V RANDONNEE DELLA VALLE D'ITRIA
Bicicletta nuova, gambe tirate a lucido sono pronto per tornare a cimentarmi con il percorso lungo dopo il corto dello scorso anno.
Ad una settimana dall'evento lancio la solita bomba in chat, ma tolte le solite "cazzate" l'unica adesione convinta è quella di Mimma, che proprio nei giorni a ridosso della randonnée sarà a Taranto.
Mi sposto sulla chat privata e cerco di convincerla a fare il lungo, ma come molti esce da un Agosto "troppo rilassato", senza neanche un chilometro in bicicletta, insisto, ma non ci riesco.
Allora anche se ci iscriviamo alla 200 le prometto di fare il corto (confidando però in un colpo di mano al momento della partenza).
Nel frattempo qualche giorno prima mi becco lungo la SS106 con il Presidente Pino del Team Bike Matera per provare la misura del completo invernale. Anche lui è indeciso tra il lungo e il corto.
Solita levataccia la domenica mattina, passo a prendere Mimma da casa e attraversando l'alba lungo la statale arriviamo al Foro Boario di Ostuni. Ritiriamo lo smanicato compreso nell'iscrizione, sistemiamo le biciclette e siamo pronti per la partenza.
Pino ha deciso per il corto insieme a Giuseppe, anche lui nelle fila del TBM, insieme a loro altri amici (che conoscerò lungo il percorso) desisto dall'ultimo tentativo per il lungo. Punto il primo QRcode dei 100, scatto, invio, Conferma registrazione Ciao Florindo ... Ormai è fatta.
Il percorso ci porta a freddo subito sulla salita (del famoso percorso dei mondiali del '76) per girare intorno all'abitato di Ostuni e rientrare nel pieno del centro storico super panoramico che comunque vale sempre la pena, il fragore della raccolta del vetro è in realtà un white noise per questa bellissima white town.
Foto qua è la con il blu settembre dell'Adriatico sullo sfondo e si ritorna verso il Foro Boario per poi deviare più verso sud e dopo pochi chilometri di strada provinciale entrare in una strada comunale secondaria che taglia ulivi secolari nel silenzio della campagna che inizia a scaldarsi. Tra la vegetazione il rumore dei contadini, qualche suggestiva casa, un paio d'imponenti masserie dal profilo deciso, tredici chilometri così per arrivare nel borgo di Pozzo Faceto.
La strada provinciale ci porta verso la Gravina di Cisternino, la più lunga del corto.
Sul lento e progressivo approccio, in costante salita, al tratto più impegnativo in corrispondenza della pineta il gruppo si sgrana, qualcuno sparisce alle mie spalle, qualcun altro più avanti.
E' in cima, che si aspetta chi non è ancora arrivato, che si definisce in maniera chiara il gruppo con cui divideremo tutto il resto della pedalata: Io, Mimma, Pino, Giuseppe, Roberto, Vittorio ed Enrico con la gravel!
inoltre c'è il duo dei Gelatizzati Erasmo e Michele (che poi a ruote ferme e con più calma è lo stesso Michele con il quale avevamo condiviso gran parte del percorso lungo nel 2023 con Giuseppe) che però faranno il lungo e che perderemo di vista dalle parti di Trito.
Per arrivare a Cisternino la prendiamo larga facendo il giro da Contrada Monte e arrivando al Santuario della Madonna d' Ibernia dove ci fermiamo per un rifornimento alla fontana e dove ritroviamo il solito automobilista frettoloso che solo qualche secondo prima era stato mandato vigorosamente a quel paese per un sorpasso troppo aderente e strombazzante... Probabilmente perdeva il posto in paradiso ktm!
Attraversiamo Cisternino e proseguiamo lungo una strada larga fino al bivio di Marinelli, strappetto e sosta sotto l'immenso Fragno per il primo check point e ristoro.
Foto, invio... Icron non da segni di vita. Seconda foto niente!
Vabbè magari più avanti prende la linea.
Si riparte per stradine fatte mille volte, strettissime. Prima delle cave Tinella il solito tuffo virtuale verso il mare, poi verso Trito e infine a Locorotondo risalendo le cummerse.
Come al solito tanta gente, tantissimi cicloturisti più o meno organizzati in gruppi o in felice ed anarchico viaggio.
