire niente, perché l'ho accompagnata in Chiesa.
Per andare in bicicletta non serve solo la bicicletta, non servono solo le gambe ... serve la testa e il rispetto per qualcosa che è più grande di te, qualcosa in cui prima o poi anche tu finirai buttato via. 

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