Mando ad Icron anche la foto fatta da Mimma (che era stata degnata di una risposta) ma ancora niente.
Nel frattempo cerco di organizzare l'incontro con Luca e Vera e al tempo stesso con Sette e Quaranta che stanno pedalando in zona, ma non è facilissimo.
Al semaforo ci uniamo tutti nuovamente, destra per i 200, sinistra per i 100... nessuno ha dei ripensamenti. Tutti a sinistra direzione Alberobello!
La strada che ci porta verso la città dei trulli scorre rapidissima sotto le ruote, anche questa l'ho percorsa tantissime volte, compresa la deviazione che sale severa verso bosco Selva.
Ristoro e check point in prossimità della chiesa trullo, leggermente più spostato del solito per via della santa messa celebrata all'aperto.
Altra fotografia per Icron... Attenzione il QRCode che mi hai inviato non corrisponde a nessuno tra quelli previsti dalla manifestazione... Icron mavaffangul!
In compenso allo stop ci ritroviamo con Luca e Vera che ci hanno aspettato pazienti.
Ripartiamo per fermarci poco più avanti in un bar.
Luca e Vera ci accompagnano per un decina di chilometri (di Sette e Quaranta non si sa più nulla) per poi prendere la direttrice verso Mottola Noci, noi invece scendiamo fino a Martina Franca, stop davanti alla stazione per l'ennesimo flop di Icron!
Superata anche la parte cittadina al di là della statale, lentamente scivoliamo in un habitat più a misura di bicicletta pochissime macchine, anche se la zona rispetto alle tante attraversate fin qui è decisamente più a vocazione residenziale quello che non cambia però e l'altalenante morfologia del territorio con i suoi continui sali e scendi che fanno lievitare il dislivello complessivo pur senza affrontare vere e proprie salite.
Passiamo sotto le antenne della Trazzonara per poi prendere la strada verso Ceglie Messapica.
L'orario è critico. Fa molto caldo e in qualche punto l'olfatto devia pericolosamente verso qualche barbecue non troppo lontano.
Nella periferia di Ceglie ci fermiamo in un bar per qualcosa di più fresco del contenuto delle nostre borracce.
Qualcuno propone di tagliare dalla provinciale Ceglie-Ostuni ma è troppo stretta e pericolosa, non vale assolutamente la pena correre il rischio.
L'ultimo tratto è decisamente più sicuro e più fresco, anzi, io avrei anche evitato la provinciale Ceglie Francavilla allungando per qualche chilometro nel dedalo delle stradine tra Chianchizzo e Ramunno.
Ma ormai siamo in prossimità di Ostuni, ultimo giro nelle larghe arterie deserte prima di scendere nuovamente verso il Foro Boario.
Ultimo vano tentativo con l'inesistente (almeno per me) assistente virtuale Icron e stop sul Garmin.
Fa un caldo micidiale, smonto le biciclette a tempo di record e le infilo in macchina, poi vado a prendere dell'acqua fresca.
Io e Mimma ci cambiamo e raggiungiamo gli altri per il ristoro (pasta party) dove sospendo "eccezionalmente" per l'occasione la mia astinenza dalla birra per il mese di Settembre, ma da domani smetto...
Come al solito si parla e si scherza sulla fatica appena affrontata, volti stanchi ma soddisfatti.
Per fortuna non sono riuscito a convincere Mimma a fare il lungo, o forse è lei che ha fatto desistere me ? (le donne agiscono sempre con sotterfugi misteriosi per gli uomini). Ad ogni modo sta fresca come una Rosa (l'hai capita questa ??) e probabilmente poteva fare anche il lungo.
Ma va bene così. Alla fine torniamo a casa prima e dopo aver passato una bellissima giornata in compagnia di vecchi e nuovi amici di pedalata.
Il giorno dopo da Strava scopro che i gelatizzati hanno avuto un guasto tecnico e hanno dovuto mollare la strada, mi dispiace, magari la prossima ci organizziamo e la facciamo insieme.
A proposito, malgrado Icron ho il mio attestato di finisher da aggiungere alla mia parete!
Bravissimo e Complimenti carissimo Florindo... grazie di tutto. Un forte abbraccio. Peppino 👏 👏 👏
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